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Discussione: Urania 1566 (letto 4961 volte) |
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marben
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Re:Urania 1566 « Rispondi #17 data: 23 Gennaio 2011, 12:59:08 » |
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è logico aspettarsi che che un autore americano scriva e pensi da americano,usi abitudini da americano e guardi sport da americano. Si certo, ma Steele esagera un po'..questi arrivano su una colonia in un altro sistema solare e ci trovano una piccola comunità stile vecchio west, con tanto di saloon etc, dove si gioca, ovviamente, a baseball..l'unica concessione ad un futuro "pluralista" è che il protagonista si chiama Truffaut (perchè i genitori avevano un debole per il regista francese) e ha studiato all'Union Astronautica..per il resto è tutto a stelle strisce, molto poco plausibile in un futuro distante secoli da oggi. l'aspetto coloniale da americano è logico e semiplausibile,fino ad oggi sono stati i primi ed unici esploratori della luna Grazie ad un certo "crucco" di nome Von Braun, che usò un libro di Arthur Clarke ("L'esplorazione dello spazio") per convincere il presidente Kennedy a scucire i cordoni della borsa...vi ricordate (quelli "vecchietti" come me forse se lo ricordano) quando Piero Angela intervistava tal Rocco Petrone, capo progetto dell'Apollo 11? In realtà gli "americani" in quanto tali non esistono, sono tutti immigrati o discendenti di immigrati. La società americana è stata a lungo (almeno fino alla seconda guerra mondiale) molto "isolazionista" e questo ha certamente contribuito a rendere la loro cultura parecchio autoreferenziale. Come però dicevo nell'altro post, questo riguarda soprattutto il cittadino medio, non l'americano colto. Avendo conosciuto tutti e due i tipi te lo dico con sufficiente cognizione di causa. L'europeo medio, a parità di istruzione, è in genere più condapevole delle differenze culturali e linguistiche tra i vari paesi, questo proprio a causa di quell'"isolazionismo" di cui sopra. PS Siamo molto off-topic..
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« Ultima modifica: 23 Gennaio 2011, 13:01:15 di marben » |
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Re:Urania 1566 « Rispondi #18 data: 23 Gennaio 2011, 13:31:24 » |
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A onor del vero, il Premio Urania, in diverse occasioni, mi è parso troppo poco italiano! Quanto a Steele, purtroppo, bisogna ammettere che ci sono tutti, ma proprio tutti gli stereotipi americani (dal baseball
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"Dio è ciò che la mente diviene quando arriva al di là della nostra comprensione." Freeman Dyson |
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Re:Urania 1566 « Rispondi #20 data: 23 Gennaio 2011, 13:39:09 » |
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Ritorniamo un pò in Topic Ma davvero quando leggete un libro di Fs di poco più di 200 pagine per rilassarvi e passare qualche ora di sano e spassionato divertimento vi mettete a fare tutte ste pulci all'autore? Stile vecchio West o stile classico da basso impero, nomi anglossassoni o mittleuropei, baseball o calcio ? Siamo tutti terrestri o no? Il libro non è noiso, non è lento non è di difficile comprensione, è divertente, sufficientemente avventuroso ci sono le astronavi e finisce pure bene ....ma cosa volete di piu? E poi, è colpa degli americani se son loro a scrivere libri di fantascienza in cui si parla di astronavi e colonie spaziali? o è colpa degli autori italiani che non nè scrivono, o magari delle case editrici italiane che non nè pubblicano?
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marben
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Re:Urania 1566 « Rispondi #21 data: 23 Gennaio 2011, 14:26:13 » |
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citazione da DarkyoTra l'altro, mi sembra che tutti gli accenni "europeisti" nella storia abbiano una connotazione velatamente negativa... Ma qui forse è il mio pregiudizio che parla. Un bel po' di tempo fà George Washington invitava i suoi concittadini della neonata Repubblica a tenersi alla larga dalla "corrotta Europa".. citazione da BibliotecarioRitorniamo un pò in Topic Un libro di fs può suggerire considerazioni di vario genere; anche la mentalità e la cultura dell'autore sono elementi di interesse, non soltanto quanti occhi o antenne hanno i suoi alieni. citazione da BibliotecarioMa davvero quando leggete un libro di Fs di poco più di 200 pagine per rilassarvi e passare qualche ora di sano e spassionato divertimento vi mettete a fare tutte ste pulci all'autore? Anche peggio, se è per questo.. se uno legge attentamente certi libri di Dick si rende conto che non stà parlando del futuro, parla dell'America dei suoi tempi, e lo stesso per il miglior Simak, per Pohl etc perfino in Asimov si possono leggere in controluce certe sue esperienze di brillante intellettuale ebreo in una società allora molto più chiusa di oggi. In libro di fs può esserci molto di più di quello che appare in superfice..ecco perchè è una genere letterario così interessante.
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jashugan
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Re:Urania 1566 « Rispondi #22 data: 23 Gennaio 2011, 15:34:10 » |
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io penso che sia meglio che scrivano di quel che conoscono rpima di scrivere di noi riducen doci magari ad uno stereotipo(ve la immagginate la mafia nello spazio???). poi se lo scrivono bene tanto meglio!!! tutta o quasi la fantascienza viene da lì,di qualità o meno che sia ne producono a tonnellate,ne infarciscono film e fumetti e soprattutto i cartoni animati per bimbi. è un genere che da loro ancora tira mentre da noi giace ormai nell'oblio. non possiamo pretendere che ogni urania sia un best sellers,sarebbe da folli farlo. bollare questo romanzo come sufficiente solo perchè l'autore gli ha dato una connotazione molto "west" mi sembra follia. a questo punto,mi ripeto,protestiamo con Cameron perchè nel suo AVATAR c'erano troppi marines invece che lagunari,oppure,per questioni di pari opportunità poteva far fare il protagonista ad un congolese... trovo folle ragionare in questi termini,ma se avoi stà bene così,non stupiamoci se qualcuno si rompe le balle e chiude baracca e burattini...
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marben
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Re:Urania 1566 « Rispondi #23 data: 23 Gennaio 2011, 15:42:49 » |
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Citazione da: jashugan il 23 Gennaio 2011, 15:34:10 io penso che sia meglio che scrivano di quel che conoscono rpima di scrivere di noi riducen doci magari ad uno stereotipo(ve la immagginate la mafia nello spazio???). poi se lo scrivono bene tanto meglio!!! tutta o quasi la fantascienza viene da lì,di qualità o meno che sia ne producono a tonnellate,ne infarciscono film e fumetti e soprattutto i cartoni animati per bimbi. è un genere che da loro ancora tira mentre da noi giace ormai nell'oblio. non possiamo pretendere che ogni urania sia un best sellers,sarebbe da folli farlo. bollare questo romanzo come sufficiente solo perchè l'autore gli ha dato una connotazione molto "west" mi sembra follia. a questo punto,mi ripeto,protestiamo con Cameron perchè nel suo AVATAR c'erano troppi marines invece che lagunari,oppure,per questioni di pari opportunità poteva far fare il protagonista ad un congolese... trovo folle ragionare in questi termini,ma se avoi stà bene così,non stupiamoci se qualcuno si rompe le balle e chiude baracca e burattini...
| No jashugan, temo che tu abbia frainteso il discorso che stavamo facendo. Nessuno vuole i romanzi di fs con la mafia (anche se almeno due sono stati scritti..) o con i lagunari al posto dei marines..è ovvio e naturale che ogni scrittore scrive di ciò che conosce, anche quando scrive fs..si stava solo parlando di una visione molto "autoreferenziale" di parte della cultura americana prendendo casualmente spunto da certi aspetti del romanzo di Steele. Tutto qui.
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Re:Urania 1566 « Rispondi #24 data: 23 Gennaio 2011, 18:00:25 » |
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Citazione da: marben il 23 Gennaio 2011, 15:42:49 No jashugan, temo che tu abbia frainteso il discorso che stavamo facendo. Nessuno vuole i romanzi di fs con la mafia (anche se almeno due sono stati scritti..) o con i lagunari al posto dei marines..è ovvio e naturale che ogni scrittore scrive di ciò che conosce, anche quando scrive fs..si stava solo parlando di una visione molto "autoreferenziale" di parte della cultura americana prendendo casualmente spunto da certi aspetti del romanzo di Steele. Tutto qui.
| Comunque la tesi dell'amico Darkyo, " ma quanto è americano Allen Steele" è facilmente ribaltabile, stò giusto leggendo l'ultima fatica del bravissimo Evangelisti, e vi domando, ma quanto è Europeo Evangelisti? Con una aggravante di non poco conto, se un europeo legge Steele riesce a capire cosa stà leggendo, nel bene e nel male certa "cultura made USA" è universale, se ipoteticamente un libro della saga di Eymerich dove essere pubblicato in America e finisse nelle mani di un comune trentenne dalla cultura media, amante della fs, a mio modesto parere non ci capirebbe nulla. Fortunatamente bene o male il Biblio riesce a goderseli tutti e due
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marben
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Re:Urania 1566 « Rispondi #25 data: 23 Gennaio 2011, 18:10:36 » |
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Citazione da: bibliotecario il 23 Gennaio 2011, 18:00:25
Citazione da: marben il 23 Gennaio 2011, 15:42:49 No jashugan, temo che tu abbia frainteso il discorso che stavamo facendo. Nessuno vuole i romanzi di fs con la mafia (anche se almeno due sono stati scritti..) o con i lagunari al posto dei marines..è ovvio e naturale che ogni scrittore scrive di ciò che conosce, anche quando scrive fs..si stava solo parlando di una visione molto "autoreferenziale" di parte della cultura americana prendendo casualmente spunto da certi aspetti del romanzo di Steele. Tutto qui.
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Comunque la tesi dell'amico Darkyo, "ma quanto è americano Allen Steele" è facilmente ribaltabile, stò giusto leggendo l'ultima fatica del bravissimo Evangelisti, e vi domando, ma quanto è Europeo Evangelisti? Con una aggravante di non poco conto, se un europeo legge Steele riesce a capire cosa stà leggendo, nel bene e nel male certa "cultura made USA" è universale, se ipoteticamente un libro della saga di Eymerich dove essere pubblicato in America e finisse nelle mani di un comune trentenne dalla cultura media, amante della fs, a mio modesto parere non ci capirebbe nulla. Fortunatamente bene o male il Biblio riesce a goderseli tutti e due
| Salomonica chiusura del Biblio Comunque, non è che Steele o scrittori simili a lui siano degli sprovveduti, se li leggete attentamente qua e là traspare che la sanno molto più lunga di quanto non vogliano far credere. Stai tranquillo che Steele i romanzi di Evangelisti li potrebbe leggere senza troppi problemi, solo che deve compiacere il suo pubblico scrivendo in quel modo lì. Mica tutti sono Neal Stephenson o Gene Wolfe..americani anche loro ma capaci di coniugare una cultura superiore con l'intrattenimento.
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Re:Urania 1566 « Rispondi #27 data: 24 Gennaio 2011, 10:09:01 » |
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Citazione da: jashugan il 23 Gennaio 2011, 15:34:10 io penso che sia meglio che scrivano di quel che conoscono rpima di scrivere di noi riducen doci magari ad uno stereotipo(ve la immagginate la mafia nello spazio???). poi se lo scrivono bene tanto meglio!!! tutta o quasi la fantascienza viene da lì,di qualità o meno che sia ne producono a tonnellate,ne infarciscono film e fumetti e soprattutto i cartoni animati per bimbi. è un genere che da loro ancora tira mentre da noi giace ormai nell'oblio. non possiamo pretendere che ogni urania sia un best sellers,sarebbe da folli farlo. bollare questo romanzo come sufficiente solo perchè l'autore gli ha dato una connotazione molto "west" mi sembra follia. a questo punto,mi ripeto,protestiamo con Cameron perchè nel suo AVATAR c'erano troppi marines invece che lagunari,oppure,per questioni di pari opportunità poteva far fare il protagonista ad un congolese... trovo folle ragionare in questi termini,ma se avoi stà bene così,non stupiamoci se qualcuno si rompe le balle e chiude baracca e burattini...
| Su Avatar preferisco non esprimermi. Ma lì la questione è diversa. Il problema di Galaxy Blues non è l'ambientazione western, che tra l'altro mi è sempre piaciuta mescolata alla fantascienza (per esempio, ho molto amato la sfortunata serie televisiva Firefly), quanto piuttosto un eccesso di "americanismo" che rende poco credibili o addirittura ridicole certe scelte per un lettore europeo o, semplicemente, con un panorama culturale più variegato. Il pianeta di frontiera in cui si gioca a baseball, naturalmente, non è rilevante. Quello che mi ha un po' infastidito è il messaggio politico strisciante di questo genere di opere (perché molto spesso accade anche nel cinema), dove l'America (il pianeta che conserva la tradizione del baseball) diviene il baluardo di tutta una serie di libertà non meglio specificate, mentre il resto del mondo è teatro di ingiustizie e dittature che non consentono il pieno spiegarsi della personalità umana. Citazione:Se poi ci aggiungiamo che gli alieni sono dei truffatori (e si sa che nel capitalismo il truffatore è peggio dell'omicida) e che l'unico personaggio arabo è quello che mena l'alieno, la visione stereotipata del repubblicano (si può dire?) è fatta. |
Ma forse - lo ripeto - è solo una mia fissazione... Su tre romanzi letti, confermo la mia impressione su Allen Steele, uno scritttore piacevole da leggere ma provinciale.
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jashugan
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Re:Urania 1566 « Rispondi #28 data: 24 Gennaio 2011, 12:45:02 » |
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Re:Urania 1566 « Rispondi #29 data: 24 Gennaio 2011, 13:12:29 » |
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Citazione: Citazione da: jashugan il 24 Gennaio 2011, 12:45:02 se ci fai caso l'assonanza con gli arabi ce l'hanno anche gli alieni... comunque il geo centrismo politico degli americani ci è noto da tempo,solo che ora lo vedi più marcatamente. del resto il loro campionato nazionale di baseball si chiama WORLD SERIES!!! |
| Arabi, alieni, che differenza c'è? La politica americana non nasconde mica di sentirsi al centro del mondo. Il fatto è che quando sono gli americani - siano essi scrittori di fantascienza o sceneggiatori di film catastrofici! - a sentirsi al centro del mondo o dell'universo a me viene da sorridere. Personalmente preferisco romanzi un po' meno "stereotipati", come ad es. quelli di Silverberg pubblicati di recente su Urania Collezione che mi sento di consigliare a tutti. Naturalmente è una preferenza solo tendenziale, così Steele prende la sufficienza ma Alla fine dell'arcobaleno di Vinge per me è insufficiente.
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