08 Giugno 2021, 23:00:50Commento scritto da adso
Voto: 7.50
Che Tubb fosse uno scrittore prolifico lo sapevo già,ma che potesse dar vita a un romanzo di questo livello mi ha stupito non poco.I temi toccati sono diversi e richiamano,come fatto notare nella scheda dedicata all'autore,grandi capolavori del passato come Il Mondo Nuovo e 1984,ma anche,secondo me,Utopia di Thomas More (una considerazione per niente banale sulla corretta applicazione delle pene da comminare ai condannati in ambito penale).Il concetto di base attorno al quale ruota la vicenda è quello del controllo degli istinti violenti,insiti nella natura umana,attraverso rimedi di origine chimica.Pertanto,inibizione preventiva atta a garantire la sicurezza e,soprattutto,il controllo sociale.Ma tale inibizione ha degli effetti secondari deleteri che l'autore è bravo a mettere in risalto mediante una trama divertente e ricca di trovate interessanti,anche se non propriamente originali.L'entrata in scena di Naomi rappresenta l'elemento di rottura che porterà alla presa di coscienza finale con risvolti,teoricamente,drammatici.Ho poi trovato davvero bellissima la metafora del manichino che continua a correre,senza sosta,alla ricerca di una via d'uscita,fino a trovarla...Ma sarà quella giusta?Lettura assolutamente consigliata
 
26 Gennaio 2015, 10:15:05Commento scritto da grifone58
Voto: 7.00
Buon romanzo di fantascienza sociologica, con un finale quasi perfetto
 
19 Febbraio 2014, 10:50:10Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.00
Questo libro è una delle classiche sorprese che non ti aspetteresti mai.
Per carità, il titolo è evocativo, la quarta di copertina produce la giusta dose di curiosità e la copertina di Thole per l'edizione Urania è semplicemente splendida... ma qualcosa nel complesso tende a far si che questo romanzo passi pressochè inosservato.
Perchè lo dico? Innanzitutto perchè non se ne parla mai; poi, per qualche motivo, questo mio è il primo commento che riceve ed infine, per quanto mi riguarda, pur avendo fatto parte della mia collezione praticamente da sempre, ne avevo sempre rimandato la lettura per motivi che non saprei esattamente precisare.
Ebbene, ci tengo a dire che questo romanzo non merita affatto l'anonimato: potremmo forse paragonarlo a "Gli orrori di Omega" di Sheckley, o a qualcuna delle distopie della coppia Pohl/Kornbluth (vedi "Gladiatore in legge") e leggerci addirittura qualche spunto alla Simak (vedi "Infinito" o "Anni senza fine") sulla crioconservazione, ma in realtà gli faremmo quasi un torto perchè il libro di Tubb è qualcosa di semplicemente unico, originale e geniale.
La distopia che nasce dall'analisi di una società che è riuscita a sopprimere la violenza mediante l'utilizzo di droghe, che ha trasformato il desiderio di aver figli in una vergogna per i genitori e che sembra avviata verso una catastrofe, viene fuori prepotentemente ed autonomamente dalle pagine di una storia piena di azione, ironia e colpi di scena, descrivendosi praticamente da sola, senza che debba intervenire un narratore per parlarcene.
Tubb si limita infatti a presentarci una serie di personaggi impegnati in vicende apparentemente scollegate tra loro, ciascuno dei quali alle prese con un problema posto dalla società: tutte queste storie contribuiscono alla fine a raffigurare un quadro sociale che mette i brividi ed a preparare il lettore per il finale al contempo ironico e pessimistico, un finale perfetto.
Per me è un capolavoro
 
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