09 Maggio 2024, 22:30:11Commento scritto da antosimov
Voto: 7.00
Romanzo vincitore del premio Urania, attinge molto dalla 'Pattuglia del tempo' di Anderson.
L'autore dimostra una buona conoscenza degli aerei del primo 900 e della storia del primo conflitto mondiale.
Scorrevole ma scolastico, si legge velocemente, tra i vincitori di Urania fa la sua figura.
Il finale è troppo frettoloso meritava qualche pagina in più.
La sufficienza è però ampiamente meritata.
 
21 Gennaio 2024, 08:52:23Commento scritto da Free Will
Voto: 5.00
Con questo romanzo. l'autore ha il grande merito di aver ricostruito la storia dei primi anni del XX secolo con molta accuratezza: viene descritta molto precisamente la situazione dell'Europa prima e durante la Grande Guerra e vengono ben disegnati personaggi famosi e non, paesaggi, città e siti di guerra. Inoltre c'è una notevole cura nella descrizione tecnica dei velivoli dell'epoca, delle loro evoluzioni e delle battaglie aeree.
Purtroppo i meriti finiscono qui, perché, dal punto di vista fantascientifico, l'idea dei viaggi del tempo è stata ampiamente usata e abusata: manca un vero guizzo di originalità (come ad esempio ha fatto Kage Baker), si va avanti con i soliti stereotipi (le cronolinee derivate, i paradossi temporali, ecc.). Come buon peso ci sono evidenti scivolate dal punto di vista letterario, soprattutto nei dialoghi fasulli, impossibili durante gli anni raccontati: nessuno parlava con la sintassi, le esclamazioni, addirittura parole e frasi, inventate solo nella nostra epoca.
 
20 Gennaio 2024, 23:15:28Commento scritto da bibliotecario
Voto: 7.00
Rileggere un romanzo di Fantascienza che ci ricordiamo con piacere, dopo molti anni dalla prima lettura, molti anni dopo la sua prima edizione, comporta molti rischi di cattive sorprese. Può succedere che la storia sia invecchiata male, che l'ambientazione futura, se presente nel testo, possa essere nel frattempo divenuta il presente del lettore e ciò che l'autore ipotizzava può risultare incoerente con la realtà presente, anacronistico, sbagliato o addirittura sorpassato dai tempi.
Anche il periodo trascorso tra una lettura e l'altra ha il suo peso, per esempio io non sono più il lettore che nel 1996 mi apprestavo a leggere per la prima volta I biplani di D'Annunzio, dell'allora sconosciuto Luca Masali. La mia sensibilità, i miei gusti di lettore in quasi trent'anni sono cambiati, le letture e le esperienze fatte nel frattempo li hanno modificati. Tutto questo ha comportato che rileggendo questo romanzo, ciò che ricordavo con più piacere, si è mutato in ciò che meno mi è piaciuto.
Intendiamoci, complessivamente la rilettura si è comunque rivelata piacevole ma con un retrogusto amaro, che mi fa riflettere e dubitare dell'opportunità di rileggere romanzi letti in gioventù.
I biplani di D'Annunzio è una Ucronia godibile, un romanzo ricco di avventura e azione e come tale la qualità della struttura e della scrittura narrativa è accettabile se pur con più di un difetto di gioventù che poi Masali nel proseguo della sua carriera di scrittore ha avuto tempo e modo di correggere.
Il romanzo, opera prima dell'autore, non è un romanzo perfetto, a tratti rileggendolo, l'ho trovato un pò debole, ingenuo in alcuni passaggi.
La trama è divisa in due differenti piani temporali, il 1921 e il 2021. Le vicende si alternano e si intrecciano tra passato e futuro. Una società la Belle Époque ha brevettato un sistema per viaggiare nel tempo e sotto traccia tenta di manipolare gli eventi che durante la Grande Guerra portarono alla sconfitta degli Imperi Centrali. Da questa premessa prende il via una storia ricca di colpi di scena, fatta di eroi, di assi dell’aria, di paradossi temporali, di personaggi inventati e di personaggi storici, in cui traspare tutto l'amore dell'autore per l'aereonautica e la storia, vere protagoniste del romanzo.
Purtroppo, alla luce dell'esperienza maturata, oltre ai pregi traspaiono palesi, tra le pagine lette anche i tanti punti deboli della storia.
Manca un solido approfondimento dei personaggi, l'idea di base per i viaggi del tempo ed il modo come questi sono condotti dalla società Belle Époque per cambiare il presente è del tutto illogico e irrealistico. Moltissimi passaggi narrativi sono affrettati e inverosimili, mentre viceversa, alcuni capitoli che sono vere e proprie lezioni di storia o di tecnica aeronautica della prima guerra mondiale, rallentano e appesantiscono il racconto pur risultando puntuali e precisi, in certe scene si ha addirittura l'impressione di essere in volo su un biplano col protagonista Matteo Campini.
Imperdonabile poi la fretta con cui l'autore porta a termine il romanzo, talmente tanta che il finale è addirittura sottinteso e non raccontato. Quest'ultima cosa che non ricordavo, è quella che più mi ha dato fastidio.
In conclusione il buon ricordo del tempo che fu non è andato del tutto perso, Masali con Evangelisti e Fambrini restano ad oggi i Maestri insuperati del "What If" della letteratura fantastica italiana, questo romanzo pur buono e piacevole da leggere non ne è il miglior esempio prodotto dal trio ma merita di essere letto e ricordato con affetto.
 
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