È possibile che il primo "giallo" della nostra letteratura sia il canto 8 della
Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, con
il mistero della morte del cavaliere Rinaldo.Certo, già nell'
Orlando furioso dell'Ariosto comparivano un sacco di equivoci, inganni, false ipotesi ecc. ecc., ma era una cosa diversa, si trattava sostanzialmente di scherzi e scantonamenti, senza i vari
ingredienti tipici del genere poliziesco, che invece il Tasso usa qui:
- un efferato delitto che colpisce una persona "molto in vista";
- viene ritrovato il cadavere senza la testa e un braccio, ma tutti i dettagli sono riconducibili a Rinaldo;
- c'è un informatore al di sopra di ogni sospetto;
- e un testimone diretto;
- con tanto di "processo mediatico", che accusa del delitto addirittura Goffredo di Buglione, il comandante in capo;
- verremo a sapere la soluzione molto tempo dopo, per cui la suspense si trascina a lungo;
- Tasso precisa fin dall'inizio che c'è di mezzo un inganno, ma non dice quale.
Manca solo il "commissario" di turno: saranno gli eventi successivi a fare luce sul tragico episodio. Anche questo è un approccio interessante; esistono moderne detective story in cui a "svolgere le indagini" sia non un singolo ma la collettività?
Nella foto: Rinaldo in uno dei suoi momenti migliori... vogliamo ricordarlo così...