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Schegge - Michele Di Salvo

 
 
Codice:79878      
 
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Titolo:   Dobb e gli adoratori di Fenrir
Autore:   Claudio FOTI e Daniele RAGAZZONI
   Copertina: Francesco DE SANTIS e Federico BACIOCCHI
 
Data Pubbl.:   Novembre 2003 ISBN:    8889000082
Titolo e/o Data Orig.:  
Note:  
 
Genere:   Libri->Fantasy
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   136 x 198
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   206
 
 
  Ultima modifica scheda: Mr.Chicago 03/10/2018-12:38:03
 
   
 

 
 
Le case basse erano silenziose e poco illuminate, quasi tutti i pescatori si erano ormai da tempo addormentati. L’alba sarebbe arrivata presto, e con essa il lavoro, come tutti i giorni del resto. Il piccolo porto, negli anni, era divenuto un discreto centro di commercio. La sua posizione estremamente favorevole, quasi al centro della costa orientale delle Terre, consentiva ampi traffici con le popolazioni distanti e quindi, per degli abili mercanti, come erano quelli del sud, rappresentava un vero e proprio ponte verso traffici interregionali. Le acque del mare prospicienti al porto, erano tranquille e abbastanza sicure, nonostante il vicino Orkland . Gli orchi, non erano molto propensi a saccheggiare le navi umane, preferivano, invece, gli assalti e le imboscate sulla terra ferma: infatti, era molto più pericoloso raggiungere il porto via terra piuttosto che via mare. Inoltre l’abilità degli uomini nel veleggiare era molto più sviluppata della loro, che si basava esclusivamente sulla spinta dei remi. La cittadina costiera, abitata da mercanti e da pescatori, era costituita principalmente da umani e in minima parte da elfi e da nani, questi ultimi rimanevano quasi sempre sulla terra ferma, dediti al commercio ed all’artigianato. La convivenza tra queste razze era comunque abbastanza tranquilla. Si era appena conclusa la festa dell’arrivo della primavera, si erano svolti i giochi tradizionali che, come ogni anno, avevano allietato la serata: dalla caccia alla strega all’incendio del drago, dall’attacco dei goblin al palo del nano. Innumerevoli bòtti erano state svuotate: la birra di Grudger era finita prima delle altre, subito seguita dal sidro di Yalethén e dal vino di Bergian . Lentamente tutti i partecipanti, cullati dalla musica dei menestrelli, si erano ritirati nelle proprie case e nelle locande, ma alcuni giacevano, completamente ubriachi, per le strade, l'alcool si era impadronito delle loro membra prima che queste fossero riuscite a ricondurli a casa. Così si erano addormentati ovunque, spossati ed intorpiditi dalla birra. Una comitiva di nani dei fossi sgambettava vociante ed ebbra nei vicoli della città bassa vicino ai moli del porto. Nessuno, se non qualche ombra più scura delle altre, ci fece caso. Neanche i ladri indipendenti erano interessati ai nani dei fossi: infatti non avrebbero trovato nulla di prezioso tra i loro oggetti personali. La Gilda dei ladri, invece, riposava già da un bel pezzo, essendo la festa della primavera considerata, anche da loro, giorno sacro e da dedicare interamente allo svago.