20 Ottobre 2023, 04:24:17Commento scritto da Spinofiorito
Voto: 9.00
Bello bello! Sono le 4.20 di notte e l'ho appena finito! Come al solito la Le Guin pone tanti tempi importanti ed interessanti. Il bene e il male non sono mai assoluti, anche se possono sembrarlo in apparenza, così come la realtà e il sogno non sono separabili.
 
27 Dicembre 2021, 17:20:51Commento scritto da Klaatu
Voto: 8.50
È il quarto romanzo (per cronologia editoriale) del ciclo dell’Ekumene (o ciclo Hainita) e l’autrice ha qui ormai maturato le sue tematiche principali e il quadro generale futuro di una Galassia in cui i lontani colonizzatori (gli Hainiti) di molti pianeti, compresa la Terra, dopo centinaia di millenni in cui le colonie non solo hanno perso i contatti ma anche la conoscenza della reciproca esistenza, cercano di ricostituire una coscienza unitaria della civilizzazione umana nella galassia.
Il libro è ambientato sul pianeta Athshe, abitato da un popolo di piccoli umanoidi i cui maschi hanno la capacità di sognare e di controllare i loro sogni, in uno stato tra la veglia e il sonno; gli Athshiani inoltre sono molto ospitali e non sembra che conoscano l'aggressività e la violenza. Al contrario di loro i terrestri sbarcati sul pianeta iniziano subito una politica coloniale di sfruttamento, con avidità e crudeltà da colonia schiavista sino a far sì che gli indigeni decidano di reagire alle angherie degli oppressori, con una ribellione di inaspettata violenza.
Il libro si sviluppa secondo due tematiche complementari, il rapporto colonizzatori-schiavi esemplificato nelle figure di tre personaggi, il capo-missione capitano Davidson, uomo violento, spietato e razzista, l’indigeno Silver che diventerà il leader della rivolta accettando il concetto di ribellione violenta, e l’antropologo Raj Lyubov, l’intellettuale “illuminato”, benpensante, che non riesce ad evitare né le atrocità né la ribellione e finirà per pagare con la vita le sue non scelte, incapace di abbandonare il campo terrestre per passare con gli oppressi ma anche incapace di adeguarsi alle azioni del capo-missione, e la seconda tematica tutta incentrata sulla profonda diversità culturale tra una società in cui è assente il concetto di violenza e una che ne è completamente permeata, con la consapevolezza che lo scontro comporterà pesantissime ripercussioni su ambedue le comunità. Voto 8.50.
 
22 Febbraio 2018, 16:53:37Commento scritto da astrologo
Voto: 6.50
Romanzo difficile che tratta della colonizzazione tentata di un pianeta totalmente verde. La cruda realtà della situazione e la guerra non dichiarata tra le due razze riecheggiano il Vietnam
come situazione. Scritto nel 1972 non si può che intravvedere i danni portati da un altra civiltà ad una più naturale,
Buono, ma da estrapolare rispetto alla stessa trama.
 
23 Aprile 2017, 19:28:57Commento scritto da capricorno52
Voto: 6.50
Il romanzo , premio Hugo 1973 , giustifica in parte la fama della scrittrice , che imbraccia bene il mestiere del romanziere quando tratta di storie di chiaro stampo antropologico, comportamentale ed ecologista molto in voga negli anni "70".La storia si svolge sul pianeta Athashi , sottoposto ad un regime coloniale si sfruttamento delle risorse forestali da parte degli uomini  e narra della rivolta dei popoli della foresta gli athasiani o come in modo dispregiativo sono chiamati dagli uomini "creechie".L' autrice caratterizza molto bene il personaggio di Selver , alieno, che da reietto per gli uomini , diviene una specie di messia per il suo popolo. I personaggi umani sono trattati con poche sfumature psicologiche , piu' che altro assurgono a simboli negativi , Davidson , il cattivo di turno , che è il gestore del campo di lavoro è una somma di tratti negativi , razzismo, ego smisurato, disprezzo verso gli altri, superbia , il personaggio del dottor Lyubov simboleggia , l'indecisione , il conformismo  , il distacco intellettuale dalla realtà da parte degli uomini di scienza quando sono alle prese con i conflitti fra profitto e conservazione ambientale. Romanzo a tratti lento, scorre linearmente con pochi colpi di scena , prosa appesantita da qualche descrizione di troppo , stile abbastanza uniforme. Storia godibile , l'impianto è a tratti noioso.  
 
28 Settembre 2016, 09:56:11Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 6.50
Dopo tanti anni sono riuscito a leggere questo volume, che per qualche motivo mi aveva sempre annoiato ancora prima di aprirlo... Invece la noia è l'ultima cosa che potete aspettarvi da questo romanzo dalla grande prosa che però riesce perfino a essereavvincente (cosa che non mi sarei mai aspettato dopo i barbosissimi "La mano sinistra delle tenebre" e "Earthsea"; ma magari sono invecchiato io...). Alla fine il romanzo nella sua semplicità ideologica risulta una specie di Heinlein a rovescio: questi, al posto della Le Guin, avrebbe infatti dileggiato per tutto il libro il debole scienziato-intellettuale Ljubov (semi-innamorato di un alieno verde! Figurarsi!) ed esaltato il criminale militare Davidson, arrampicandosi sugli specchi per giustificarne il sordido comportamento. La Le Guin ovviamente fa l'opposto, ma al pari di Heinlein i suoi personaggi umani mi sono sembrati stereotipati (soprattutto Davdison) e poco dettagliati. Meglio l'alieno Selver, anche se il mondo degli athshiani è descritto in modo ellittico e non approfonditissimo: ma questa è una scelta stilistica che a me è piaciuta. In generale ad appesantire leggermente il tutto è la presenza ingombrante della tesi antropologico-morale, molto anni '70, di cui la scrittrice non riesce proprio a liberarsi.
 
08 Febbraio 2008, 23:56:43Commento scritto da marco.kapp
Voto: 5.00
Il romanzo che mi ha fatto odiare la Le Guin. L'ho dato via ad una bancarella per scambiarlo con un romanzo migliore.
 
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