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Discussione: Urania 1593- echo (letto 4276 volte) |
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #3 data: 05 Aprile 2013, 11:54:42 » |
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Sto leggendo "Salvation - La rovina dei mondi" di P. F. Hamilton - U. Jumbo n. 30
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #4 data: 05 Aprile 2013, 12:31:31 » |
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Citazione da: maxpullo il 05 Aprile 2013, 11:09:29
Citazione da: And il 05 Aprile 2013, 10:48:29 Preso ieri. Finalmente un bell'inedito come si deve! Sono contento. Unica nota negativa il prossimo numero, de 'I Capolavori'...
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Non conosco ancora la nota negativa sul titolo del prossimo numero, ma rallegrarsi tanto se stampano il quinto volume di una esalogia di cui sinora Urania ha pubblicato solo il terzo mi pare eccessivo: mancano i primi due, il quarto ed il sesto... sono certo che li pubblicheranno tutti, ma l'ordine non conta? Boh... Prevedo altre lacrime espresse che il nostro "Darth wafer", di recente passato al lato oscuro del non-collezionismo, si preoccuperà di spargere quanto prima...
| Ma cosa volete che sia! Imparate l'inglese e dimenticatevi di Urania . Qualche volta penso che godano a prenderci per il didietro (ma come sono educato). Alex Benedict lo potete leggere partendo dal n. 3 Urania 1546 del Maggio 2009) poi passando al 5 poi al n. 4, 1, e 2. Per il n. 6 hanno almeno altri tre anni (se va bene) per la pubblicazione.
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******************************************** Traduttore di: 'Fratello della Nave' di Aliette De Bodard; 'Veritas' di Robert Reed; 'La Stanza delle Anime Perdute' della Rusch. Co-traduttore di 'Santiago' di Resnick; di 'Oggi sono Paul' di Shoemaker pubblicato su Quasar, e di 'Base di Settore: Venice' della Rusch. Nel 2020 di M.D.Rivera 'Nel Buio tra le stelle' e 'Il velo delle stelle'. |
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #7 data: 08 Aprile 2013, 11:16:23 » |
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Appena letto: Letto in parte: |
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #8 data: 22 Maggio 2013, 11:58:40 » |
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10.000 anni nel futuro: Alex Benedict è un semplice commerciante di antichità che si imbatte casualmente nel ritrovamento di una strana stele incisa con dei caratteri sconosciuti. Le vicende narrano di come l'oggetto, inizialmente quasi snobbato poiché ritenuto di scarso interesse, diventi improvvisamente il centro di una contesa dai risvolti a tratti mortali. Parallelamente, le ricerche sulla vita dell'archeologo scomparso Somerset Tuttle (vecchio proprietario della stele) porteranno i protagonisti a chiedersi se sia davvero la razza umana la sola a popolare l'universo. Jack McDevitt è uno scrittore di fantascienza piuttosto famoso negli Stati Uniti, dove ha ottenuto importanti riconoscimenti come il “Premio John W.Campbell” nel 2004 e il “Premio Nebula” nel 2006, ma che qui in Italia è stato pubblicato solamente tre volte a causa dello scarso interesse per la fantascienza in generale e per la lunghezza eccessiva delle sue opere che le renderebbero poco adatte a certe collane da edicola, ormai rimaste le uniche in grado di venire incontro a noi poveri appassionati lettori di fantascienza. “Echo” è un romanzo scritto bene, con alla base un'idea classica e suggestiva, ma che in alcuni punti risulta un po' dispersivo a causa, forse, del fallito tentativo dell'autore di rendere l'intreccio più complesso. L'opera, comunque, sa custodire in sé diversi momenti di riflessione sul rapporto uomo-universo, affrontati con una maestria tale da rendere perdonabili certe lacune della narrazione. Esistono nell'universo altre civiltà oltre alla nostra? E quanto sono evolute? E se noi umani fossimo semplicemente frutto della casualità? Ci possono essere pianeti simili alla Terra? E se distante anni luce da noi ci fossero altri uomini ignari dell'esistenza del nostro pianeta? Sono molteplici le domande che McDevitt in maniera molto intelligente si pone durante la narrazione, andando a impreziosire il romanzo con una buona dose di fascino e spessore. Tirando le somme, Echo è un'opera nel complesso interessante, a tratti un po' forzata e dispersiva ma che tuttavia mi sento di consigliare spassionatamente.
CURIOSTITÀ Per chi non lo sapesse, Echo è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 e rappresenta il quinto romanzo del ciclo di Alex Benedict. Del suddetto universo letterario, formato da sei romanzi a sé stanti, fa parte anche “Seeker”, pubblicato nel 2009 sul n.1546 di Urania. Infine, a esaurire la breve lista delle opere di McDevitt tradotte in Italia, troviamo “Il sonno degli dei” (Urania n.1340, 1998) dal quale presero forma tutti i suoi successivi romanzi di archeologia spaziale, vera e propria specialità di un autore assolutamente da tenere d'occhio.
Per altre recensioni ti aspetto sul mio blog (Far Star) interamente dedicato alla letteratura fantascientifica! http://farstar2012.blogspot.it
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #9 data: 22 Maggio 2013, 13:42:39 » |
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Citazione da: MarcoF. il 22 Maggio 2013, 11:58:40 10.000 anni nel futuro: Alex Benedict è un semplice commerciante di antichità che si imbatte casualmente nel ritrovamento di una strana stele incisa con dei caratteri sconosciuti. Le vicende narrano di come l'oggetto, inizialmente quasi snobbato poiché ritenuto di scarso interesse, diventi improvvisamente il centro di una contesa dai risvolti a tratti mortali. Parallelamente, le ricerche sulla vita dell'archeologo scomparso Somerset Tuttle (vecchio proprietario della stele) porteranno i protagonisti a chiedersi se sia davvero la razza umana la sola a popolare l'universo. Jack McDevitt è uno scrittore di fantascienza piuttosto famoso negli Stati Uniti, dove ha ottenuto importanti riconoscimenti come il “Premio John W.Campbell” nel 2004 e il “Premio Nebula” nel 2006, ma che qui in Italia è stato pubblicato solamente tre volte a causa dello scarso interesse per la fantascienza in generale e per la lunghezza eccessiva delle sue opere che le renderebbero poco adatte a certe collane da edicola, ormai rimaste le uniche in grado di venire incontro a noi poveri appassionati lettori di fantascienza. “Echo” è un romanzo scritto bene, con alla base un'idea classica e suggestiva, ma che in alcuni punti risulta un po' dispersivo a causa, forse, del fallito tentativo dell'autore di rendere l'intreccio più complesso. L'opera, comunque, sa custodire in sé diversi momenti di riflessione sul rapporto uomo-universo, affrontati con una maestria tale da rendere perdonabili certe lacune della narrazione. Esistono nell'universo altre civiltà oltre alla nostra? E quanto sono evolute? E se noi umani fossimo semplicemente frutto della casualità? Ci possono essere pianeti simili alla Terra? E se distante anni luce da noi ci fossero altri uomini ignari dell'esistenza del nostro pianeta? Sono molteplici le domande che McDevitt in maniera molto intelligente si pone durante la narrazione, andando a impreziosire il romanzo con una buona dose di fascino e spessore. Tirando le somme, Echo è un'opera nel complesso interessante, a tratti un po' forzata e dispersiva ma che tuttavia mi sento di consigliare spassionatamente.
CURIOSTITÀ Per chi non lo sapesse, Echo è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 e rappresenta il quinto romanzo del ciclo di Alex Benedict. Del suddetto universo letterario, formato da sei romanzi a sé stanti, fa parte anche “Seeker”, pubblicato nel 2009 sul n.1546 di Urania. Infine, a esaurire la breve lista delle opere di McDevitt tradotte in Italia, troviamo “Il sonno degli dei” (Urania n.1340, 1998) dal quale presero forma tutti i suoi successivi romanzi di archeologia spaziale, vera e propria specialità di un autore assolutamente da tenere d'occhio.
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| Non ti sei guardato le mie lacrime? w.
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #10 data: 22 Maggio 2013, 14:33:57 » |
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Citazione da: waferdi il 22 Maggio 2013, 13:42:39
Citazione da: MarcoF. il 22 Maggio 2013, 11:58:40 10.000 anni nel futuro: Alex Benedict è un semplice commerciante di antichità che si imbatte casualmente nel ritrovamento di una strana stele incisa con dei caratteri sconosciuti. Le vicende narrano di come l'oggetto, inizialmente quasi snobbato poiché ritenuto di scarso interesse, diventi improvvisamente il centro di una contesa dai risvolti a tratti mortali. Parallelamente, le ricerche sulla vita dell'archeologo scomparso Somerset Tuttle (vecchio proprietario della stele) porteranno i protagonisti a chiedersi se sia davvero la razza umana la sola a popolare l'universo. Jack McDevitt è uno scrittore di fantascienza piuttosto famoso negli Stati Uniti, dove ha ottenuto importanti riconoscimenti come il “Premio John W.Campbell” nel 2004 e il “Premio Nebula” nel 2006, ma che qui in Italia è stato pubblicato solamente tre volte a causa dello scarso interesse per la fantascienza in generale e per la lunghezza eccessiva delle sue opere che le renderebbero poco adatte a certe collane da edicola, ormai rimaste le uniche in grado di venire incontro a noi poveri appassionati lettori di fantascienza. “Echo” è un romanzo scritto bene, con alla base un'idea classica e suggestiva, ma che in alcuni punti risulta un po' dispersivo a causa, forse, del fallito tentativo dell'autore di rendere l'intreccio più complesso. L'opera, comunque, sa custodire in sé diversi momenti di riflessione sul rapporto uomo-universo, affrontati con una maestria tale da rendere perdonabili certe lacune della narrazione. Esistono nell'universo altre civiltà oltre alla nostra? E quanto sono evolute? E se noi umani fossimo semplicemente frutto della casualità? Ci possono essere pianeti simili alla Terra? E se distante anni luce da noi ci fossero altri uomini ignari dell'esistenza del nostro pianeta? Sono molteplici le domande che McDevitt in maniera molto intelligente si pone durante la narrazione, andando a impreziosire il romanzo con una buona dose di fascino e spessore. Tirando le somme, Echo è un'opera nel complesso interessante, a tratti un po' forzata e dispersiva ma che tuttavia mi sento di consigliare spassionatamente.
CURIOSTITÀ Per chi non lo sapesse, Echo è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 e rappresenta il quinto romanzo del ciclo di Alex Benedict. Del suddetto universo letterario, formato da sei romanzi a sé stanti, fa parte anche “Seeker”, pubblicato nel 2009 sul n.1546 di Urania. Infine, a esaurire la breve lista delle opere di McDevitt tradotte in Italia, troviamo “Il sonno degli dei” (Urania n.1340, 1998) dal quale presero forma tutti i suoi successivi romanzi di archeologia spaziale, vera e propria specialità di un autore assolutamente da tenere d'occhio.
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Non ti sei guardato le mie lacrime? w.
| Una volta la critica e l'interesse dei fans vedeva interessati nomi come Disch, Malzberg, Ellison, Le Guin, Delany, Spinrad, Lafferty, Zelazny, Ballard ecc. ecc, oggi siamo ridotti all'esegesi di McDevitt e dei suoi cicli.... Ci sarebbero da spandere calde lacrime solo per questo
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Re:Urania 1593- echo « Rispondi #12 data: 22 Maggio 2013, 15:05:40 » |
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Marco F. non ha tutti i torti, molti romanzi dell'età dell'oro ormai non si riesce più a leggerli, è talmente andata avanti la tecnologia che ormai neanche le trame reggono più, non mi ricordo quale forumista disse che questi libri bisogna leggerli quando si ha un età compresa tra i 9 ed i 12 anni, è vero, perché a quell'età si fantastica solamente e non si sta a vedere se la fisica e la tecnologia narrata sia esatta o meno. Per questo, mi sono messo a leggere volumi di vecchi autori stando attento solamente alla trama e passando sopra al resto, ma accolgo ben volentieri i nuovi pionieri della fantascienza come P. Hamilton , E. Moon , A. Reynolds ecc. ecc. che sicuramente scrivono sapendo quello che effettivamente narrano.
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