20 Luglio 2011, 16:17:10Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.50
Un libro suggestivo ed inconsueto che ha catturato la mia attenzione sin dalle prime pagine proprio per l'originalità della trama.
Come il suo omonimo biblico anche il Shadrach protagonista di questo romanzo finisce per sfidare audacemente l'autorità del tiranno, ma, mentre nel libro di Daniele la salvezza del giovane ebreo si realizzava attraverso l'intervento divino, nel libro di Silverberg il protagonista è chiamato a cavarsela con le sue sole forze, in un mondo sconvolto dalla malattia e funestato dalla morte.
L'amarezza e l'orrore di questo drammatico mondo futuro raccontato da Silverberg sono degne del più catastrofico Ballard e del più pessimistico D.F. Jones, eppure, nonostante la malattia, la degenerazione, la decomposizione ed il giogo del suo tremendo tiranno, questo è un mondo ancora straordinariamente pieno di vita, un mondo che attende paziente il suo redentore.
L'unica cosa che non ho apprezzato e che mi frena nel dare una valutazione molto alta è lo stile di Silverberg, in questa occasione davvero troppo prolisso: il libro, infatti, piace e si apprezza anche saltando intere pagine e molte minuziose descrizioni, anche se volte a creare atmosfera, risultano noiose e rischiano di appesantire lo scorrimento della storia. Forse sono state solo l'ansia e la voglia di conoscere il finale di una storia tanto affascinante a farmi sembrare alcune pagine inutilmente lunghe, ma tant'è: scorrendo rapidamente alcuni paragrafi la storia scorre che è un piacere e, nonostante la mole del volume si termina la lettura molto rapidamente.
Così com'è il romanzo è molto molto buono, con un buon lavoro di "editing" può diventare ottimo.
 
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