"Stevenson" scrisse Emilio Cecchi nella prefazione al Signore di Ballantrae, pubblicato in questa stessa collana, "fu il primo ad avviare il romanzo poliziesco verso un destino davvero superiore, quando nelle Nuove notti arabe inventò come deus ex machina Florizel principe di Boemia, che torna a rincarnarsi nei suoi libri sotto tutti i climi e sotto tutte le spoglie..." Le nuove notti arabe in realtà di arabo od orientale hanno soltanto il titolo: l'ambiente è quello tipico della Londra nebbiosa e della vecchia Parigi, che affascinarono altri grandi contemporanei dello Stevenson, scrittori ed artisti che al pari di lui ne furono irresistibilmente attratti, servendosene come di sfondo obbligato per gran parte delle loro creazioni. Il Club dei Suicidi e II Diamante del Rajah costituiscono il nucleo principale di questo volume il cui filo conduttore è rappresentato dal personaggio del principe Florizel di Boemia, individuo dotato di singolari doti di mente e di cuore, avventuroso e bizzarro, straordinariamente saggio e coraggioso e d'animo nobile tanto da essersi guadagnato "l'affetto di tutte le classi sociali col fascino dei suoi modi e con un'avveduta generosità". Accompagnato dal fido "gran scudiero", il colonnello Geraldine, Florizel affronta e risolve con impareggiabile abilità le situazioni più intricate e curiose. Ma è con tocco leggero e divertito che lo Stevenson ne tratteggia la figura e ne descrive le avventure, rimanendo egli stesso spettatore disincantato di fronte alla paradossale grandeur del suo eroe. Degli altri quattro racconti, di cui il volume fu successivamente arricchito, ciascuno riflette per gradi e modi diversi la fantasia inventiva e l'abilità d'esposizione di uno scrittore vigoroso e capace di affascinare anche il lettore più sprovveduto: La porta del sire di Malétroit, Un tetto per la notte, La Provvidenza e la chitarra, Il padiglione sulle dune, sono piccoli gioielli di eleganza e grazia, pezzi di costume, di analisi psicologica e ambientale abilmente condotta, che ben poco hanno da invidiare alle opere di più ampia mole e di più vasta notorietà create dallo scrittore inglese.
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