In un torbido futuro remoto (il 2890) viene ripubblicato un testo di otto secoli prima, che si credeva perduto. Appunto, Il Giardino dei Sette Crepuscoli, ambientato nel 2024, quando il mondo è alle prese con il quarto conflitto nucleare. A Barcellona, dove inizia la storia, tutti tentano di fuggire, in cerca di un'improbabile salvezza. Anche il protagonista fugge dalla città stremata, ma a lui tocca il privilegio di raggiungere un raffinato rifugio in un luogo impervio e bellissimo, forse sui Pirenei. Gli ospiti del rifugio, nell'arco di sette giornate, raccontano storie come in una sorta di Decameron nucleare: il primo narratore coinvolge nel proprio racconto altri narratori che espongono a loro volta altre storie, in qualche modo intrecciate tra loro, dando vita a una macchina romanzesca infinita. La vicenda a cui tutte le narrazioni riconducono è quella di un clan, famigliare ed economico, che è alla ricerca implacabile di un gioiello, la joia, il gioiello per antonomasia, ma forse anche - piú umanamente - la gioia. E, chissà, una sorta di Graal del terzo millennio. Per i protagonisti (e, inevitabilmente, per il lettore) la fantasia e la realtà hanno confini vaghi: passano, da un campo all'altro, storie e personaggi enigmatici o divertenti, allegorici o drammaticamente realistici. I due figli di Lluïsa Cros sono sopravvissuti al loro sanguinoso rapimento? Se sí, qual è la loro identità da adulti? Chi è il misterioso "Omega" che nessuno conosce e sembra governare tutto, ai limiti dell'onnipotenza? E cosa si nasconde nella Banca Mir, dietro le sue altalenanti e inquietanti vicende? La registrazione video in cui un' eterea ospite del rifugio interpreta mastodontici deliri sessuali, è autentica? Qual è il senso (astrale, cosmico, simbolico...) degli alberi che crescono -contro le leggi di natura - nel Giardino dei Sette Crepuscoli? Una delle molteplici letture che questo affascinante romanzo consente è suggerita nel testo: « Il mondo è il grande labirinto che non esiste da nessuna parte e che compare continuamente. Le sue leggi cambiano (e, quindi, è diverso)? Ecco l'esistenza. Sono immutabili (e, quindi, è uno)? Ecco l'universo. E il labirinto ha soltanto un'entrata e un'uscita per ognuno di noi, e scoprire il finale è un privilegio dei romanzi, ma non della vita».
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