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Discussione: La storia dei due carassi (letto 5565 volte) |
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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #15 data: 02 Aprile 2014, 08:24:47 » |
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Hai ragione wafer: spesso gli umani sono animali peggio degli animali e stavolta ne ho le prove. State a sentire. Poichè ho quasi del tutto perduto la fiducia nei venditori della notissima catena di negozi di animali che mi ha sinora rifornito (non ne dico il nome ma posso dirvi che è uguale al titolo di un notissimo romanzo di Melville) ho provato a "cambiare spacciatore" e mi sono rivolto ad un altro negozio. Ho spiegato la situazione dei pesciotti e delle relative macchie, ho detto qual era stata la diagnosi del veterinario e qual era il medicinale che stavo usando (il "Dessamor" per la cronaca). Il tizio del negozio scuote la testa: sono sicuramente funghi - conferma - ma purtroppo per il trattamento non esiste nulla in Italia. Gli domando spiegazioni e mi tira fuori una storia da mettere i brividi, quasi alla pari con quella del signoraggio bancario: pare che le aziende farmaceutiche italiane abbiamo deciso di NON PRODURRE e NON COMMERCIALIZZARE medicinali per i pesci di acquario perchè non c'è convenienza economica (costa troppo produrle rispetto al mercato). E quindi: se in Italia si ammala un carassio (o qualche pesce più raro e pregiato), è più conveniente lasciarlo morire e sostituirlo piuttosto che curarlo. Se uno vuole trovare i medicinali deve cercarli all'estero e farli venire via internet (se li trova)... In pratica qui in Italia alla legge della selezione naturale di Darwin abbiamo sostituito la legge della selezione economica.  Diciamo che a furia di lavaggi con il Dessamor i due pesciotti stanno migliorando visibilmente giorno dopo giorno (anche se molto lentamente) e che - alla faccia dei grandi affari delle aziende farmaceutiche italiane e dei loro brillanti manager - due carassi forse riusciranno a sfuggire al meccanismo perverso del ciclo compra-muore-compra, però... mi viene da pensare... e se una eventuale cura per il cancro risultasse alla prova dei fatti poco lucrosa (perchè il costo di produzione supera il ricavato di una eventuale domanda) cosa si verificherebbe?
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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #17 data: 10 Aprile 2014, 14:43:01 » |
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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #20 data: 10 Aprile 2014, 15:55:12 » |
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Ubi veritas?

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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #21 data: 10 Aprile 2014, 16:54:32 » |
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Allora ve lo dico... a qualcuno devo dirlo :-)
Venerdi' sera, fuori e' gia' buio. Siamo a cena in cucina. Arriva Chicco, il nostro gatto, davanti alla porta a vetri della cucina (siamo in una villetta a schiera, la cucina da' sul giardino). Guardo e lo vedo con in bocca qualcosa... ma non riesco a capire cosa. Un pezzo di carne sanguinolenta? Boh? Apro la porta, e lui lascia l'insolito fardello sullo zerbino, e se ne va. Ce l'ha regalato, ma cos'e'? In un attimo mi rendo conto che si tratta di un pesce lungo sui 20-25 cm. E muove le branchie! Boh, il cane, e' troppo preso dalle pappe sul tavolo e non va a curiosare; nel mentre urlo ai ragazzi di correre a prendere un recipiente. "Ma quale, dove?" "Quello del mocio va bene, ma fate in fretta!". Morale della storia: lo mettiamo mezzo morto nel contenitore del mocio, questo pesce di circa 22-23 cm (la stima adesso era piu' precisa), oltre una spanna di pesce grigio, rosso-arancione e bianco. Lo trasferiamo in un recipiente un po' piu' grosso, che uso per fare il cemento. Pian piano sembra riprendersi, ma tra me e me penso che la mattina successiva sara' morto (era gia' capitato con un leprotto, sempre portato da Chicco, che probabilmente aveva qualche lesione interna).
Invece la mattina successiva e' vivo e vegeto, apparentemente sta bene. Da dove e' arrivato? E adesso che me ne faccio? (No, non pensate neanche lontanamente a mangiarlo: la Carciofessa e' stata categorica su questo punto). Mando i ragazzi in giro per il villaggio a vedere se qualcuno ha fontane o vasche all'esterno, magari viene da li', e intanto faccio un'indagine tra i vicini. Niente, nessuno ha vasche e nessuno sa nulla. Intanto una ricerca su Internet ci porta a pensare che possa essere un qualche tipo di carpa, anche se la Carciofessa propende per un enorme pesce rosso. Ma Alessandro, il minore, dichiara convinto che trattasi di carpa: ha un barbiglio (che abbia perso l'altro nella lotta contro Chicco?).
Ora, avevo fatto quel che potevo: non e' che si puo' mettere in portineria un messaggio del tenore "Ho qui un pesce di 22 cm, chi lo vuole venga a prenderlo". Neanche "Trovato davanti alla cucina un pesce lungo circa 22 cm, chi l'ha perso telefoni al ..." sembra tanto migliore. Quindi che fare? Altra idea: a circa 300m in linea d'aria da noi c'e' una pesca sportiva, se non l'ha rubato proprio da loro magari ci danno una mano.
Quindi domenica di buon mattino eccoci alla pesca sportiva. Raccontiamo la storia al proprietario, mentre i vecchietti li' vicino, che stanno giocando a carte, si divertono moltissimo e dichiarano che Chicco e' un "bravo gatto" (e su questo sono d'accordo: e' il primo gatto che ho che mi regala un pesce). Insomma, salta fuori che: 1) E' una carpa Koi (o come cavolo si scrive), che puo' arrivare fino a un metro 2) Non proviene da loro, perche' trattasi di pesce ornamentale che costa piu' 50 euro (poi su Internet le ho trovate intorno ai 90) 3) Si', possono tenercelo loro.
E cosi' glielo lasciamo. Pero' resta il mistero: da dove accidenti e' arrivato? Vasche vicine non ce ne sono, loro non lo avevano, non e' un pesce da acquario (e comunque Chicco avrebbe dovuto tuffarsi fin sul fondo per prenderlo, anche se l'acquario fosse stato aperto: ve lo vedete un gatto fare una cosa del genere?).
Boh... i gatti sono davvero misteriosi. Per premio gli ho regalato qualche gamberetto e un po' di prosciutto cotto.
Il Carciofo
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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #23 data: 10 Aprile 2014, 18:01:24 » |
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Ragazzi, siete mitici! Mia mamma ha da anni, suo malgrado perchè gliel'hanno portata i miei nipoti "solo per una notte", una tartaruga nana del luna park che piano piano ora ha le dimensioni di un piatto da antipasto. La singolare caratteristica dell'animale è che caga esclusivamente nel momento in cui le cambia l'acqua, può resistere giorni senza andare di corpo ma nonappena l'acqua è bella limpida ZAC! SPARAPRAT!  Nel caso della misteriosa apparizione della Carpa Giapponese dall'Articiocco mi piacerebbe davvero vedere appeso in portineria l'ambiguo messaggio "Ho qui un pesce di 22 cm, chi lo vuole venga a prenderlo". Credo che ci sarebbe la fila fuori dalla porta! OCIO!
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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #27 data: 10 Giugno 2014, 23:30:23 » |
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La storia dei due carassi ha un lieto fine. Ci sono voluti 12 cicli di Dessamor e sale fino, tanto amore, tanta pazienza e tantissima voglia di non dargliela vinta a quelli di Moby Dick (stavolta faccio nomi e pure cognomi), ma alla fine Giasone ha perduto tutte le spore nere che lo infestavano ed è guarito del tutto. Stasera, con tanto di cerimonia ufficiale, il pesce risanato è stato consegnato alle acque pulite dell'acquario dove ha raggiunto la sua compagna Goldie che, nonostante sia stata la fonte del contagio, aveva avuto il cattivo gusto di guarire quasi due mesi fa... La cosa assume un significato particolare perchè oggi è il 10 Giugno, data in cui 8 anni fa io e la maxpulla abbiamo convolato a nozze. Il piccolo Giasone ora sguazza in un acqua limpidissima, è un po' incazzato perchè è da ieri che non mangia, ma gode di ottima salute e credo che nella sua piccola testolina da pesce non conservi ormai alcun ricordo dei mesi trascorsi in bagno nell'acqua verdescuro, dei giorni di diguno e delle per lui terribili pizzicate di sale che arrivavano quando si aspettava il cibo... so già che presto il ricordo di questa avventura sbiadirà anche nella mia di testolina, ma la data del 10 Giugno sarà da oggi associata ad un altro evento postivo: l'anniversario del ritrovo di Goldie e Giasone.
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Re:La storia dei due carassi « Rispondi #29 data: 11 Giugno 2014, 09:01:42 » |
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