La grande tradizione della letteratura avventurosa rivive ne La via delle stelle, un romanzo che è stato avvicinato, di volta in volta, alle opere di Daniel Defoe e di Rudyard Kipling, e che costituisce uno tra gli esempi più famosi e affascinanti delle qualità che hanno fatto di Robert A. Heinlein, vincitore di cinque premi Hugo, il più degno erede della tradizione anglosassone del romanzo di avventura, attraverso il quale è possibile compiere anche un'opera di satira alla società ed esprimere spesso con violenza le proprie idee sul mondo e sulla natura umana. "La via delle stelle" ci propone l'angoscioso problema di Rod Walker, un giovane del futuro che è costretto a superare un esame indispensabile per accedere alle professioni dei Mondi Esterni, in una Terra che ha conquistato lo spazio grazie all'invenzione delle Porte, tunnel iperspaziali che congiungono immediatamente pianeti distanti tra loro anni-luce. Si tratta dell'esame di sopravvivenza: ma non si tratta di una nozione teorica. Gli allievi vengono abbandonati su un mondo vergine e lontano, dove dovranno rimanere isolati per giorni e giorni. Se sopravviveranno, avranno passato l'esame; altrimenti, moriranno, uccisi dalla natura ostile e dalle creature del pianeta. La Terra è sovrappopolata; milioni e milioni di cinesi vengono avviati, come bestiame, su nuovi pianeti; il cibo è razionato; una società pionieristica, rigidamente puritana, ha sostituito i grandi movimenti libertari del ventesimo secolo. Attraverso le pagine di un'affascinante saga di sopravvivenza, nulla si salva dalla feroce satira heinleiniana: la politica, la democrazia, gli organi rappresentativi, il mito scientifico, tutto viene ridicolizzato alla luce dell'antica filosofia della sopravvivenza che ha spinto i pionieri a colonizzare nuovi mondi…
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