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I Classici della Fantascienza - Libra

 
 
Codice:3055      
 
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Media: 8.56
 
N. Volume:   3
Titolo:   City
Autore:   Clifford D. SIMAK (ps. di Clifford Donald SIMAK)
   Traduzione: Ugo MALAGUTI
   Copertina: ALLISON (ps. di Mariella ANDERLINI)
 
Data Pubbl.:   Luglio 1970 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   City, 1952
Note:  
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Cartonato con sovracoperta
Tipologia:   Principali Dimensioni:   140 x 203
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   308
 
 
  Ultima modifica scheda: bibliotecario 03/10/2018-10:53:25
 
   
 

 
 
Questo libro narra la storia dell'Uomo e del suo pianeta, la Terra, attraverso i secoli futuri, in una progressione abbagliante di visioni, indimenticabili e poetiche; è  l'opera che moltissimi considerano il momento più intensamente poetico di tutta la storia della fantascienza. Con la sua quieta, serena filosofia, con la sua magica capacità di evocare situazioni e paesaggi allo stesso tempo grandiosi e a perfetta misura umana, Simak ci descrive dapprima il graduale abbandono delle città, per una più serena vita nelle campagne; e poi ci accompagna nella descrizione della lenta espansione verso gli spazi cosmici, ci mostra la comparsa dei Mutanti, enigmatici figli della razza umana che di umano conservano solo una spietata, folle ironia, ci descrive il lento passaggio dell'eredità umana ai Cani, fedeli compagni dell'Uomo per millenni, ci parla dei robot che l'uomo ha creato a propria immagine, e degli alieni che popolano i suoi sogni cosmici. E, attraverso la rivelazione di un nuovo e totalmente inaspettato piano di esistenza su Giove, il gigantesco pianeta che sarà il nuovo Paradiso... o il nuovo Nirvana?... per tutto il genere umano, Simak si proietta nel buio dei millenni, quando l'intera razza umana sarà ricordata con il nome di una sola famiglia, i Webster, e l'antica casa sulla collina sarà un tempio e un memoriale lentamente dimenticato. E su tutto questo grandioso affresco di figure indimenticabili, gigantesca, si staglia la figura del più grande personaggio creato da uno scrittore di fantascienza: Jenkins, il robot antico, che nei suoi circuiti elettronici si aggrappa disperatamente al ricordo dell'umanità desiderata e perduta.