Brian M. Stableford fa qualcosa di molto simile a quello che avevano già fatto i due Wellman con "La guerra dei mondi di Sherlock Holmes": mescolare, cioè, personaggi storici e letterari inserendoli in una trama per fargli vivere una avventura in una ipotetica realtà romanzesca. I due Wellman, padre e figlio, tuttavia, si "limitano" a far vivere ai personaggi di Conan Doyle l'avventura descritta ne "La guerra dei mondi" narrata da H.G. Wells, senza mettere troppa carne al fuoco e limitando al minimo la commistione tra personaggi reali (credo vi sia il solo Wells che compare peraltro solo nel ruolo di cronista "disinformato" dei fatti) e personaggi letterari. Stableford, invece, si spinge ben oltre chiamando in causa da un lato Bram Stoker, H.G. Wells, Nikola Tesla, William Crookes, Oscar Wilde e da un altro due personaggi facilmente identificabili con il conte Dracula e Sherlock Holmes, per fargli vivere una trama molto alla Agatha Christie (del tipo "invito una serie di personaggi degni di nota, gli racconto una storia interessante e poi, prima di terminarla, muoio in circostanze misteriose costringendoli ad indagare"); una trama, cioè, da giallo, incentrata su un racconto assai simile alla storia de "La macchina del tempo" di Wells.
Ne viene fuori un pasticcio letterario assai ardito ed interessante che purtroppo, a mio modesto avviso, scorre troppo lento nella parte iniziale e troppo velocemente nella parte conclusiva, arrivando ad un finale convulso che, pur non lasciandomi pienamente soddisfatto, mi è parso assai adeguato alla storia e l'unico in effetti possibile.
La postfazione dell'autore è una lettura indispensabile per comprendere appieno la portata del suo "esperimento" e fornisce numerose ed importanti "coordinate" per poter meglio afferrare tutti i risvolti di questa sua complessa ucronia, identificando puntualmente personaggi storici e quelli che l'autore definisce "espedienti letterari". Leggendo il romanzo si ha quasi la sensazione di vivere un sogno, un sogno nebbioso e particolarmente suggestivo, animato da personaggi credibili e ben delineati: un romanzo che, se curato in modo migliore, poteva diventare uno dei massimi capolavori del genere. Tutto sommato lo valuto discretamente e credo che rappresenti un buon modo per iniziare il nuovo anno di letture. |