Scatenata la follia atomica, bastano pochi minuti per scardinare alla base tutto il complesso sistema di civiltà che l'uomo ha lentamente edificato nel corso dei secoli, e per ridurre l'umanità a pochi individui sbigottiti dall'immensità del disastro, spaventati all'idea di essere rimasti gli unici al mondo terrorizzati per l'incapacità e l'impossibilità di trovare una risposta al loro domani. Le città, tutte le città della Terrà, si sono trovate in mezzo a torrenti di fiamme radioattive, ed ora sono simili a deserti fatti di case diroccate e cumuli di macerie, di vetri infranti e strade troppo silenziose. E allora, per non impazzire, i superstiti si aggrappano alla speranza che altrove, vicini o separati da loro da oceani e continenti non importa, altri esseri umani siano scampati all'annientamento, e che un giorno si incontreranno. Gli anni si sommano agli anni, e l'esigua umanità, già awiata sulla pericolosa strada dell'apatia che la porterà fatalmente alla decadenza, deve affrontare ancora un pericolo: ci sono altri uomini, ma la loro essenza umana è solo apparente, perché essi sono mutanti, nemici dell'uomo. E ancora l'uomo deve lottare, contro le sue paure, le sue incertezze, la sua apatia, per restare vivo e conservare a sè questa seconda Terra che è rinata dal caos, e preservarla da altre tragiche follie.
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