09 Aprile 2024, 10:52:40Commento scritto da galions
Voto: 9.00
Ottavo e penultimo romanzo della saga ‘The Expanse’ in cui ciascun titolo, essendo sequenziale all’altro, non può essere letto come romanzo autonomo, per cui il mio commento contiene inevitabilmente spoiler che se volete evitare dovete smettere di leggere.


L’alto console di Laconia Winston Duarte ha surclassato qualunque ambizione possa aver nutrito Jules Pierre Mao sulla protomolecola.
Grazie alla ricerca scientifica guidata da Paolo Cortazar e al campione sottratto alla fazione dell’A.P.E. di Fred Johnson, Duarte ha potuto implementare l’ingegneria militare necessaria per costruire astronavi in grado di subire colpi in battaglia senza conseguenze, e con esse si è impossessato della stazione di Medina acquisendo il controllo dell’intero traffico interplanetario tra i portali degli anelli, sottomettendo anche il sistema solare.
Ma tutto ciò non basta, lo studio delle potenzialità della protomolecola sembra poter alimentare aspettative concrete sul più ancestrale sogno dell’umanità: la sconfitta della morte.
Duarte in completo delirio di onnipotenza si serve inoltre delle competenze della dottoressa Okoye, che abbiamo già conosciuto nello scenario del pianeta Ilus, per compiere attacchi indiscriminati e ciechi volti a stanare qualunque forza o entità che abbia avuto un ruolo storico nell’annientamento dei creatori della protomolecola.
I fronti narrativi disponibili sono molteplici ed i due autori riempiono pagine su pagine come sempre ricchissime di azione, suspance e colpi di scena efficacissimi che avviluppano il lettore in un susseguirsi febbrile di eventi.
Azzeccati sono anche i consueti punti di vista che si alternano nel progredire della narrazione che si arricchisce di un personaggio davvero interessante capace di incidere soprattutto nel finale, anche se in questo frangente formulerei una critica asserendo che questo personaggio avrebbe dovuto avere un pizzico in più di maturità per giustificare la radicalità della sua scelta.
L’azione incalzante non esclude comunque la capacità di Abraham e Franck di saper toccare le corde della nostra sensibilità quando entrano nel merito della psicologia intima dei loro personaggi, individuando i tasti che ispirano i loro comportamenti coerentemente con le personalità che si sono via via delineate nel corso del ciclo letterario.
Ancora una volta traduzione all’altezza di Annarita Guarnieri che conserva perfettamente il taglio cinematografico a cui ci hanno abituato i due autori sin dai primi volumi della saga che promette un finale elettrizzante.
 
19 Gennaio 2024, 12:04:07Commento scritto da Fedmahn Kassad69
Voto: 7.50
L'ottavo capitolo della saga The Expanse, nel cui titolo gli autori scomodano addirittura (ma non del tutto a casaccio) Tiamat, la dea madre della mitologia Babilonese, mi è sembrato andare in contro tendenza rispetto agli ultimi due capitoli (da me ultimati nel lontano 2018, come passa il tempo), le cui vicende mi erano sembrate un po' fiacche e ripetitive.
Un buon viatico, quindi, per la lettura di Leviathan Falls, ultimo capitolo della saga.
In Tiamat's Wrath l'azione si sposta nel cuore dell'Impero di Laconia, che cerca contemporaneamente di: consolidare il controllo sui vari sistemi collegati dai portali, scoprire il mistero della scomparsa dei creatori della Protomolecola e, dulcis in fundo, passare all'offensiva nei confronti dei misteriosi antagonisti (gli stessi responsabili della fine della civiltà dei creatori della Protomolecola) responsabili della scomparsa di svariate navi all'interno della spazio tra i portali, nonché minaccia di classe assoluta per tutta la civiltà umana.
Il resto del libro è dedicato alle sorti dell'ormai sparpagliato equipaggio della Rocinante che si barcamena tra la mera sopravvivenza e l'opposizione per via diplomatica e militare all'impero Laconiano.
Tanta carne al fuoco quindi, per un libro decisamente appassionante, che rilancia le sorti della saga, nella speranza che il gran finale chiuda in maniera soddisfacente le varie trame e sottotrame ancora aperte e non si riveli, invece, un buco nell'acqua.
 
12 Settembre 2020, 11:16:51Commento scritto da Free Will
Voto: 6.00
Ecco finalmente l'ottavo capitolo del ciclo The Expance, scritto inevitabilmente perché il finale del settimo era stato troncato in maniera brusca e con accenni ad eventi del tutto incomprensibili. Quindi allunghiamo il brodo e facciamo un salto avanti ritrovando una parte dei nostri "eroi". E' successo che il tiranno di Laconia ha costruito un impero di 1300 sistemi solari, utilizzando (non si sa come) i portali dei costruttori della protomolecola. Dispone di una flotta di navi che appare indistruttibile, anche per la presenza di tre ammiraglie con tecnologia mista, umana e "protomolecolare" (ancora non si sa come) che tiene sotto scacco tutta l'umanità sparsa nell'intera galassia. I nostri amici sono ormai dei vecchietti decrepiti e nonostante ciò sono ancora in pista, anche se sparpagliati qua e là. Sono in qualche modo legati ad una specie di movimento di resistenza, chi combattendo direttamente (che forza per dei centenari!), chi organizzando e coordinando le varie cellule della resistenza sparse nei vari sistemi. Qualcuno è già morto (doveva esserlo già da tempo, visto che anche nel settimo libro era già andato ben oltre l'aspettativa di vita), qualcun altro muore in azione, gli altri cercano di trovare una soluzione. Per fortuna che il tiranno di Laconia prende un'iniziativa che mette a repentaglio il suo potere. Così, con un po' di astuzia la resistenza riesce a colpire duro. Il finale è aperto per lasciare spazio ad un nono libro del ciclo (purtroppo).
Mi permetto due notazioni: Purtroppo la traduzione è stata affidata ad Annarita Guarnieri che riesce ad infilare una serie di errori di grammatica, come per esempio la parola "funto" come participio passato di fungere, che non esiste in italiano (e lo so bene perché più di 50 anni fa, presi 4 proprio perché avevo usato quellla parola in un tema) e poi una serie di pasticci semantici (come era bella la parola "pinaccia" usata da Stefano Andrea Cresti nel primo libro, qui tradotta con termini assai banali e fuorvianti).
La seconda notazione riguarda il titolo (prtroppo comune a tutti i libri del ciclo): Chi o cosa è Tiamat? Cosa vuol dire l'ira di Tiamat? Certo qualche personaggio sarà adirato, ma fra tutti i sentimenti dobbiamo tirar fuori da chissà dove solo l'ira? I sentimenti ci sono tutti e molto ben evidenziati: la paura, la disperazione, il dolore, l'amore, la determinazione, la forza, l'etica, la fratellanza, ecc. ecc. Mi dispiace ma dissento totalmente sulla scelta sciagurata di questi titoli.    
 
18 Dicembre 2019, 10:18:40Commento scritto da bibliotecario
Voto: 7.50
Libro chiaramente di preludio al nono e conclusivo volume. I tre quarti della storia, per chi ama l'equipaggio della Roci, sono di enorme sofferenza. L'equipaggio della Roci è diviso, sconfitto e combatte in guerra di retroguardia contro l'impero di Laconia che pare senza alcuna speranza. In questa trama melanconica e disperata si innestano nuovi personaggi e sotto trame propedeutiche al prossimo finale di saga. Fortunatamente nell'ultima parte del volume lo spirito di rivalsa dei personaggi a cui tanto siamo affezionati si riaccende vigoroso, gli eventi precipitano e l'azione si fa più serrata in preparazione del capitolo finale. Nel complesso l'ennesimo ottimo libro di una delle più moderne e accattivanti saghe di Space Opera degli ultimi venti anni.
 
09 Dicembre 2019, 22:16:52Commento scritto da capricorno52
Voto: 7.50
Con il salto temporale di circa trenta anni dell'ultimo libro, Persepolis Rising  è stato creato un conflitto emotivo , i nostri eroi sono invecchiati e cambiati e Tiamant’s Wrath traccia il solco di confine con le prime quattro parole del libro,  da questo momento il lettore percepisce che qualunque personaggio , soprattutto fra i cinque dell’ equipaggio della Rocinante  potrebbero scomparire in qualsiasi momento.
Infatti il primo terzo del libro trascorre lentamente su un doppio binario ,da una parte per l’ex equipaggio della "Roci" è pieno di  pensieri e riflessioni prolungate sulla vita , sul presente e sul passato , mentre  sull’ altro binario prosegue il manifestarsi di forze oscure ai limiti delle leggi conosciute della fisica, ma non aspettiamoci chiarimenti sulla natura del nemico dell’ umanità tutto sembra rimandato al volume finale.
A due anni alla resa del Sistema solare , Laconia controlla  le trecentomila porte aliene che si sono aperte ai sistemi solari intorno alla galassia, dando loro pieno accesso alla rete di trasporto, Duarte  ha continuato  l'intensa ricerca sulla  protomolecola  per fini militari ed ora possiede  le navi più avanzate che l'umanità abbia mai sviluppato, lo stesso Alto Console gioca con la natura e la protomolecola  per raggiungere l'immortalità.
Ciò che resta dell'equipaggio della Rocinante, ora sparso ai quattro venti, è costretto alla clandestinità , con Naomi, Bobbie e Alex che combattono per la resistenza. Nel frattempo, Holden viene trattenuto come prigioniero politico in Laconia e Amos è in missione per cercare di liberarlo, ma è di fronte a insignificanti probabilità di successo.
Le cose non stanno andando bene per i nostri personaggi, che cercano di  fare il meglio che possono mentre pregano che accada qualcosa di inaspettato  per riprendere l’iniziativa.
E qualcosa d’ inaspettato è esattamente ciò che accade.
Da questo momento il libro cambia,  la trama s’infittisce di eventi, i personaggi divengono piu’ definiti e ci emozionano per il modo con cui vanno incontro al loro destino , qualcuno scompare ma altri si fanno avanti mentre gli autori ci preparano per l’”Armageddon” del nono volume.
Dopo la lettura, anche a fronte di un evidente minor presa e coinvolgimento della saga , ed una sterzata sul melodrammatico ,  confermo quanto già detto in altri commenti  , il ciclo , nel suo insieme resta un riferimento del genere della Space Opera contemporanea.
 
30 Novembre 2019, 23:19:35Commento scritto da Fantobelix
Voto: 7.00
Questa saga, ormai l'abbiamo imparato, è capace di offrire repentini e fulminanti cambi dello scenario. Anche in questo ottavo libro ci sono momenti che spezzano completamente lo scorrere narrativo e stravolgono il corso degli eventi, ma in realtà per tutta la prima metà del libro l'incedere è molto diverso dai precedenti, facendoci sperimentare un immobilismo che solo i regimi più potenti sono in grado di creare.
Il tacco dello stivale laconiano preme sul collo di tutti i sistemi, grazie alle sue navi ed al controllo degli anelli. Tutto è congelato in una clima di finta normalità cui tutti sono soggetti e i nostri protagonisti appaiono annichiliti, impotenti, lontani gli uni dagli altri e dalla possibilità di riscatto, anche solo per loro stessi.
In questo clima Laconia gioca i suoi marziali esperimenti alla ricerca di una comprensione dell'universo, provocando l'ignoto secondo schemi dissennati e accecati dal potere, scommettendo tutto, dal suo dorato mondo quasi onnipotente... Quasi.
Se si riesce a sopportare la pesante prima parte che arriva a snaturare l'azione e i personaggi, ormai invecchiati, che abbiamo conosciuto e amato, si potrà perdonare l'averli schiacciati e appesi con uno spillo come farfalle imbalsamate fino al lento ritorno ad una dignità da riconquistare. Con la crescita di un personaggio che spariglia e che potrebbe essere un protagonista chiave del prossimo capitolo.
Il quadro cambia ancora e si prepara alla chiusura, con pezzi del puzzle che vanno ricomponendosi e i grandi misteri forse più vicini, ma ancora da scoprire.
Ma il ritorno allo stile serrato e coinvolgente che ha contraddistinto la saga appare un po' tardivo e di minor presa ed efficiacia. Speriamo sia un calo di tensione funzionale e propedeutico allo slancio finale.
 
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