Quest'opera indimenticabile ci presenta un grandioso ritratto del lontano futuro, quando la Terra, dopo aver conosciuto un lungo periodo di splendore, ha perso la sua posizione di predominio ed è uno dei pianeti più poveri, una delle “acque stagnanti della Galassia". Il barbarico Primo Ciclo dell'umanità (dagli albori della civiltà all'incontro con le altre razze intelligenti delle stelle) è finito da decine di millenni, ed è finito da millenni anche l'illuminato Secondo Ciclo, in cui “i prodigi erano cosa di tutti i giorni", la durata della vita si misurava in secoli e secoli, e ciascun essere umano aveva a disposizione un'infinità di macchine d'ogni tipo. Il Secondo Ciclo, sotto tutti gli aspetti, era davvero “il miglior periodo in cui vivere", ma in pochi secoli la sua grande civiltà è stata distrutta da immensi cataclismi naturali. Ora, nel Terzo Ciclo, la Terra deve accontentarsi di un ruolo modestissimo nel sodalizio interstellare, e attende da mille anni la venuta degli Invasori: la razza che, secondo la leggenda, partirà un giorno dalla sua stella lontana e verrà a conquistare il nostro pianeta. Tracciando con grande sensibilità un'affascinante mescolanza di civiltà del passato e di prodigi scientifici del futuro, Robert Silverberg ha creato in Ali della notte un insuperabile affresco del futuro remoto: un futuro dolce e crudele, lirico e idealistico, che è anche una penetrante allegoria della condizione umana.
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