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Home Forum | UraniaMania Forum... | Generico | Discussione: Il lessico «prec succ»
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  Autore  Discussione: Il lessico  (letto 1476 volte)
nusmas


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Il lessico
« data: 15 Aprile 2015, 16:58:00 »
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ciao a tutti, scrivo per avere qualche vostra opinione.
cosa ne pensate de lessico della fantascienza?
per i più anziani, come trovate che sia cambiato nel corso dei decenni?

personalmente ritengo che tanti, troppi aiutori, utilizzino paroloni non necessari per il solo motivo che questo è quello che si pensa debba stare dentro a questo genere di libri.
trovo ancora più nauseante lo stile di quei pochi autori italiani di cui ho avuto il dispiacere di leggere mezza pagina.
lo ammetto, sono un pò condizionato dal fatto di aver studiato linguistica e di essere quindi in grado di modificare il registro del mio parlare come più mi aggrada, ma sono finito con il capire che alla fine è sempre meglio pane al pane...
adoro quei libri con un linguaggio medio, scorrevoli, che puntano sulla ricchezza di situazioni più che sul mostare quando un autore conosca parole insolite e di cui quasi sempre non ha nemmeno la reale conoscenza di utilizzo e finisce per creare ambiguità e disgustosi rallentamenti nel flusso di lettura.

poi quando vedo nomi propri italiani in un libro di fantascienza mi si gela il sangue. ci sono cose che non vanno bene assieme. oltre che molesti sono pure indiscutibilmente cacofonici.
« Ultima modifica: 15 Aprile 2015, 16:58:38 di nusmas » Loggato
MILES VORKOSIGAN


Uraniofilo

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Re:Il lessico
« Rispondi #1 data: 15 Aprile 2015, 18:08:12 »
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Credo che molto sia in mano a chi traduce il romanzo, sarebbe da verificare se effettivamente la traduzione sia fedele o il traduttore arbitrariamente inserisca vocaboli diversi. Nel caso di autori italiani non mi pronuncio, al momento non ho ancora letto nulla.
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mishita


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Re:Il lessico
« Rispondi #2 data: 16 Aprile 2015, 00:44:28 »
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Citazione da: MILES VORKOSIGAN il 15 Aprile 2015, 18:08:12

Credo che molto sia in mano a chi traduce il romanzo, sarebbe da verificare se effettivamente la traduzione sia fedele o il traduttore arbitrariamente inserisca vocaboli diversi. Nel caso di autori italiani non mi pronuncio, al momento non ho ancora letto nulla.


La traduzione dev'essere fedele ma non deve ricalcare parola per parola la frase originaria. Ogni lingua ha la sua "cadenza", i suoi modi di dire, etc.
La bontà del traduttore si vede dal fatto che riesce a non perdere il senso della frase originale senza stravolgerla e rendendola allo stesso tempo fluida della lingua nella quale traduce.
A volte capita che il traduttore inserisca arbitrariamente vocaboli che non hanno nulla a che fare con la frase originale, ma (si spera) solo per renderla più facilmente interpretabile al lettore.
I grandi traduttori di SF erano in primis voraci lettori e possedevano (e possiedono) una cultura lessicale di tutto rispetto (Curtoni, Valla, Staffilano, i migliori secondo il mio parere).
Oggigiorno, vuoi per mancanza di cultura, vuoi per la crisi economica, chiunque si può improvvisare traduttore ma i risultati (pessimi) si vedono.
Non esiste una traduzione "perfetta" così come un traduttore "perfetto". Chi si ostina a tradurre in modo pedissequo la frase originale con la scusa della "purezza" della traduzione sbaglia alla grande, così come dall'altra parte, sbaglia chi interpreta fin troppo liberamente un testo.
In Italia c'è poi da considerare il fatto che soprattutto per le pubblicazioni da edicola ci si deve adattare ad un formato prefissato (di pagine ad esempio) e di conseguenza, oltre alla traduzione intervengono anche i tagli all'opera originale per adattarla al mercato. Queste due cose insieme producono spesso e volentieri delle aberrazioni rispetto al testo originale.
L'ideale sarebbe poter leggere il testo in originale, ma dovremmo essere tutti poliglotti e ciò non è sempre possibile.
Chissà che in un futuro fantascientifico non basterà inserire un chip o caricare un programma stile Matrix nel cervello e assorbire migliaia di informazioni in un secondo, potremmo trasformarci tutti in "biblioteche" viventi, portando all'estremo la conservazione delle tradizioni come è sempre avvenuto fin dall'antichità (prima via orale, con le persone che si tramandavano le storie della tribù di padre in figlio e poi con i pittogrammi, le pergamene, i libri...).

saluti
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Re:Il lessico
« Rispondi #3 data: 16 Aprile 2015, 01:09:07 »
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Citazione da: mishita il 16 Aprile 2015, 00:44:28

'ideale sarebbe poter leggere il testo in originale, ma dovremmo essere tutti poliglotti e ciò non è sempre possibile.
Chissà che in un futuro fantascientifico non basterà inserire un chip o caricare un programma stile Matrix nel cervello e assorbire migliaia di informazioni in un secondo, potremmo trasformarci tutti in "biblioteche" viventi ...

E' un OT, scusate, ma è proprio quello che fanno i cronodective della Pattuglia del tempo di Anderson, ciclo che ho in lettura...

Affascinante, ma dovremo aspettare ancora un po'.  
« Ultima modifica: 16 Aprile 2015, 01:09:39 di Fantobelix » Loggato
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Re:Il lessico
« Rispondi #4 data: 16 Aprile 2015, 09:41:14 »
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Se l'utilizzo di paroloni sia necessario o meno dipende dal contesto e dalla proprietà con cui sono utilizzati, e certamente con gli anni si è modificato lo stile e le parole usate, in fondo le lingue sono vive e come tali soggette a modifiche e anche a mode, poi eventualmente dovremmo discutere cosa intendi con anziano, io leggo Fantascienza da più di 35 anni ma non mi considero anziano, un punto su cui non sono d'accordo e di considerare gli autori Italiani come incapaci di scrivere Fantascienza, secondo me ne esistono, come in tutti i paesi di ottimi e di pessimi con tutta la gradazione possibile in mezzo, certo che gli autori stranieri hanno già subito una scrematura nei loro paesi, per cui quelli che vengono tradotti da noi, dovrebbero aver perso (per cosi dire ) la parte peggiore, ma non è che gli autori americani (per esempio) siano complessivamente più bravi.
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Re:Il lessico
« Rispondi #5 data: 16 Aprile 2015, 10:08:41 »
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Nel mio piccolo, ho tradotto alcuni raccunti, dei quali un paio pubblicati (non faccio pubblicità). Devo dire che le traduzioni non sono
e non devono, mai, essere letterali, perchè in altre lingue (parlo dell'inglese, per me) ci sono modi di dire intraducibili in italiano.
Non lo faccio di mestiere, solamente per passione, ci impiego il tempo che mi serve e, a parer mio, penso che le traduzioni siano venute
bene (da qualcuno, che se ne intende, ho avuto apprezzamenti). Generalmente inizio con una traduzione letterale, poi rileggo il tutto alcune volte,
correggendo la prima stesura, così da far scorrere la frase in italiano in maniera fluida, cambiando alcuni termini diventati obsoleti e alcuni modi
di dire che hanno senso solamente nella lingua originale.
L'italiano è la mia lingua madre, ma ho vissuto alcuni anni in un paese di lingua inglese (veramente le lingue ufficiali erano due, con almeno un'altra decina
di lingue locali), ma ho letto moltissimo... qualche centinaio di libri (non specifico quanti per non farvi passare paura).
Leggete, almeno cercate, di leggere in originale, ne vale la pena. Sarà difficile le prime volte, lasciate perdere se non riuscite a tradurre ogni singola parola
ma cercate di capirne il senso... il resto arriverà piano piano, e sarà una grandissima soddisfazione.
w.
« Ultima modifica: 16 Aprile 2015, 10:10:18 di waferdi » Loggato
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Traduttore di: 'Fratello della Nave' di Aliette De Bodard; 'Veritas' di Robert Reed; 'La Stanza delle Anime Perdute' della Rusch. Co-traduttore di 'Santiago' di Resnick; di 'Oggi sono Paul' di Shoemaker pubblicato su Quasar, e di 'Base di Settore: Venice' della Rusch. Nel 2020 di M.D.Rivera 'Nel Buio tra le stelle' e 'Il velo delle stelle'.
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Re:Il lessico
« Rispondi #6 data: 16 Aprile 2015, 13:05:07 »
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Citazione da: waferdi il 16 Aprile 2015, 10:08:41

Nel mio piccolo, ho tradotto alcuni raccunti, dei quali un paio pubblicati (non faccio pubblicità). Devo dire che le traduzioni non sono
e non devono, mai, essere letterali, perchè in altre lingue (parlo dell'inglese, per me) ci sono modi di dire intraducibili in italiano.
Non lo faccio di mestiere, solamente per passione, ci impiego il tempo che mi serve e, a parer mio, penso che le traduzioni siano venute
bene (da qualcuno, che se ne intende, ho avuto apprezzamenti). Generalmente inizio con una traduzione letterale, poi rileggo il tutto alcune volte,
correggendo la prima stesura, così da far scorrere la frase in italiano in maniera fluida, cambiando alcuni termini diventati obsoleti e alcuni modi
di dire che hanno senso solamente nella lingua originale.
L'italiano è la mia lingua madre, ma ho vissuto alcuni anni in un paese di lingua inglese (veramente le lingue ufficiali erano due, con almeno un'altra decina
di lingue locali), ma ho letto moltissimo... qualche centinaio di libri (non specifico quanti per non farvi passare paura).
Leggete, almeno cercate, di leggere in originale, ne vale la pena. Sarà difficile le prime volte, lasciate perdere se non riuscite a tradurre ogni singola parola
ma cercate di capirne il senso... il resto arriverà piano piano, e sarà una grandissima soddisfazione.
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Re:Il lessico
« Rispondi #7 data: 29 Aprile 2015, 01:21:23 »
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Citazione da: mishita il 16 Aprile 2015, 00:44:28


Citazione da: MILES VORKOSIGAN il 15 Aprile 2015, 18:08:12

Credo che molto sia in mano a chi traduce il romanzo, sarebbe da verificare se effettivamente la traduzione sia fedele o il traduttore arbitrariamente inserisca vocaboli diversi. Nel caso di autori italiani non mi pronuncio, al momento non ho ancora letto nulla.


La traduzione dev'essere fedele ma non deve ricalcare parola per parola la frase originaria. Ogni lingua ha la sua "cadenza", i suoi modi di dire, etc.
La bontà del traduttore si vede dal fatto che riesce a non perdere il senso della frase originale senza stravolgerla e rendendola allo stesso tempo fluida della lingua nella quale traduce.


se pensate che la situazione delle traduzioni sia triste nel campo letterario, garantisco che in confronto al campo cinematografico e' un paradiso! da un tot di tempo ho preso la abitudine di guardare i film americani in dvd, in lingua originale. quando un dialogo e' troppo difficile (e a volte solo per curiosita') baro, e ascolto l'audio inglese con sottotitoli italiani, oppure, viceversa, confornto il doppiaggio con i sottotiloli inglesi. Il risultato e' devastante. Si dice che l'italia abbia una grande scuola di traduttori dialoghi e doppiatori, e forse 40 anni fa era anche vero. Adesso e' tutto un piattume e uno sfacelo: nessun tentativo di creare giochi di parole analoghi agli intraducibili originali, le battute semplicemente sostituite con un "sono d'accordo", scene drammatiche diventate incomprensibili perche' il doppiatore dice esattamente il contrario dell' attore.... sono veramente stupito che i cinema non siano deserti!
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Re:Il lessico
« Rispondi #8 data: 06 Maggio 2015, 13:12:23 »
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Io studio lingue, quindi anche linguistica e traduzione etc. E come te ho notato che molti autori, soprattutto italiani, usano paroloni, inutili periodi infiniti e sono prolissi all'inverosimile, sembra che scrivano più per autocompiacimento che per dare un senso alla storia, li ho mollati tutti dopo poche pagine e sto evitando tutti gli autori italiani (di fantascienza), tranne pochi eletti che danno maggior peso alla storia, alla trama e scrivono con uno stile "leggero" e scorrevole. Saranno anche gusti naturalmente, ma a quanto pare non sono l'unico che la pensa così.
Per quanto riguarda le traduzioni invece è già diverso, è impossibile fare traduzioni letterali, soprattutto per lingue che hanno modi di dire che nella nostra lingua non avrebbero alcun senso, o hanno impostazioni grammaticali completamente diverse, come il giapponese ad esempio, che si avvicina molto di più al latino che all'italiano corrente. Quindi il testo deve essere per forza di cose "trasformato", ma la cosa principale è rimanere il più fedeli possibile allo stile dell'autore, senza stravolgerne il testo o inventare parole e situazioni che nel libro nemmeno ci sono, basta prendere ad esempio "un libro fantasy divenuto famossissimo negli ultimi tempi, anche grazie alla serie tv, di cui evito di fare il nome per non offendere nessuno ma che sicuramente tutti voi sapete quale sia" non sono riuscito a finire neanche il primo libro per com'era tradotto, per le continue ripetizioni e verbi veramente assurdi ripetuti allo sfinimento, l'ho abbandonato del tutto e aspetto di avere il coraggio di leggerlo in inglese.
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