20 Febbraio 2024, 15:06:41Commento scritto da Spinofiorito
Voto: 7.00
Terzo capitolo della saga della Compagnia del Tempo. Mendoza, l'immortale esperta di botanica, è in una Hollywood ottocentesca, ancora non come la conosciamo oggi. Questo libro è un po' sottotono rispetto agli altri letti, la prima parte è un po' lenta e tutto succede verso la fine del libro. Nonostante questo è comunque godibile.
 
25 Settembre 2022, 18:15:51Commento scritto da astrologo
Voto: 6.50
purtroppo non ho ancora potuto leggere il ciclo completo, mi manca ancora un episodio. Questo di Mendoza a Hollywood è un po retrò e s'avvicina di più  un western. Discreto, passabile.
 
14 Novembre 2010, 09:51:58Commento scritto da Darkyo
Voto: 6.50
La Hollywood che fa da scenario alle vicende narrate è quella dell'Ottocento, raccontata con gli occhi di un gruppo di cyborg immortali appassionati di cinema, tra sparatorie, bordelli e un collezionista di uccelli rari. Purtroppo, stavolta la costruzione del romanzo non mi ha convinto pienamente: tante - troppe - pagine introduttive e tanti - troppi - episodi sconnessi con la trama principale (che è l'inizio vero e proprio del Ciclo) che si sviluppa e svolge in maniera affrettata soltanto negli ultimissimi capitoli. Lo stile scorrevole rende piacevole la lettura, ma al termine si ha l'impressione di essere stati presi in giro.
 
26 Settembre 2006, 18:24:49Commento scritto da Free Will
Voto: 8.00
Nel terzo libro del ciclo, oltre ad un cambiamento di ambientazione temporale e di luogo (in pratica è un western), c'è un altro cambiamento di stile: meno umoristico e più drammatico. In questo modo non sembra di leggere la solita saga a puntate, in cui si aggiungono avvenimenti, tanto per allungare il brodo: di fatto le singole puntate possono essere lette anche separatamente.
La storia è, come al solito, molto interessante e piacevole.
 
24 Agosto 2006, 12:57:59Commento scritto da metalupo
Voto: 7.50
Terzo volume della serie di romanzi dedicata alla "Compagnia del tempo". Nonostante il titolo l'ambientazione è di fine ottocento, sicché ancora una volta i riferimenti e le considerazioni storiche partecipano non poco a rendere interessante la lettura. Il difetto più grande del romanzo è che gli eventi sono praticamente concentrati solo nell'ultimo terzo del romanzo. Nei primi due terzi del romanzo, a conti fatti, non succede praticamente nulla. Non che siano pagine noiose da leggere ma tutto quello che vi viene presentato sono elementi preparatori dell'intreccio (si fa per dire... l'autrice ha diverse qualità ma quella di saper costruire trame solide non è fra queste). Inoltre il finale resta un tantino appeso. Assieme agli elementi presentati nel secondo volume (Urania 1455), le trame andranno a comporsi e sciogliersi definitivamente solo nel quarto libro (Urania 1486).

L'idea che mi sto facendo su Kage Baker è che sia scrittrice talentuosa e appassionata ma anche un bel po' indisciplinata. Di conseguenza si fa leggere con interesse, sa far affezionare il lettore ai suoi personaggi, qua e là talvolta annoia ma mai oltre limite... però pare proprio essere incapace di dare unità e compattezza ai suoi romanzi. Nella quadrilogia questo mi sembra il libro peggiore. Le cose vanno abbastanza meglio col quarto e conclusivo volume.
 
Utenti cui piace il libro
Utenti cui non piace il libro