La naturale impressione di trovarsi dentro un videogioco "sparatutto" in cui i protagonisti affrontano un livello dopo l'altro, scoprendo i segreti della base di Caliban Cove a mano a mano che procedono, è fortissima e l'esperimento di tradurre in romanzo la trama del videogioco, ancorchè felice, è riuscito meno bene di quanto non fosse per il primo capitolo. Molto probabilmente, rispetto al primo romanzo, viene a mancare un po', a mio avviso, quell'effetto sorpresa che era stata invece la caratteristica principale del capitolo precedente. Intendiamoci, c'è tantissima azione, suspense e dovizia di creature mostruose, ma la sensazione più persistente durante la lettura è stata quella di una storia scritta seguendo una sorta di "canovaccio" in cui i paragrafi si snodano senza eccessive sorprese verso l'inevitabile e scontata conclusione. Ho avuto anche l'impressione di una trama poco omogenea: tantissime pagine vengono spese per le riflessioni ed i pensieri dei protagonisti senza che l'azione vada avanti in modo significativo, poi nel convulso finale succede di tutto, al punto che si ha l'impressione che l'autrice abbia dovuto "allungare il brodo" nei primi paragrafi per riuscire a celare i difetti di una trama leggerina e banale. Un buon romanzo, ma spero di trovare migliori i capitoli successivi. |