16 Aprile 2018, 10:47:14Commento scritto da and
Voto: 6.50
Buona antologia di Sheckley, sopra la media il primo racconto che da il titolo alla raccolta.
 
07 Agosto 2011, 18:39:26Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00

In questa antologia facciamo la conoscenza di uno Sheckley assai diverso da come siamo abituati a conoscerlo: alla consueta vena d'ironia e di follia che accompagna gran parte della sua produzione, si affiancano talvolta dei sentimenti più cupi e storie di una insolita amarezza.
Il racconto iniziale "Il robot che sembrava me" è senza dubbio quello riuscito meglio: un vero e proprio capolavoro soprattutto per le possibilità che lo sconcertante finale lascia intendere.
"Schiavi del tempo" è un racconto che mi ha un po' spiazzato e che non sono riuscito a catalogare come genere: all'inizio sembra una farsa tragicomica, ma il finale deludente e confuso manca di quella zampata finale cui i racconti di Sheckley ci hanno da sempre abituato.
Sulla stessa lunghezza d'onda collocherei il modesto "Voci" che anche se aveva un messaggio da comunicare non è riuscito a farlo.
Il vero Sheckley ritorna però alla grande con "L'esiliato dello spazio", esilarante e convincente descrizione di quello che è il primo contatto tra l'uomo ed un rappresentante di una razza aliena: un racconto simpatico e tutto da godere dall'inizio alla fine.
Il malinconico e pittoresco "Zirn è perduta!", nonostante lo stile inconsueto ed insolitamente poetico, non convince sino in fondo ed è a mio avviso il racconto peggiore della raccolta.
Seguono poi due racconti davvero buoni: "Previsioni clandestine", insolita e godibilissima variazione sul tema della ricerca dell'anima gemella ed "Il pianeta dei pacifici", brillante racconto "alla Fredric Brown" sull'incontro tra l'uomo ed una civiltà apparentemente perfetta, un racconto molto interessante e ricco di significati.
"End City", poetico ma confuso, è a mio avviso accumunabile ad una tela impressionistica che cerca di raccontare e di descrivere l'Inferno, proponendo anche una sorta di satira verso il mondo moderno, teso alla conquista del superfluo e privo dell'essenziale. Un racconto strano ed insolito, aperto a molte interpretazioni.
"Western senza fine", un racconto molto buono, sembrerebbe l'ennesima reprise del tema del dualismo tra realtà e finzione, ma il finale molto amaro rivela a mio avviso un intento satirico non proprio sempre evidente.
"Che cos'è la vita?" è uno scherzo raffinato volto a mettere alla berlina le dottrine religiose, ma è troppo breve e poco elaborato per risultare davvero efficace.
Uno scherzo folle ma niente di più sembrerebbe essere il racconto successivo, "E' questo che fa la gente?"; un racconto talmente sconcertante ed allucinato che sembrerebbe uscito quasi dalla penna di Ballard.
L'ultimo racconto "I desideri si Silversmith" ripropone il tema satirico della ricerca della felicità attraverso l'appagamento dei propri desideri ed un irriverente immagine del divino, ma il finale un po' fiacco e scontato rovina l'ottima partenza.
Tutto sommato una buona antologia, con diversi spunti eccellenti, non sempre però sfruttati per il meglio.

Il robot che sembrava me - 8,5
Schiavi del tempo - 6
Voci - 5,5
L'esiliato dello spazio - 7,5
Zirn è perduta - 5
Previsioni clandestine - 7,5
Il pianeta dei pacifici - 8
End City - 6,5
Western senza fine - 7
Che cos'è la vita? - 6
E' "questo" che fa la gente? - 6,5
I desideri di Silversmith - 6,5
 
02 Maggio 2005, 09:50:45Commento scritto da marsman60
Voto: 8.00
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