La diabolica fantasia dell'autore del Maestro e Margherita non perde la sua mefistofelica forza nei romanzi brevi, Cuore di cane e Le uova fatali. Strambi scienziati, cani randagi che bestemmiano, rettili che avanzano su Mosca popolano le storie di Bulgakov, metafore ironiche e visionarie di un disagio storico, simboli di un rifiuto profondo del sistema che governa la Russia post-rivoluzionaria. La prosa di Bulgakov si rivela straordinaria fin dai racconti, meno noti, della giovinezza, composti quando lo scrittore, appena laureato in medicina, era stato mandato in uno sperduto villaggio della Russia centrale, unico responsabile dell'ospedale. Umanissimi e stupefacenti per intensità, i Ricordi di un giovane medico raccontano con feroce realismo il duro impatto con la vita e la morte, la scoperta della responsabilità individuale che si rivela nel continuo conflitto fra una solitudine angosciosa davanti al male e un'inesausta volontà di combatterlo, di intervenire. Morfina è il diario di una tossicodipendenza che ancora una volta si apre, per metafora, su una condizione di malessere storico; è il reportage di un incubo che, iniezione dopo iniezione, spinge il protagonista al suicidio. Torna negli Appunti sui polsini la prosa diaristica. Lampi, frammenti, brevi annotazioni danno vita a un affresco della società letteraria sovietica, a una grande satira del mondo intellettuale russo e delle sue miserie. E, dietro la caricatura, tutta la sofferenza di un grandissimo scrittore, oggi piú che mai vicinissimo.
|