24 Maggio 2016, 12:19:52 | Commento scritto da clisimak | | |
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26 Giugno 2013, 16:44:27 | Commento scritto da Free Will | | |
Siamo ancora dalle parti del "dopobomba". Ma anche di "Ubik", della "caccia agli androidi", della "redenzione immorale", e pure del "rapporto di minoranza" con i soliti pre-cog. In fin dei conti Dick scrive sempre il solito romanzo di distopia, con un barlume di speranza finale. Qui risulta piuttosto ermetico e perfino allucinato, ma non c'è da stupirsi, viste le abitudini con l'LSD dell'autore ai tempi in cui l'ha scritto. Dick come al solito dimostra grande intuito sulle invenzioni del futuro, come ad esempio il pc, lo scanner, la TV 3D, ecc. Ma la storia qual è?. C'è un regime oligarchico ed il popolo costretto a vivere e lavorare sotto terra in appositi "formicai", come vengono esplicitamente chiamati certi ambienti. Ci sono complotti politici piuttosto intricati, con propaganda da minculpop. E c'è un tentativo di riscatto e di ribellione, per nulla scontati. Per il resto il romanzo è scritto in modo non lineare, con un linguaggio spesso incomprensibile, con grande voglia di citazioni letterarie e, comunque, estremamente noioso.
Ho assegnato il massimo dei voti per non essere accusato su UM di lesa maestà. E per far finta di essere intelligente al punto di capire ciò che ho letto. |
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17 Luglio 2011, 14:25:39 | Commento scritto da Darkyo | | |
Le fantasie paranoiche di Dick si fanno sistema in questo romanzo dalla complessa ambientazione: con l'uso dei mass media, la realtà in cui si muovono i personaggi è controllata da una guida politico-burocratica, che mantiene un segreto che risale al secondo conflitto mondiale. Avvincente e profetico, ha uno dei finali più riusciti dell'autore. |
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15 Febbraio 2011, 14:25:03 | Commento scritto da wawawa | | |
Uno dei primi libri che ho letto di Dick. Semplicemente meraviglioso nella sua tristezza ironica. |
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23 Febbraio 2009, 10:09:04 | Commento scritto da marsman60 | | |
una bella storia plausibile oggi ancor piu' di allora (1964) unico neo e' sempre il viaggio nel tempo come puo' un indiano del 1400 raccapezzarsi e sfruttare roba tecnologica del 2000. |
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30 Aprile 2008, 14:45:09 | Commento scritto da luciana | | |
Evidentemente ho una mente troppo semplice per comprendere le arguzie di questo scrittore. L'unico libro di fantascienza di cui, sinora, non sono riuscita a capire nulla. |
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19 Aprile 2007, 13:15:20 | Commento scritto da lolinhozzo | | |
La perla del libro, a mio avviso, sono i due famosi falsi documentari A e B, due pezzi di bravura grazie ai quali Dick sferra un duro attacco al maccartismo e all'estrema destra revisionista americana (ed europea). Nota bene: negli ambienti dell'estrema destra americana più visceralmente anticomunista degli anni '50 e '60 c'è stato per davvero qualcuno che ha sostenuto che Roosevelt fosse un filocomunista a servizio di Stalin, non è un'invenzione della fantasia di Dick!!!
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06 Giugno 2005, 13:09:50 | Commento scritto da francibass | | |
Sono giunto alla conclusione che per Dick la fantascienza e' un pretesto, un pretesto per portare alle estreme conseguenze i suoi temi di sempre: la sofferenza umana e la strumentalizzazione dell'informazione. E a questo punto Dick appare attualissimo e scrive di una realta' che si sta materializzando anno dopo anno dove la tecnologia rappresenta lo strumento decisivo per mantenere l'oligarchia imperante. In questo senso Dick NON e' uno scrittore di fantascienza! Il suo narrare rimane saldamente ancorato all'interno del punto di vista piu' profondamente umano, le invenzioni tecnologiche - le autofab, la macchina Gestalt-machen, i formicai, i plumbei - non sono che escamotage per aumentare le contraddizioni, l'angoscia di fronte all'ingiustizia e alla menzogna. La narrazione e' piuttosto statica e lascia grande spazio ai pensieri dei protagonisti - e' un'opera che forse si potrebbe rappresentare in teatro - dei quali viene data una descrizione fisica solo quando indispensabile ai fini del racconto. Grande rilevanza ha anche l'intrigo politico, che muove la trama fino alla conclusione volutamente incompleta, dove viene sancita la necessita' della falsita': proprio per questo la verita' e' penultima. Le continue elucubrazioni dei personaggi appesantiscono un po' la lettura, lasciare un po' di spazio alle riflessioni del lettore secondo me non e' peccato. |
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08 Maggio 2005, 21:21:07 | Commento scritto da Stormbringer | | |
Come era prevedibile aspettarsi da simile autore un libro bellissimo. |
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06 Maggio 2005, 14:14:32 | Commento scritto da Avatar | | |
Un buon liro. Philip k. Dick non si smentisce mai, un vero visionario dei possibili futuri. |
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