I tre racconti, inediti in Italia, che presentiamo, sono non solo tra i più celebri ma anche tra i più caratteristici di Lovecraft; i foschi paesaggi della Nuova Inghilterra, le antiche case della Boston puritana, il ricordo incombente dei processi alle streghe, le presenze extraumane o subumane che gettano a poco a poco il terrore fra gli uomini, tutti i temi cari a questo straordinario pittore dell'ignoto, sono qui rappresentati in una personalissima, allucinata galleria. L'americano H. P. Lovecraft, morto quasi sconosciuto nel 1937, gode oggi in tutto il mondo di una fama crescente. Negli Stati Uniti, una casa editrice sorta si può dire al solo scopo di pubblicare le sue opere, va raccogliendo perfino i suoi appunti, le sue note, le sue pagine sparse. In Francia, sono stati tradotti, in quattro volumi, i suoi racconti completi, e in molti Paesi europei varie antologie hanno provveduto a far conoscere il suo nome. Anche il cinema ha cominciato a interessarsene, e per l'anno in corso si annunciano tre film tratti da tre sue novelle. In Italia, patria del cavillo, un gravissimo, paralizzante quesito lo ha finora tenuto lontano dal grande pubblico: è Lovecraft da considerarsi l'ultimo discendente di Poe, da mettersi quindi nello scaffale dell'orrido, del soprannaturale; o si deve invece vedere in lui un precursore della fantascienza? Urania, ritenendo che nel caso di un narratore del livello di Lovecraft simili perplessità siano per lo meno fuori luogo, gli ha dedicato questo numero della rivista; e lascia libero campo ai lettori di pronunciarsi in merito all'opportunità della nostra iniziativa.
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