21 Dicembre 2012, 09:20:28Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.00
Statico, verboso, ripetitivo, questo romanzo è per la lettura un po' quello che la steppa siberiana è stata per l'esercito di Napoleone prima e di Hitler poi: micidiale.
A fiaccare la voglia di proseguire non è qui il freddo, ma bensì la noia che, pagina dopo pagina, si insinua tra le pieghe di una storia adatta ad un libro di minor lunghezza e stiracchiata ben oltre la consistenza dell'idea iniziale.
Ma due fattori mi inducono a non mettere una valutazione negativa: il primo è il senso di soddisfazione personale provato quando ho visto che mancavano dieci pagine alla fine sul mio eReader (assai simile a quello che deve aver provato Colombo quando finalmente la sua vedetta ha scorto la terra all'orizzonte); il secondo è invece più sostanziale e riguarda la generale riflessione sul senso della vita che, paradossalmente, diventa significativa solo se contrapposta alla morte, riflessione eccellentemente sviluppata da Simak nel suo bellissimo romanzo "Infinito".
Gli sforzi degli otto immortali nel cercare uno scopo che sorregga le loro menti durante il trascorrere dei secoli ha un che di ammirevole che mi ha fatto quasi dimenticare la pena di avanzare a tappe in una steppa di pagine.
Sufficienza di stima per Anderson, per i suoi personaggi e per gli amici che mi hanno consigliato il volume, ma oltre non posso proprio andare.
 
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