05 Luglio 2015, 22:25:14 | Commento scritto da massimo |
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19 Luglio 2011, 10:51:47 | Commento scritto da PabloE |
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Sarà colpa della traduzione, ma non ho visto tutto questo popò di stile letterario promesso a destra e a manca, anzi. Ritmo assente, trama piatta, descrizioni futili a non finire, sonno indotto. L'idea (riscaldamento globale nel '62, wow!) e il regresso psicologico al Triassico sono davvero affascinanti e questo mi fa essere ancor più deluso dallo svolgimento inconsistente del romanzo. Anche se Ballard avesse voluto ridurre il ritmo per permettere un'immersione più profonda nel mondo paludoso e nell'alterazione della psiche dei personaggi, così è troppo, troppo lento. Già da un quarto di libro in poi ho cominciato a pensare che forse sarebbe stato meglio sotto forma di racconto, alla fine sono CONVINTO di questo. | |||||||
05 Luglio 2011, 21:51:08 | Commento scritto da Klaatu |
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Quando lessi questo romanzo di Ballard era il tempo della contrapposizione tra i fautori della FS dello spazio interno (per lo più autori inglesi, tra cui lui) e la FS dello spazio esterno, quella cioè tradizionalmente esterna alla Terra, su scenari di lontani futuri o di mondi alternativi, priva quindi di quella introspezione ed analisi degli sconvolgimenti che si ingenerano all’interno dell’animo umano quando si trovi di fronte a problematiche inaspettate o a sviluppi inattesi della propria vita o del proprio mondo. Oggi, a dibattito ormai superato, mi è piaciuto rileggere senza pregiudizi quello che considero il migliore dei romanzi di Ballard, ricordarne il suo autore e ricordarne le sensazioni. Ancora adesso considero questo come il libro dello smarrimento (in questo caso provocato dall’insorgere incomprensibile di una catastrofe globale e senza via di scampo), quella particolare sensazione personale in cui non si capisce ciò che ci sta accadendo, il perché, il come e soprattutto a che scopo. Le motivazioni esatte di questo stato d’animo son spesso sconosciute (così come nel libro il perché della catastrofe è lasciato nel vago), ed anche la reazione di chi la vuole a tutti i costi evitare (anche con la forza), è appena accennata e chiaramente destinata alla sconfitta. Non c’è salvezza per sè come per l’uomo sapiens, le cui glorie vengono via via inghiottite dalle acque; un mondo diverso comincia a vivere senza di lui, occorre solo decidere se tentare o no di farne parte. L’unica via di uscita è dunque l’accettazione senza condizioni della nuova realtà; non si può infatti partire per una spedizione di soccorso o salvataggio, non c’è nessuna arma che sia possibile usare per vincere; l’unica arma disponibile è l’uomo e il suo volersi rimettere in gioco; se dovesse sopravvivere farà parte del nuovo mondo, in caso contrario ne sarà espunto senza rimpianti. | |||||||
23 Dicembre 2009, 20:27:55 | Commento scritto da maxpullo |
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Vedere commento a urania 648 | |||||||
21 Maggio 2009, 15:51:14 | Commento scritto da Eremita |
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Più metafisico che fantascientifico Un po' troppo prolisso nelle descrizioni di luoghi e situazioni e poca azione rispetto ad un'idea che poteva anche essere buona ma decisamente troppo "tirata". Personaggi non male. Fosse stato o più breve o più "d'azione" l'avrei preferito, così mi è piaciuto poco. | |||||||
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