08 Ottobre 2011, 23:24:52Commento scritto da Darkyo
Voto: 7.50
Cominciato con forte scetticismo (Niven non è uno degli autori che preferisco), questo Urania si è rivelato essere una delle lettura più "voraci" degli ultimi tempi.

Marte, un mondo perduto: la prosa confusa, difficoltosa, a tratti illogica, non basta a sminuire la potenza evocativa delle idee geniali alla base del romanzo, ambientato su un Marte uscito dalla fantascienza più classica (Wells e Burroughs, naturalmente). Il viaggio nel tempo, spinto alle sue estreme conseguenze e mescolato con il viaggio nello spazio, è assolutamente affascinante e divertente. Scritto da un altro, forse sarebbe stato un capolavoro. Voto: 7.

Il ciclo di Svetz: in via del tutto... insolita, Urania accompagna il romanzo con i racconti degli anni Settanta, che narrano le simpatiche disavventure del viaggiatore temporale Svetz e che spiegano bene il motto dell'autore "I viaggi nel tempo sono fantasy". Leggeri e curiosi, piacevoli e - fortunatamente - leggibili. Se ne consiglia la lettura in ordine cronologico e, dunque, prima del romanzo. Voto: 8.
 
26 Marzo 2010, 21:36:32Commento scritto da cat
Voto: 2.00
Illeggibile. Il modo di scrivere di Niven limita la lettura dei suoi testi a pochi iniziati. Ha la stessa comprensibiltà delle profezie di Nostradamus. Per masochisti della lettura.
 
09 Dicembre 2009, 13:39:46Commento scritto da tehom
Voto: 6.50
Onirico, disimpegnato, a tratti causticamente divertente, questo in sintesi il giudizio globale sulla serie del cronoviaggiatore Anvylle Svetz, riproposto qui nella sua interezza.
C'è uno stretto legame tra i racconti originari della serie, che risalgono agli anni '70, e il romanzo che la chiude.
Nei primi Niven prende a prestito i miti della letteratura fantastica "alta" (l'unicorno, il lupo mannaro, la Balena Bianca, i vampiri ) inserendoli con nonchalance in gustose avventure temporali, nel romanzo sono invece quelli della fascia "bassa" ( i canali marziani, i piatti volanti, le cannoniere marziane wellsiane, le variopinte razze marziane di burroghsiana memoria) a fornire lo spunto  per una rutilante avventura dove è sistematica la strizzata d'occhio nei confronti del lettore, avventura che si dipana "innestandosi" , è proprio il caso di dirlo :) , nella grandiosa invenzione fantastica dell' Hangtree (o Gambo di fagiolo), lontano discendente dei meravigliosi "alberi a stadi" presenti nel ciclo dello Spazio Conosciuto.
Se si sta al gioco il godimento è assicurato, gli scettici, i cartesiani e i puristi troveranno invece questo testo ostico.
Un consiglio operativo di lettura: conviene iniziare dai racconti, che precedono cronologicamente e logicamente il romanzo, mentre nel volume la scaletta è rovesciata.
 
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