Romanzo ricco di spunti interessantissimi che rielabora in maniera molto originale ed affascinante alcuni temi e personaggi della mitologia classica al punto che è quasi impossibile riuscire a "staccarsi" dalla lettura, soprattutto nella nella parte iniziale. Poi, via via che l'intreccio si dipana e la storia prende il via subentra un poco di noia, principalmente a causa dell'ingenuità di alcuni brani che lasciano intuire la conclusione e sciupano anzitempo l'effetto della rivelazione finale. Ma nonostante questo, il libro rimane, a mio avviso, una tra le cose migliori prodotte negli anni '50, sicuramente un romanzo che risente molto poco degli anni trascorsi e che si configura come un vero e proprio classico, pur senza essere un capolavoro. Gli arcaismi ed i termini ricercati, la prosa faticosa e lo stile da vecchio testamento, in parte rovinano la lettura accentuando l'impressione di una storia noiosa, ma dall'altra gli donano senza dubbio un fascino che altrimenti il libro non avrebbe e contribuiscono ad alimentare l'atmosfera di mito e di leggenda che aleggia un po' su tutto il romanzo. Ercole, Diana, Venere, Zeus, l'Ade, Satana e diversi brani della Bibbia, tratti soprattutto dal libro della "Genesi", acquistano una valenza del tutto nuova e vengono riletti in modo completamente differente da come siamo abituati ad immaginarli nella cultura della tradizione occidentale ed è per questo che questo vecchio romanzo merita ben più della sufficienza, nonostante gli anni trascorsi e qualche ingenuità. |