25 Maggio 2020, 19:17:31Commento scritto da adso
Voto: 9.50
L’aspetto più interessante e importante di quest’opera sta nel recupero e riproposizione ai lettori di una tradizione locale (toscana, nella fattispecie) che, altrimenti, avrebbe rischiato di essere non dico dimenticata, ma non valorizzata quanto merita. L’ottima introduzione permette di calarsi nel contesto in cui i racconti sono ambientati e illustra chiaramente a quali fonti letterarie fanno riferimento (una su tutte gli exempla medievali di stampo religioso).
Passando ai racconti (appartenenti, complessivamente, al genere weird), tutti di ottima fattura, mi hanno colpito, innanzitutto, per essere stati scritti con la classica parlata toscana (che non mi è così aliena perchè, nonostante sia veneto, vado spesso dalle parti di Arezzo) e per un sottofondo di comicità che accentua, anzichè attenuare, l’atmosfera di terrore che li caratterizza perchè vi è pur sempre la costante presenza dell’Antico Nemico…
Una menzione particolare, però, meritano gli ultimi tre racconti, ossia Fioraccio, San Cerbone e Leonzio: il primo e il terzo per la decisa connotazione orrorifica che li contraddistingue (Leonzio fa un chiaro riferimento ad un racconto di Poe che non svelo per non rovinare la sorpresa ad altri potenziali lettori), mentre il secondo per essere una ghost story decisamente splatter.
Molto interessante anche l’introduzione (inserita nel testo come postfazione) all’ edizione francese scritta da Cochin che scrive quasi un’apologia dell’amico Magherini e dell’ambiente rurale in cui è nato e cresciuto.
In sintesi, direi che si tratta di un’opera eccellente, sia per i contenuti sia per come è stata curata
 
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