27 Dicembre 2018, 17:57:13 | Commento scritto da capricorno52 |
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Secondo volume della saga omonima , negli otto capitoli , questa volta, abbastanza collegati e coerenti fra loro, ritroviamo alcuni protagonisti , come Carlos Montero, che insieme ad altri nuovi personaggi , ci accompagnano nell’ avventura rivoluzionaria che frutterà l’indipendenza della luna Coyote dalla Terra. L’autore illustra , con uno stile di scrittura brillante e diretto , gli accadimenti della rivoluzione per raggiungere l’indipendenza ed un autogoverno democratico e libertario. La struttura del romanzo è composta di una raccolta di racconti separati , praticamente una saga nella saga , ove le personali esperienze di vita vissuta dei protagonisti sono rapportate alla realtà di Coyote. Il romanzo nel suo complesso è di genere avventuroso con alcuni tratti epici , le ambientazioni come le caratterizzazioni di gran parte dei personaggi , sono dall’ autore volutamente dirette a ricreare "lo spirito di frontiera" , fondamentale mito nordamericano. La netta separazione fra “buoni” e “cattivi”, che rende di fatto alquanto ingenue ed artefatte alcune parti del romanzo, è ottenuta anche grazie a un pizzico di fondamentalismo dell’ autore sulla storia ed modo di vivere nordamericano. Lettura piacevole , il romanzo è, sebbene di poco, migliore del precedente , tuttavia la costruzione in racconti separati non tutti della stessa qualità ed alcune parti abbastanza inverosimili non rende Coyote Rising un’ opera indimenticabile. | |||||||
13 Agosto 2018, 15:32:00 | Commento scritto da galions |
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‘Coyote Rising’ è il titolo intermedio della saga che l’autore americano Allen Steele ha ambientato sull’immaginario satellite abitabile di ‘Coyote’ nel sistema planetario della stella 47 Ursae Majoris. Se non avete letto il romanzo introduttivo ‘Coyote’ questo commento riserva certamente degli spoiler. * * * Innanzitutto secondo il sottoscritto è necessario leggere i romanzi in sequenza, anche se la comprensione di questo titolo non è compromessa da una lettura autonoma, i personaggi sono gli stessi del primo romanzo e gli eventi sono strettamente legati: l’epilogo di ‘Coyote’ è il prologo delle vicende di ‘Coyote Rising’. Sulla Terra il furto dell’astronave ‘Alabama’ ha gettato un discredito tale sulla dittatura da cui sono fuggiti i primi coloni di Coyote da averne agevolato la dissoluzione, ma gli ex Stati Uniti d’America sono caduti dalla padella della Repubblica Unita nella brace di un nuovo regime di stampo collettivista chiamato Unione. Quest’ultima ha lanciato altre astronavi alla volta di ‘Coyote’ e purtroppo per i coloni dell’Alabama si tratta oltre che di altri coloni, anche di centinaia di militari che scortano i dirigenti del nuovo partito, decisi a riprodurre il collettivismo oltre i confini del sistema solare. Questo avvicendamento politico non è granché convincente, ma innesca lo scontro militare che oppone i coloni dell’Alabama, gelosi della libertà che si sono conquistati impadronendosi dell’astronave e affrontando i pericoli del viaggio interstellare, coltivando le terre di Coyote e consolidando il loro insediamento umano, contro l’arroganza degli ultimi arrivati ispirati dalla prospettiva della conquista. Tutto questo significa che l’esplorazione di Coyote è destinata ad essere trascurata, le vicende umane prendono il sopravvento sul fascino dell’incontro dell’uomo con un mondo completamente nuovo e ripropongono il tema dell’uomo come peggiore nemico di sé stesso. Questo romanzo mi ha fatto pensare alla serie televisiva zombie ‘Walking Dead’ dove con il passare delle puntate gli zombie vedono sbiadire il loro ruolo per finire con il fare da cornice alle beghe tra uomini. Lo stesso accade in Coyote Rising, gli uomini sono troppo presi ad affrontarsi tra loro per dedicarsi alla colonizzazione e all’esplorazione, e solo la natura aliena e distruttiva di questo pianeta può richiamare l’attenzione sulle vere priorità. Questo non toglie fascino alla narrazione di Steele che mantiene il suo stile asciutto ed essenziale che ho particolarmente apprezzato già in Coyote, la traduzione di Giulia Failla è impeccabile, e direi anche quella del primo romanzo di Fabio Feminò, anche se per dovere di cronaca riporto la polemica sulla riscrittura di un paio di capitoli di Coyote in accordo con Steele per rientrare nei limiti di foliazione della collana, che se da un lato è un’operazione discutibile, dall’altro non ne ha affatto compromesso la comprensione come altri lettori hanno scritto. Coyote Rising non soffre per nulla la sindrome dei titoli intermedi delle trilogie, per cui la storia ha una sua degna conclusione che non comprende la necessità di leggere l’ultimo capitolo per essere apprezzata a dovere. Taluni personaggi sono ben descritti, evidenziando l’evoluzione della loro personalità e della loro psicologia, soprattutto per i protagonisti che sono giunti su Coyote da adolescenti. Altri invece, specie gli antagonisti, sono figure monocromatiche che esprimono solo fedeltà politica e fermezza senza razionalità, anche a rischio dell’autolesionismo. L’appuntamento finale è con ‘Coyote estrema frontiera’, tutti i volumi sono disponibili in versione digitale, laddove la ricerca delle bancarelle dell’usato dovesse fallire. Buona lettura. | |||||||
20 Agosto 2017, 18:49:38 | Commento scritto da Marcos |
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Meglio del primo romanzo, più avvincente e carico di mistero e ci fa ricordare in versione SF la frontiera del vecchio west trasportato nello spazio della galassia dell'orsa maggiora. Non vedo l'ora che pubblichino il terzo romanzo di Steele. | |||||||
28 Luglio 2017, 18:58:03 | Commento scritto da Free Will |
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La seconda puntata della trilogia di Coyote è migliore del primo romanzo. Tuttavia i difetti non mancano, soprattutto per la mancanza di credibilità delle situazioni. Innanzi tutto non si spiega perché la maggior parte dei coloni si ostini a vivere, o meglio a cercare di sopravvivere, in una specie di "slum", fetido schifoso, senza risorse, e nello stesso tempo a rendersi praticamente schiavi della cosiddetta Unione con i suoi politici e soldati, così cattivi e sadici. Certo una minoranza scappa per andare a fondare altrove piccoli villaggi dove si sta un po' meglio, ma si vive sempre in maniera selvaggia. Poi arriva la guerriglia e dopo una rivolta vera e propria che cerca di ristabilire un senso di giustizia, di dignità e di libertà. Per carità, lo stile di scrittura è molto lineare e piacevole (in fondo si tratta sempre di Allen Steele, perbacco!), la maggior parte dei personaggi è ben caratterizzata (anche se non si capisce la necessità di includere alcuni di loro, come le donne che suonano il piffero, che non danno alcun contributo alla trama), ma la storia è troppo frammentata (si capisce che si tratta di un insieme di racconti appiccicati fra loro). C'è poi il solito vizio di una visione del mondo (e anche dell'universo) limitata agli Stati Uniti (qui, bontà sua, esteso un po' anche ai Caraibi ed al Messico) come se il resto del mondo non esistesse; c'è persino uno stucchevole riferimento ai colori della bandiera americana, al suo inno e perfino alla sua Costituzione. Però il difetto più grosso è anche il maggior pregio di questo romanzo: si immagina l'America in cui governa un assurdo regime comunista, particolarmente spietato, che riesce a durare per secoli! Però il bello è che l'autore tratteggia tale regime per quello che è, calcando decisamente la mano su tutte le sue aberrazioni. Meno male! Solo per questo motivo non posso esprimere un voto troppo negativo. Però mi scoccia il fatto che mi toccherà leggere anche il terzo libro della serie, solo per chiuderla e sperando in qualche miglioramento. | |||||||
07 Luglio 2017, 21:10:04 | Commento scritto da cat |
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Storia coinvolgente. La complessità della trama non va a discapito della facilità di lettura.Piacevole. | |||||||
29 Aprile 2017, 22:23:11 | Commento scritto da zecca_2000 |
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Penso che la la forma narrativa piu' adatta a Steele sia il romanzo. Mediamente il voto che do ai romanzi di steele e'8, 8,5. Il presente e' un romanzo ciclico, ossia un fix up di 8 racconti/romanzi brevi (9 se includiamo il prologo), di cui uno era gia' apparso in una delle antologie del meglio dell'anno. L' opera e' godibile, buona sana FS heinleiniana, intelligente. Il punto piu' alto si ha nel finale, col romanzo breve IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE. Voto 7+, 7,5 | |||||||
19 Marzo 2017, 17:50:43 | Commento scritto da astrologo |
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Ma non mi piace Steele Voto 6,5 | |||||||
29 Dicembre 2016, 13:37:00 | Commento scritto da doge |
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Dopo Coyote,questo libro ne è la degna continuazione..la vecchia Terra con la sua vecchia politica non vuole mollare la presa anzi,rincara la dose con altre navi e altri militari e i nostri protagonisti (molti dei quali abbiamo conosciuto ancora adolescenti) faranno di tutto per dare ai nuovi abitanti di Coyote,presenti e futuri,un futuro in cui credere:-) Voto:8 | |||||||
04 Novembre 2016, 14:29:38 | Commento scritto da Oldman |
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Veramente molto bello. Questo è scrivere SF! | |||||||
03 Ottobre 2016, 14:42:36 | Commento scritto da bibliotecario |
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Continua l'epopea dei coloni del sistema 47 Ursae Majoris e noi proseguiamo la lettura da dove l'avevamo interotta alla fine di "Coyote". Anche questo romanzo, come il precedente, e' composto da una serie di racconti tutti strettamente legati fra loro. Sulla falsariga della rivoluzione americana, Steele ci consegna un ottimo romanzo avventuroso che di sicuro diverte e si fa leggere con piacere. | |||||||
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