"Se vi piace la tronfia verbosità dei best-seller con pretese di alta letteratura", scrive Russell presentando questi racconti, "o se ritenete indispensabile che ogni storia racchiuda un profondissimo quanto rimasticato messaggio morale, questo libro non è per voi. Andate via. Sciò!". Il campo di lettura offerto dalla presente raccolta, in effetti, ci guadagnerà parecchio ad essere preliminarmente e perentoriamente sgombrato dai pedanti e dagli snob. Così, se vorremo puramente e semplicemente divertirci, potremo farlo senza tiraci addosso occhatacce di rimprovero. Ma resteremo ugualmente liberi di sospettare che Eric Frank Russell, oltre a saper costruire le sue storie come pochi, abbia anche lui, malgrado tutto, alcuni messaggi da comunicarci: quello metafisico del "Collezionista", per esempio, d'una sbigottita malinconia; o quello, sottilmente scettico, di "Una questione d'istinto"; o infine quello di "Io e la mia ombra", dove malinconia e scetticismo si convertono in un arguto, bonario incoraggiamento a sbrigarsela da sé. Per l'interpretazione di questi eventuali messaggi, comunque, non avremo bisogno di istituire paragoni con Kafka, o con Proust, o con Dio sa chi altro: avremo soltanto da mettere questa antologia, dopo averla letta, tra i libri che hanno qualche cosa dentro, e che una volta o l'altra ci verrà voglia di rileggere.
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