Aleksandr A. Malinovskij, o come preferiva, con uno dei molti pseudonimi, Bogdanov è stato il più importante scrittore russo di fantascienza negli anni precedenti la Rivoluzione del ’17. Come non fu semplicemente, pur avendo lasciato una traccia in ognuno di quei ruoli, un agitatore e un politico, un economista, un medico, un filosofo, uno scienziato, (1873-1928), Aleksandr A. Bogdanov non fu un semplice scrittore di fantascienza ed utopie. La stella rossa, L’ingegnere Menni, il non scritto Il marziano rimasto sulla Terra, hanno certo interesse perché reggono il confronto con la letteratura rinomata a cui fanno eco direttamente, Guardando indietro di Bellamy e La guerra dei mondi di Wells, e documentano attese, d’ordine politico e sociale, scientifico e tecnologico, per l’epoca straordinarie. Ma sono prima di tutto digressioni, di un altro e non meno inaudito romanzo – la vita stessa dell’autore. In particolare, i romanzi citati - che descrivono una società marziana ove si è finalmente realizzato il socialismo perfetto e nei quali vi sono vari accenni sia alla teoria della tecnologia che alle tecnologie per realizzare trasfusioni di sangue (siamo nel 1908 e nel 1913, rispettivamente!) – permettono di considerare l’Autore come il vero antenato della fantascienza russa, sia grazie alle sue intuizioni profetiche (immagina registratori di voci, film a tre dimensioni, computer, automazione industriale) sia per la scelta di rappresentare problematiche legate alla politica e di presentare personaggi attivistici.
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