04 Maggio 2020, 23:03:58Commento scritto da adso
Voto: 9.00
Qual è il più pericoloso predatore dell’uomo? L’uomo stesso. Questo, in sintesi, il succo del romanzo di Golding.
Potrebbe sembrare che voglia banalizzare in due parole l’opera dello scrittore inglese, ma non è affatto così.
L’autore riesce, infatti, a costruire una sorta di società umana in scala ridotta all’ interno della quale ne vengono evidenziati pregi (pochi) e difetti (innumerevoli).
Senza entrare nel dettaglio della trama (avvincente e narrata in maniera impeccabile), si resta basiti dalla rapida evoluzione che subisce l’ordine sociale che i ragazzi superstiti hanno tentato di auto-imporsi, lasciando che sia la natura umana a prendere il sopravvento e ad emergere saranno, così, gli istinti primordiali della sopraffazione e sopravvivenza.
Se si vuole uscire dalla finzione e trasferirsi nella vita reale, è facile rendersi conto come le cose stiano, in linea di massima, in questo modo.
Infatti è cosa nota e sotto gli occhi di tutti come gli stati, in barba ad accordi più o meno estesi, anche senza fare ricorso ad interventi bellici diretti, si facciano continuamente la guerra a livello commerciale, mediatico (falsa informazione), attraverso l’ ingerenza tramite le rispettive politiche estere, etc…
Davvero notevole è pure la postfazione dello stesso autore, in particolar modo quando parla di unione europea che considera, di fatto, irrealizzabile sin dalle sue fondamenta, in quanto le radici culturali (nazionalismi) di ciascuno stato fanno sì che individualismo ed egoismo emergano sempre e comunque ed impediscano, di fatto, ogni tipo di collaborazione tra gli stati membri.
Visione quanto mai azzeccata, soprattutto in questo periodo di pandemia…
C’è di che meditare.
 
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