Spedizione di soccorso I racconti di A.C. Clarke, il massimo autore inglese di fantascienza, sono di così alto livello che la critica letteraria anche più schizzinosa dovette occuparsene fin dagli anni '50, quando la fs era esclusa dalla "vera" letteratura. A quelle agrodolci recensioni risale una sciocchezza che ancora oggi si sente ripetere da sedicenti "storici" della fs: Clarke nei suoi racconti ricercherebbe troppo il colpo di scena, punterebbe troppo sul finale a sorpresa. Ma perchè "troppo"? Tutto sta a vedere se il colpo è poi veramente di scena, se la sorpresa riesce poi veramente, e questo nessuno ha mai avuto il coraggio di negarlo. La verità è che Clarke non è solo un maestro degli scioglimenti fulminei e imprevisti, ma un nemico giurato delle chiacchiere e delle pretenziose diversioni, dei fumosi "messaggi" con cui tanti romanzi e racconti - di fs e no - cercano di nascondere la propria mancanza di nerbo narrativo. Ed è questo che tanti non gli perdonano. Il vagabondo dello spazio Anticonformismo e individualismo da una parte, allegria e fiducioso ottimismo dall'altra, sono cose che raramente vanno insieme, E perfino in fantascienza è difficile che il refrattario, il vagabondo, il ribelle, riesca a farcela contro la pianificatissima società del futuro. Il bello di Brown e invece che i suoi protagonisti, per poco che sappiano aiutarsi, il cielo li aiuta sempre, magari creando apposta per loro un mondo interamente nuovo, qualora il mondo vecchio sia troppo difficile da restaurare. Tanto più, dunque, il cielo aiuterà il contrabbandiere Crag di questa celebre storia anarchico-spaziale: dove il "vagabondo dello spazio" è lo stesso Crag, ma è anche la celeste entità che vola (letteralmente, ma nel modo più impensato) in suo soccorso. L'esperimento Quatermass St. James Park al crepuscolo. Su una panchina in riva al laghetto, di fronte alla piccola isola, una coppia di innamorati. Lei si sta mettendo il rossetto, lui guarda le anatre che nuotano nell'acqua ormai scura. RAGAZZA: "Sarà ora che andiamo, è venuto così freddo, tutt'a un tratto... Cosa guardi?" GIOVANOTTO (fissando l'isola): "Niente. Mi pareva... Non vedi qualcosa, laggiù?" RAGAZZA: "No, che cosa? Fa cosi scuro... Su, dobbiamo andare." Stacco sull'isola. Tra le canne s'intravede la figura di Victor Carroon che si sta trascinando verso la riva. Ciò che si può scorgere della sua pelle e scuro e grigio, con grandi macchie e noduli. Il suo braccio destro è una cosa senza vita, grande e ramificata come un cespuglio. In lontananza, come da un altro mondo, il campanile di Westminster suona i tre quarti... Dissolvenza. A Scotland Yard, l'ispettore Lomax è nel suo ufficio, con davanti dei rapporti e una tazza di caffè mezzo vuota... Siamo al terzo e ultimo - ma anche al più terrificante, sospensivo, perfetto - "fantasceneggiato" di Nigel Kneale. Il sole nudo Un delitto perfetto in un mondo perfetto: questa la situazione che il tenente Baley si trova di fronte sul pianeta Solaria, abitato da pochi uomini e molti robot. Su Solaria non c'è mai stato un assassinio, la violenza, sotto qualsiasi forma, non esiste più; e questo per la semplice e fondamentale ragione che i solariani non vengono mai in contatto gli uni con gli altri, hanno addirittura un orrore fisico dei propri simili. Eppure il morto c'è. E al primo, ne segue un secondo. E Baley, fra tanti alibi incrollabili, fra tanta innocenza, non tarda ad accorgersi che qualcuno - macchina o uomo - vuole toglierlo di mezzo.
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