28 Settembre 2021, 15:58:04Commento scritto da capricorno52
Voto: 7.50
In attesa di leggere il remake di John Scalzi (prossimo numero di Urania Collana nro 1695) , ho riletto la storia originale, pubblicata sulla collana Urania al numero 298.
Pubblicato per la prima volta nel 1962 e abbastanza buono da essere nominato per l'Hugo Award per il miglior romanzo nel 1963 (Philip K. Dick vinse quell'anno con The Man in the High Castle) Little Fuzzy di H. Beam Piper mi fa pensare quale sia stata l’influenza di questo libro negli anni '60, non solo nella fantascienza o anche nella letteratura, ma nella cultura degli anni '60.
E’ un libro interessante su molti livelli, è una storia divertente di primo contatto fra gli umani ed i Fuzzies  simpatici piccoli bipedi con una morbida pelliccia , ma anche una discussione seria su cosa significhi essere un individuo senziente e pensante, in piu’ può anche essere letto come un'allegoria del rapporto fra che intercorre fra grandi affari (sfruttamento del territorio) e protezione dei diritti delle popolazioni indigene.
Sicuramente i simpatici piccoli fuzzies hanno influenzato la sceneggiatura di alcune produzioni cinematografiche, mi viene da pensare ai Gremlins e/o sugli Ewok di Star Wars.
La compagnia Zarathustra ha una concessione per lo sfruttamento del pianeta. La concessione prevede lo sfruttamento delle risorse naturali per un pianeta disabitato di Classe III, ovviamente la compagnia è la reale sede del potere sul pianeta poiché la Terra è a centinaia di anni luce di distanza e le comunicazioni sono alquanto saltuarie.
Questo idilliaco, per la compagnia, status quo,  viene interrotto da un cercatore, ex militare, che lavora da solo, e,  che è stato adottato da una famiglia di fuzzies , esseri mai visti prima sul pianeta. Jack Halloway il cercatore di minerali rari e preziosi , ha maturato la convinzione che i Fuzzies non siano animali carini ma piccole persone, e farà di tutto perchè abbiano il loro diritti,  anche mettersi in guerra con la compagnia.
Il racconto si legge con facilità e vi sono parecchi colpi di scena , ambientazioni e dialoghi semplici , trama che puo’ far pensare ad una favoletta ma analizzata da vicino è piena di contenuti libertari e soprattutto certifica il diritto a sostenere i piu’ deboli , un pizzico d’ironia pervade il racconto , certamente i personaggi sono caratterizzati con l’accetta , specie per quelli “cattivi” mentre i fuzzies sono sempre amorevoli non solo nelle sembianze e negli atteggiamenti.
Lettura consigliata.  
 
09 Marzo 2020, 12:23:13Commento scritto da astrologo
Voto: 8.00
Emozionante libro di un autore che non conoscevo. Il determinare che cos'è l'intelligenza in una razza e cosa la rende senziente, discostandola dai puri istinti materiali, presenti in tutte le specie, è la bussola di questo libro. Crea un popolo "piccolo" ma intelligente, che può somigliare ad un animale domestico, ma ha in più quel quid che separa l'animale dalla razza umana. Consigliato.
 
08 Novembre 2019, 16:10:07Commento scritto da odisseo
Voto: 7.00
Piacevole favoletta a lieto fine appena appesantita da un eccesso di nomi non sempre necessari e da una traduzione imprecisa ma nel complesso più che accettabile.
 
22 Maggio 2012, 22:50:39Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.50
Un libro praticamente perfetto.
Assai probabilmente sarebbe stato sufficiente far leva sui sentimenti di tenerezza suscitati dai Tuttopelo per creare una storiella deliziosa ed in grado di risultare gradevole anche dopo anni, ma Piper è stato molto più bravo di così e ci ha dato un romanzo molto interessante con due livelli di lettura: i più potranno leggervi l'eterna favola dell'innocenza messa a confronto con la malizia e la cattiveria umane con tanto di lieto fine dopo alcuni momenti toccanti e drammatici, ma i lettori più attenti non potranno mancare di scorgere le interessanti riflessioni sul pensiero razionale e sulla definizione di intelligenza razionale che condiscono un po' tutta la trama.
E' un libro in cui tutto appare irrimediabilmente scontato sin dall'inizio e poi, a mano a mano che la lettura prosegue, ci si rende conto che questo non è importante, perchè si sta leggendo una storia scritta in modo magistrale, in cui di volta in volta ci si immedesima in uno dei protagonisti, senza punti di riferimento fissi e con una tecnica di narrazione insolita ma efficacissima.
C'è da dire che i personaggi sono caratterizzati poco o niente, ma il loro essere quasi delle "maschere" alla fine aiuta nella lettura perchè permette di concentrarsi sulla storia senza la distrazione di digressioni o simili.
Personalmente ho trovato particolarmente toccanti alcune sequenze del processo: indimenticabile l'interrogatorio del dottor Mallin che, sotto la supervisione del "veridicatore", ci fa vivere in diretta l'indescrivibile sollievo del bugiardo che finalmente si rassegna a dire la verità, un pezzo da antologia.
Si piange, si ride, si resta inteneriti e si riflette: si può chiedere di più ad un libro che ha più di 50 anni?
 
20 Luglio 2009, 08:05:42Commento scritto da grifone58
Voto: 6.00
Simpatico ma puerile, poco più che una favola
 
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