URANIA JUMBO N. 36 - MONDADORI
Linda Nagata
Red: il processo


Leggere la seconda parte di un ciclo iniziato vari anni prima, comporta una bella pretesa nel voler ricordare tutto. A mala pena si ricordano i nomi del protagonista e di pochi comprimari. Ma soprattutto è impossibile ricordarsi tutte le vicende così convulse e complicate. Ma non importa: poco per volta qualcosa riemerge e così ci ricordiamo che ci sono state vicende belliche piuttosto forti, anche se non è chiaro chi combatte contro chi. E poi queste guerre, per quanto dure e sanguinose, assomigliano più a delle guerriglie, con piccole squadre d'assalto. I soldati sono attrezzati in maniera speciale: altro che giubbotti antiproiettile, dispongono di esoscheletri quasi impenetrabili ed efficienti e soprattutto calotte craniche con un'elettronica d'avanguardia connessa al cervello per ricevere ogni sorta di informazione, grazie ad una Guida speciale. E poi se ti viene in mente di farti saltare in arie le gambe, te le rimettono bioniche, molto più efficienti di quelle con cui sei nato. Sempre nel primo libro succedono molte cose brutte e altre bruttissime, ma chi sono i responsabili? Ecco quindi che quattro bischeri di soldati che hanno avuto la cattiva idea di non morire, vengono sottoposti a processo alla corte marziale, con un verdetto già scritto che dovrebbe essere la pena capitale. Per svariate decine di pagine l'autrice ci spupazza i gioielli di famiglia (seppure con un buon ritmo) con il solito processo all'americana (cioè con accusa, difesa, Vostro Onore, obiezione,ecc.). La sorpresa è che gli imputati vengono liberati e nello stesso tempo privati dei gradi militari (così da insabbiare un po' di schifezze). E cosa fanno dei soldati senza divisa che sanno solo menare le mani? Diventano mercenari e tornano a combattere. E quando il governo per così dire "regolare" si trova in difficoltà, riottengono i gradi per nuove missioni.
Ritengo che qui ci sia una grossa defaillance narrativa perché una missione consiste nel recuperare alcune bombe atomiche in possesso del cattivone di turno e sembra che il destino del mondo dipenda da questo. Ma chi se ne frega: cosa sono tre o quattro bombette nucleari? Certo fanno più danni di un po' di fuochi d'artificio, ma se le paragoniamo alle molte migliaia di bombe già in possesso di molti Paesi (di ogni tipo), è chiaro che siamo sempre più vicino all'Armageddon finale. E non sono certo quattro scoregge evitate da poveri eroi sfigati che possono salvare il mondo.
Ma per fortuna l'autrice è così abile nel distogliere l'attenzione da certi particolari, dimostrando uno stile di scrittura entusiasmante, ricco di idee originali e intrigante.
Se riuscisse a sganciarsi dai "piccoli fatti" verso suggestioni più elevate, potrebbe diventare una delle più grandi scrittrici contemporanee.
Ma insomma chi è quel pirla che le tiene legate la ali?
Va bene, andiamo a leggere l'ultimo libro della trilogia sperando di riuscire a scoprire chi/cosa è il famoso RED.
E soprattutto perché.

Voto: 6