21 Gennaio 2020, 19:23:10Commento scritto da galions
Voto: 6.50
Secondo romanzo della trilogia ‘Lightless’ dell’autrice americana C.A. Higgins, ho letto in altre recensioni che ‘Supernova’ non è nato dalla spontanea ispirazione della giovane scrittrice laureata in fisica, ma è un titolo che le è stato commissionato dall’editore per sfruttare il successo dell’esordio.
In effetti, almeno nella prima parte, la lettura non è propriamente brillante, anzi gli eventi pur susseguendosi con un certo ritmo, suscitano al contrario la brutta impressione che non accada nulla di importante, perché la Higgins sembra limitarsi ad elencarli invece di descriverli.
Proseguendo la trama migliora entrando più nel dettaglio sia degli accadimenti che dei personaggi.
‘Supernova’ non è autoconclusivo, ma va letto nell’ordine con gli altre due titoli, chi vuole evitare spoiler si fermi qui.
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‘Senza luce’ termina con la vittoria della ribellione della Mallt-y-nos con il terribile sacrificio della Terra, distrutta dalle bombe sottratte al Sistema e la detonazione coordinata delle centrali nucleari.
Parallelamente alla contrapposizione politico-militare la Higgins racconta l’evoluzione dell’astronave ‘Ananke’ verso l’autocoscienza senziente innescata da Matthew Gale nel romanzo d’apertura.
Tutto il romanzo procede con lo sviluppo di queste due vicende apparentemente separate, ma che il lettore sa che finiranno per saldarsi.
L’ambientazione si apre all’intero sistema solare, viene svelata l’identità della Mallt-y-nos, ma la stessa ribellione pur inanellando altre vittorie a poco a poco va disgregandosi perdendo protagonisti importanti.
Althea Bastet a bordo dell’Ananke si trova a confrontarsi con la neonata personalità di un’astronave dal potenziale enorme, ma dai sentimenti infantili di un’identità in formazione.
Essendo il romanzo intermedio della trilogia ‘Supernova’ può lasciare insoddisfatti, ma più che per il finale tronco, per l’eccessiva superficialità degli eventi militari delle prime cento pagine.
E’ solo nella seconda parte che comprendiamo quali sono i germi che insidiano la popolarità della ribellione e della sua leader, e come si evolve la contrapposizione psicologica nei dialoghi tra Althea e l’I.A. della nave ‘Ananke’.
Il romanzo d’esordio ha sicuramente un pizzico in più di scorrevolezza, nonostante la limitazione ambientale, mentre questo seguito richiede un po' di pazienza nella prima metà, ma la saldatura tra i due filoni narrativi getta le premesse per un finale interessante.
La traduzione di Lia Tomasich si mantiene sugli ottimi livelli di Annarita Guarnieri.
 
14 Luglio 2018, 10:30:44Commento scritto da astrologo
Voto: 4.00
Romanzo troppo pieno di inutili violenze e di continui genocidi e ammazzamenti vari. Deprimente anche l'astronave senziente, che non poteva non essere colpita dal virus della violenza fine a se stessa. Autrice molto anomala la Higgins allunga il brodo di una storia senza sugo, fatta di ribaltamenti assurdi, dove l'unica interprete che ha un fine, anche se sbagliato, capisce che non può continuare così e, pur potendo cambiare ancora le carte in tavola non lo fa.
 
26 Marzo 2018, 14:06:31Commento scritto da bibliotecario
Voto: 6.00
Questo seguito di Senza Luce ha deluso le mie attese, perdendosi in una serie di battaglie spesso senza senso, banali e inverosimili. Di rivoluzioni nello spazio interno hanno già scritto altri di ben altro spessore. Vediamo come la Higgins concluderà la storia nel prossimo volume "Radiate".
 
24 Febbraio 2018, 19:45:50Commento scritto da Oldman
Voto: 6.00
A mio parere l'autrice deve avere alcuni complessi caratteriali legati al suo pigmento di pelle. Infatti in questo romanzo tende sempre a mettere in luce (senza nessun senso) l'etnia dei suoi npersonaggi. Noto anche una certo accostamento tra le forze del "sistema" al terzo Reich e quelle dei ribelli al puro stile Staliniano. Bella la rispostandel ragazzo in ultimo quando gli viene chiesto da Costance se preferiva loro al Sistema e lui risponde: almeno loro sapevano quando fermarsi! Qui si assise ad una improbabile rivolta con carneficine e genocidi assolutamente gratuiti e non supportati dalla trama del racconto.nNon mi aveva entusiasmato "senza luce"; ma questo non mi piace proprio! Unici a salvarsi (per modo di dire) l'Ananke e Althea!
 
16 Febbraio 2018, 20:14:08Commento scritto da capricorno52
Voto: 6.00
Secondo Romanzo , del ciclo di tre “Ligthless”.
In questo romanzo l’autrice in parte abbandona le atmosfere claustofobiche ed i fitti dialoghi serrati che avevano contraddistinto il romanzo precedente “Senza Luce” , le ambientazioni  si ampliano  includendo  pianeti e satelliti  del Sistema Solare,  oltre ad Althea , il pilota, e,  Ananke , la nave senziente , nuovi personaggi , come Costance, occupano la trama centrale, che tratta della rivolta contro un regime inumano e totalitario,  “il Sistema” .
L’autrice continua a sviluppare le idee di base: una nave governata da una A.I. , un conflitto politico che si trasforma pian piano, senza motivazioni evidenti, nel genocidio della razza umana, lo sviluppo dei rapporto madre figlia , che si rivela alquanto problematico,  fra il pilota e la nave, fra l’ umano basato sull’ empatia e l’ inumano basato sulla logica.
A mio parere , la Higgins è una autrice , al momento sopravalutata , che ha buone idee ma è ancora grezza, il romanzo non trasmette “sense of wonder”, è lento , a volte ripetitivo, la narrazione è spezzata da feedback funzionali ?  per chiarire il rapporto fra alcuni personaggi ed i motivi base del conflitto,  ma che ottengono il risultato di far calare l’attenzione.
Le ambientazioni  non sono particolarmente curate dal punto di vista scientifico e tecnologico …. Terminali olografici , bracci meccanici … roba da XX secolo certamente incoerenti  con una possibile futura tecnologia dei prossimi secoli. Resta un mistero non spiegato il funzionamento del motore interstellare ad entropia ? e come si possa trasformare l’attrazione di un micro buco nero nell’ energia motrice di un astronave interstellare verso una specifica direzione. Poca azione e quasi assenza di colpi di scena rendono lo stile di narrazione uniforme, ben distante ad esempio da quello della Nagata in “Red”.
Romanzo poco piu’ che leggibile con gravi deficienze etiche , finale aperto a diverse ipotesi di trama e di possibile maturazione dell’ autrice , cosa che forse si potrà riscontrare nel prossimo libro “Radiate”.    
 
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