Nell'anno del 70° anniversario di Urania e all'approssimarsi della pubblicazione di: Mya di Mondo9, in Urania Edizione Speciale Anniversario
UraniaMania è felice di presentare ai suoi Utenti e Visitatori:
Intervista a Dario Tonani
In questo che è il
70° anniversario della storica collana
Urania di Mondadori, e nell'attesa dello “
Speciale” fuori formato che ne festeggia degnamente l'anniversario, non potevamo non incontrare l'autore che ha dato il titolo proprio allo Speciale atteso a luglio nelle edicole:
Dario Tonani, lo scrittore delle prime volte.
Primo autore italiano a cui è stato dedicato un intero
Millemondi (“Cronache di Mondo9”, 2015).
Primo autore italiano a essere pubblicato con un inedito di SF nella prestigiosa collana da libreria
Oscar Fantastica Mondadori (“Naila di Mondo9”, 2018).
Primo autore italiano sulla collana
Urania Jumbo (“Naila di Mondo9”, 2021).
Primo autore a dar vita agli
Speciali di Urania (“Mya di Mondo9”, 2022).
Ma gli utenti storici di questo sito sanno che non sono solo questi i primati di Dario, sì perché Dario è anche il:
Primo autore professionista a essersi iscritto ad
UraniaMania.
Primo autore professionista a partecipare alle annuali
Trifidate di UraniaMania.
E il primo autore a cui viene chiesta un’
intervista su UraniaMania senza che nell'anno abbia vinto il prestigioso Premio Urania.
UM: Dario togliamoci subito il dente, dicci la verità, essere lo scrittore di Fantascienza italiano sempre primo in ogni occasione, sicuramente sarà gratificante ma non ti fa sentire anche costantemente sotto pressione?Dario: No, affatto, sono traguardi che mi riempiono di orgoglio. Ma la scrittura non è una gara e non ha nulla di gladiatorio. Per usare una terminologia diventata molto in voga di questi tempi, diciamo che questi successi sono autentici booster di fiducia, che mi auguro facciano da traino a tutta la fantascienza italiana. Fin troppo spesso nel nostro ambiente si tende a dimenticare che ogni finestra aperta da/a un singolo autore serve ad arieggiare l’intera casa, e a guadagnarci sono tutti gli occupanti, dentro e fuori dall’alveo di Urania.
UM: Prima di parlare del tuo prossimo lavoro, facciamo un passo indietro. Ci sono amici in UraniaMania che ricorderanno sempre il primo incontro con te nel 2007 alla libreria Centofiori, nel verde di piazzale Dateo a Milano, insieme ai compianti Lippi e Altieri; era il momento del boom di “Infect@” a cui seguì “Toxic@”. Hai più pensato da allora di proseguire quel distopico filone con una Milano così particolare? Sei invece passato subito al tuo famoso Ciclo di Mondo9, c'è un qualche legame tra i due cicli?Dario: È un ricordo estremamente vivido pure nella mia memoria, una sorta di battesimo del fuoco. Devo moltissimo a Sergio Altieri e Giuseppe Lippi, amici straordinari con i quali ho condiviso non solo il mio ingresso nella collana, ma anche il lungo percorso che ne è seguito e quello che sta continuando ora con altri compagni di viaggio, Franco Forte in primis. “Infect@”, del quale furono opzionati i diritti cinematografici, non vinse il Premio Urania, ma mi diede molto di più di un riconoscimento seppure importantissimo: ancora una prima volta nell’essere pubblicato a prescindere dal risultato, ma soprattutto due immediati contratti con Mondadori. Il primo per il seguito “Toxic@” (che avevo già cominciato a scrivere), e il secondo per il dittico “L’algoritmo bianco”, anch’esso ambientato nella mia città, ma un po’ più avanti nel futuro, nel 2045. Tre libri che io amo definire la mia personale “Milano Connection”. A quelle ambientazioni sono tornato in qualche occasione tra il 2007 e il 2019 con storie brevi ospitate in diverse antologie (“Infected Files”, “Cronache dell’Armageddon”) e riviste (Robot). Nel 2019, il racconto “Un fiore per Gregorius Moffa” vinse il Premio Italia, nella categoria “Racconto Professionale”. Sono setting ai quali mi sento molto legato per moltissime ragioni emotive - è una fantascienza nei dintorni di casa, sul tragitto casa-lavoro - e che quindi potrei riprendere, anche se magari non a breve. Chissà… Mondo9 allora era ancora nel frigo.
Trifidata 2007: Lippi, Bibliotecario, Trifide e TonaniUM: Nello stesso anno, il 2007 è iniziata, per durare ancora oggi (con nostro grande compiacimento) la tua costante partecipazione alla vita della nostra ormai ventenne UraniaMania, comprese almeno quattro Trifidate consecutive. Permettici queste domande: dal punto di vista dello scrittore ci puoi dare un giudizio sul nostro piccolo sito? Hai qualche ulteriore consiglio oltre ha quelli che ci hai suggerito in passato?Dario: Credetemi, il piacere è stato mio (anzi, salutatemi con un affettuoso abbraccio il Trifide). Anche se magari le mie apparizioni sul sito si sono diradate per questioni di impegni vari, vi ho tutti nel cuore. Conosco personalmente quantomeno il nucleo storico di UraniaMania, per cui siete molto di più dell’ennesima semplice piazza d’incontro in rete; siete volti, relazioni, amicizie, con molti di voi c’è complicità e affetto. Qualche suggerimento? Sempre lo stesso: interagite di più con l’esterno, non replicate la comunità chiusa e autoreferenziale che per lungo tempo è stata la fantascienza italiana. Aprite ancora di più spazi di comunicazione e di approfondimento per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco sulla natura della vostra comunità: siete collezionisti, d’accordo (avete un database che è un autentico patrimonio d’informazioni), ma anche lettori forti ed entusiasti.
Trifidata 2011: Presentazione del Ciclo Mondo9 - Foto di Gruppo Trifidata 2007, in basso a sx TonaniUM: Veniamo a Mondo9. Con i precedenti romanzi del ciclo abbiamo conosciuto un mondo arido e desertico, mentre da ciò che s’intuisce dalla cover e dal booktrailer di “Mya di mondo9” ci sarà un radicale cambiamento di scenario: quali sono le motivazioni che ti hanno spinto in questa direzione? Non credi che i lettori potrebbero rimanere spiazzati da questa scelta?Dario: “Lettore spiazzato, lettore fortunato”. E obiettivo raggiunto! Se davvero fosse così ditemi dove devo firmare, lo faccio al volo. In bianco. In un ciclo - e intendo proprio qualsiasi ciclo, che si dipani attraverso una serie di volumi o sia trasposto in una fiction - i cambiamenti ci sono eccome, soltanto può capitare che siano sottotraccia, meno evidenti, nascosti. Sono cresciuto nella convinzione, in qualche modo suggeritami anche da straordinari editor come Altieri, Lippi, Forte e Brolli, che le saghe siano l’equivalente di una rampa di scale, anzi - meglio - una elaborata scala a chiocciola. Il lettore la sale un gradino alla volta e, passetto dopo passetto, si ritrova in cima a godere di un panorama radicalmente diverso da quello che aveva ai piedi del primo scalino. Un punto di vista nuovo, e molto spesso uno scenario assai diverso dalle attese. Il grande Sergio Altieri mi diceva “Verso la fine di qualsiasi plot, evita in tutti i modi che la storia sia ammosci, rilancia sempre, sorprendi, strattona, spiazza”. Un ciclo, specie se si estende per centinaia e centinaia di pagine, tende a diventare ripetitivo, il che per il lettore significa trasformarsi in un’abitudine, una comoda routine, una rassicurante comfort zone, una calda coperta di Linus. E questo è male! La noia arriva come il sonno: metaforicamente (ma anche no), si comincia a sentire le palpebre pesanti, poi la testa ci cade in avanti e d’un tratto ci ritroviamo costretti ad acrobatici tentativi di rimanere svegli, magari pigliandoci a pizzicotti. Con i cicli si richiede una performance lunga al lettore, sono corse di durata. Ma se tra i montanti della balaustra di una scala ci mettiamo un paesaggio che cambia, ecco che ogni gradino diventa una scoperta. E al posto dell’acido lattico ci scapperà la voglia di salire più in fretta per vedere cosa c’è lassù oltre l’ultimo scalino… Il verde di Mondo9 al posto della classica tavolozza con le sfumature ocra della sabbia e della ruggine è un invito a stare al gioco, e magari a rilanciare la posta andando a vedere le carte dell’autore.
UM: Questa tua scelta di rendere, immaginiamo, più verde Mondo9, è un tema urgente per quel Mondo come lo è per il nostro? il tuo è un auspicio a una svolta più “Green” della nostra società?Dario: Certo che lo è, anche se mi guardo bene dall’usare l’etichetta climate fiction. Mondo9 ci ha insegnato che la sabbia è un residuo sterile, una scoria pericolosa. E il metallo un materiale che vive in bilico tra la memoria di quello che fu e una nuova specie che ha bisogno di assimilare esistenze altrui per continuare a perpetuarsi. Il verde sarà letteralmente linfa nuova, corroborante… Ma questo, non illudetevi troppo, secondo il registro narrativo tipico di Mondo9. Insomma, senza voler spoilerare troppo, ci sarà un gioco di specchi. E un sotteso conflitto di habitat.
UM: Indiscutibilmente negli ultimi anni la Fantascienza internazionale, ma anche Italiana, ha visto un forte aumento di presenza femminile: come autrici, come personaggi principali dei romanzi e, noi ci auguriamo, anche come lettrici. Anche in Mondo9 abbiamo visto questa tendenza, di cui possiamo considerarti tra gli anticipatori: nei primi racconti del Ciclo le protagoniste assolute sono state le Navi descritte come entità femminili, è corretta questa rappresentazione?Dario: È una domanda che mi fa particolarmente piacere. La fantascienza ha ormai da diversi anni mostrato in modo dirompente il proprio volto femminile raccogliendo consensi straordinari e indiscutibili. Nel mio piccolo, Naila è un po’ l’emblema di tutte le donne costrette, quasi sempre in ambienti ostili, a combattere ogni santo giorno per affermare se stesse, il proprio valore e il proprio sacrosanto diritto di abbattere stereotipi e pregiudizi duri a morire. Prima di lei, le navi - grazie soprattutto all’elemento fortemente simbolico delle uova - erano state interpretate come entità femminili, persino matriarcali, mentre la loro sessualità, nel prosieguo della saga, si è dimostrata essere in qualche modo aperta e “liquida”.
UM: Naila di Mondo9 e adesso Mya di Mondo9, due romanzi, peraltro consecutivi, con indiscutibilmente protagonista una donna. Decisamente un’anomalia, specie per un autore di fantascienza italiano. Che cosa ti porta sulla sponda femminile dell’avventura?Dario: L’avventura, specie quella delle grandi storie di mare da Herman Melville a Robert Louis Stevenson, da Joseph Conrad a Patrick O’Brian, hanno sempre visto la donna quasi inesistente, relegata tutt’al più a ruoli di mero contorno: remissiva custode del focolare, lavoratrice di basso rango, quando non discinta selvaggia, oggetto di conquista o di pegno predestinato. Ho provato a ribaltare certi stereotipi rendendo Naila un unicum, ma al contempo racchiudendo in lei il desiderio di riscatto e di rivalsa di tutte le donne, il loro rifiuto a qualsiasi forma di subalternità, nell’ambiente domestico come nei luoghi di lavoro. Un romanzo non bastava, perché il pregiudizio sessista e maschilista era troppo grande e pervasivo. Così dopo Naila è arrivata sua figlia Mya: due generazioni di donne toste e risolute, ma anche, come leggerete, piuttosto diverse l’una dall’altra.
Declinazioni da Mondo9UM: Ripercorrendo indietro la successione dei romanzi e racconti del Ciclo di Mondo9, tutto è partito da “Cardanica” nel lontano 2008. Vuoi dirci cosa ti ha ispirato quel primo racconto? Avevi già in mente allora l'idea di espanderlo in una serie? il worldbulding era già almeno embrionalmente costruito o ti si è palesato via via con i successivi racconti?Dario: Che lo si creda o meno, quel primo granello di sabbia era nato da una singola idea - un’idiosincrasia, in realtà (qualsiasi superficie unta) - e destinato a rimanere one shot. Un fortunato concorso di circostanze lo ha portato a quello che per uno scrittore rimane uno dei traguardi più straordinari e gratificanti in cui possa incappare: la richiesta da parte dell’editore e dei lettori di farne prima un seguito, poi un altro, poi un fix-up, quindi un romanzo, e dopo un altro ancora. E così via… Ora siamo al terzo libro, anche se per dovere di precisione, i capitoli sono in realtà quattro.
UM: Mondo9 è caratterizzato da un pericoloso binomio Uomo-macchina, che si trova spesso nella fantascienza, ma raramente in una modalità "analogica" come lo steampunk da te narrato. Cosa ti ha portato a scegliere questo genere particolare e soprattutto questo tipo di ambientazione?Dario: Permettetemi di fare piazza pulita di qualsiasi etichetta, non è un segreto per nessuno che io le detesti dal profondo del cuore. Mondo9 non è steampunk, lo si approssima semmai a quell’immaginario, ma a un silent check del Var qualsiasi purista non convaliderebbe la definizione. Sul binomio Uomo-macchina, devo dire che è un mio vecchio pallino, che vanta già un discreto repertorio: moltissimi racconti (uno su tutti, “Le polverose conchiglie del mattino” tradotto, guarda caso, per il mercato russo e ucraino) fino ad arrivare al ciclo di “W.A.R. - Weapons, Androids, Robots”. Quanto al deserto (anche se Mondo9 non è affatto solo sabbia), devo dire che nasce da una mia particolare predilezione per… i campi lunghi, le prospettive profonde, gli orizzonti aperti. Elementi che si possono trovare solo guardando il mare o, per l’appunto, lo spazio sconfinato di una piana desertica.
UM: Una curiosità che mi porto personalmente dietro da molto tempo: perché hai scelto “Mondo9” come nome del pianeta del tuo ciclo più importante? E soprattutto perché proprio il numero nove?Dario: Gioco, enigma, ossessione? Me l’hanno chiesto spesso. Nella prima incarnazione del ciclo, quando le storie uscirono solo in edizione ebook per la casa editrice nativa digitale 40K, ricorderete forse che il 9 era scritto in lettere, senza spazio di separazione dalla parola “Mondo”. Solo con la pubblicazione su carta si trasformò in numero, ma rimase attaccato al termine che lo precedeva per differenziarlo da un livello speciale del gioco Super Mario Bros per la Wii, che su Google aveva un numero di risultati migliaia di volte superiore ai due elementi uniti. Il 9 poi è l’unico numero che opportunamente manipolato ne dà un altro: il 6. È la piantina speculare di Mecharatt, la megalopoli ai margini del Grande Deserto, ricorda un fiore, una rosa dei venti, una spirale, una stella, un labirinto, una conchiglia…
UM: Una parte del successo della saga di Mondo9, come ben sai, è certamente dovuta alle affascinati immagini create da Franco Brambilla: navi, ambienti, ma anche personaggi e animali descritti nel ciclo. Conosciamo la tua decennale amicizia con Brambilla, ci vuoi però raccontare come nasce e si è evoluta la vostra collaborazione? E soprattutto, non puoi esimerti da dirci se Franco ha in cantiere uno dei suoi splendidi volumi illustrati dal titolo “Mya di Mondo9”!Dario: Ho un enorme debito di riconoscenza con Franco, che è sempre stato un punto di riferimento per l’immaginario di Mondo9, tanto che la “Miscellanea Enciclopedica” in calce ai volumi della saga s’immagina redatta e illustrata da tal Hieronymus “Frank” Eisenach, Gran Maestro della Gilda dei Cartografi, un nome che, come si può intuire, vuole essere un chiaro omaggio al copertinista ufficiale di Urania. Brambilla ha lavorato dalla prima all’ultima tavola - e ormai sono più di un centinaio soltanto quelle a colori - come un concept artist fa con un regista per la produzione di un film. E ha dato enorme visibilità a tutto il ciclo, sui social e nelle presentazioni dal vivo, dove ormai siamo una sorta di… “coppia artistica di fatto”. Com’è nata la nostra amicizia? Sul set di “Infect@”, il mio primo Urania, ormai nel lontano 2007. Abbiamo all’attivo già tre artbook, su un eventuale quarto non ci siamo ancora confrontati. Voi che dite, vi piacerebbe?
Franco Brambilla: Concept Art of Mondo9UM: Dario ormai sei palesemente uno scrittore dal respiro internazionale, con traduzioni in inglese, giapponese e russo, vuoi raccontarci come hai vissuto queste pubblicazioni all’estero? Come sei stato coinvolto? Hai partecipato al lavoro dei traduttori?Dario: Vi ringrazio di averlo ricordato. Per un autore che scrive in italiano, lingua “periferica” per eccellenza, approdare su altri mercati (e su tre alfabeti diversi) è stato un traguardo enorme, che ho vissuto con estrema fierezza. Data la situazione che si è venuta a creare sullo scacchiere non solo europeo, credo che meriti un distinguo il caso della traduzione in russo, per la quale tengo a precisare che il contratto è stato firmato - e onorato nel pagamento dell’anticipo per tutta la saga - in tempi non sospetti, nella primavera del 2020, in pieno lockdown. E sì, ho lavorato con tutti e tre i traduttori, che vorrei menzionare per il meticoloso lavoro svolto sui testi: Caroline Smart per l’inglese, Koji Kubo per il giapponese (katakana) e Marina Yashina per il russo. Talvolta i contatti sono stati stretti e frequenti, talaltre meno, e solo quando le questioni tecniche esulavano dalla semplice traduzione di un termine. Chi conosce Mondo9 sa quali problemi possono presentarsi di fronte a un dialogo tra metallo e umani, tra uno pneumosnodo e il suo occupante e nella conversazione “muta” tra due navi.
Edizioni internazionali di Mondo9UM: Hai un sito Internet, sei attivo su Facebook, Instagram, Twitter... che importanza hanno i social per te? Che rapporti hai con i tuoi follower?Dario: Il sito è una specie di vetrina e ha l’obiettivo d’informare chi mi segue sull’attività in corso e sugli approfondimenti che non troverebbero spazio adeguato sulle piattaforme social. Quanto a queste ultime, le uso quasi esclusivamente a scopo professionale. E quando dico professionale non mi riferisco a una comunicazione autoreferenziale. Ma a tutto l’universo della scrittura: mi piace lanciare spunti di riflessione, disquisire di letture e approcci di lavoro. E, last but not least, dell’inopportunità di suddividere le macro categorie dei generi in sottogeneri, con tanto di etichette (e derivati), che altro scopo non hanno che rivolgersi agli addetti ai lavori, allontanando il grande pubblico, con il rischio di alimentare il pregiudizio che i fantascientisti si parlino addosso e basta. Ho un rapporto fantastico con la fan base che mi segue con regolarità e pare apprezzare i miei toni pacati e il mio approccio senza mai vis polemica, pur senza esimermi dall’affrontare temi a volte roventi e divisivi.
UM: Generalmente, come ti rapporti con critiche ed elogi dei tuoi lettori? Prendi in considerazione i "suggerimenti" che inevitabilmente trapelano dai feedback? in definitiva, i giudizi dei lettori influenzano la gestione dei tuoi lavori o sul marketing promozionale?Dario: Una volta sullo scaffale, il libro appartiene al lettore. Che ha pieno titolo di trattarlo come meglio crede. Da qui parte qualsiasi mia reazione di fronte a ogni giudizio, positivo o negativo che sia. Nel primo caso, trovo giusto e doveroso ringraziare; nel secondo, preferisco non intervenire e gettarmi in una difesa d’ufficio. Non posso negare che certe critiche superficiali, acide o non argomentate mi irritino un po’, ma non si può piacere a tutti. E in fondo penso che non sarebbe né giusto né onesto con se stessi provarci. “Influenza” dei lettori? Non userei quel termine, direi piuttosto che ne tengo conto: nel bene e nel male. Ogni lettore può dare e insegnarti molto. Tutto sta nei toni usati e nella volontà reciproca di ottenere il meglio dalle opere che seguiranno. Se chi mi legge dichiara di avere gettato il mio libro nel cestino e di non volerne più sapere di me, non ritengo che sia il caso di (in)seguirlo. Anche perché finirei per scontentarne molti altri, che possono avere magari espresso riserve pienamente legittime e condivisibili.
Mondo9 visto dai suoi FansUM: Si parla sempre di te come scrittore di fantascienza, a mio modo di vedere sbagliando; tra l'altro hai scritto e scrivi anche racconti dalle forti suggestioni horror, thriller, weird e anche veri e propri racconti di guerra se pur proiettata nel prossimo futuro. Hai mai pensato, per alcuni di questi racconti, di ampliarli o di serializzarli sulla falsariga di Mondo9? Per questi generi ti sei ispirato ad altri autori? Penso ai compianti Alan D. Altieri o Stefano Di Marino.Dario: Per sostenere con forza e soprattutto con coerenza la contrarietà alle etichette (anche quelle macro) l’unica azione da intraprendere è fuggire a gambe levate da qualsiasi ghettizzazione. E quindi scrivere storie diverse, cercando di consolidare solo la propria identità autoriale, che è poi quella che conta davvero. In questo credo di essere un apolide dei generi; non mi trovo davvero accasato in nessuno, cambio, mi metto in gioco, spariglio le carte, salto gli steccati, ibrido, contamino… Se scrivo una serie - e posso dire di averne ormai ideate tante, da Mondo9, a quella dei +toon, da “W.A.R.” a quella dell’Agoverso - lo faccio perché anche un giostraio finisce per ritrovarsi in un luogo accogliente e volersi prendere una piccola pausa stanziale. A quanti ritengono che scrivere cicli imbrigli la fantasia e rappresenti una specie di camicia di forza rispondo che non è affatto così. Anzi…
UM: Tutti gli scrittori hanno un lato "oscuro", che in qualche caso si fonde o si mescola con le loro storie, magari anche inconsapevolmente: paure, idiosincrasie ecc. Come gestisci la tua oscurità? L'affronti fra le pagine (magari sublimandola, o esorcizzandola) oppure cerchi di tenerla fuori dai tuoi mondi di carta? E nel primo caso: quanto è difficile sperimentare la propria oscurità attraverso gli occhi di un personaggio che è, giocoforza, "altro" rispetto a chi scrive? Ti è mai capitato di trovarne tracce là dove non pensavi se ne sarebbero annidate? Mondo9 possiede abissi rugginosi ricchi di fascino e inquietudine...Dario: Domanda molto intrigante. Ho sempre pensato che gli autori finiscano per scrivere essenzialmente o dei loro sogni o delle loro paure (io appartengono a quest’ultima categoria). E il lato oscuro rientra a pieno titolo in una paura inconscia, nascosta o mal gestita che rischia di sfociare in comportamenti di cui non andremmo propriamente fieri. Penso però che il buio interiore – così come la rabbia - sia una grande forza propulsiva e soprattutto creativa. Le mie storie ne sono infarcite, s’illuminano magari della luce abbagliante dei deserti o dei colori allegri e sfolgoranti dei cartoon, ma nascono dal lato oscuro dell’autore. Nei miei personaggi metto tutto me stesso, senza remore né censure: non necessariamente nello stesso, a volte mi divido in tante identità diverse e lascio che sia chi mi legge (e mi conosce) a ricostruirmi come un puzzle. Forse anche per questo tendo a caratterizzare i miei personaggi con pochissimi tratti fisici e somatici. In realtà, voglio che il lettore veda sole le spine, le cicatrici, le piaghe… Se ne scopro di nuove? Certo, ogni volta, e sempre diverse. La scrittura, in fondo, non è altro che un enorme specchio in grado di rendere trasparente ciò che trasparente per sua natura non è, ma soprattutto non vorrebbe essere.
Presentazione di Mya di Mondo9, a sx al MystFest di Cattolica, a dx a Inchiostro di Crema
UM: Permettici una parentesi nel tuo familiare: sappiamo che tuo figlio sta intraprendendo la carriera del regista, è già in cantiere una qualche collaborazione padre figlio? Lo sai vero che la fantascienza cinematografica va molto bene?Dario: Certo che lo so che la fantascienza al cinema e nelle serie TV spacca, anche volendo considerare fuori dai giochi i supereroi, che francamente stento a considerare come vera e propria SF. Mio figlio Nicolò si è laureato allo Iulm in “Comunicazione, Media e Pubblicità” e ora sta ultimando la seconda laurea triennale alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano. Ha già un film a suo attivo come regista e uno come aiuto regista, oltre a diversi corti. La sua è una formazione professionale, mirata, prospettica e storica sui prodotti per il grande e piccolo schermo, e vi posso assicurare che anche soltanto guardare un film con lui non è affatto facile e riposante. Immaginate che cosa debba essere lavorare insieme. Ma, a onor del vero, non si fa mai mancare un mio parere sulla storia e sulla sceneggiatura di una pellicola. Abbiamo gusti e registi di culto diversi, e io mi guardo bene dall’esprimere un parere sugli aspetti tecnici, per evitare di essere soverchiato da giudizi su campo e controcampo, piani sequenza, luci di scena e inquadrature varie. Ma abbiamo un paio di ideuzze che chissà…
UM: Siamo giunti alla fine di questa bella chiacchierata, caro Dario. Come da tradizione la vorremmo concludere con la tua risposta alla domanda che avresti voluto ti facessimo e che non ti abbiamo fatto.Dario: Una piccola nota di “servizio” per chiudere, e vi ringrazio dell’opportunità che mi state dando di ribadire un concetto a cui tengo molto, e che soprattutto risponde a una sollecitazione che ricevo spessissimo. I lettori potenzialmente interessati ad avvicinarsi al ciclo mi chiedono se occorra recuperare i titoli in ordine cronologico di uscita per apprezzare a pieno il plot e il worldbuilding. La risposta è un “no” senza riserve: tutti i capitoli della saga - tre libri, ma in pratica quattro parti - sono autonomi e autoconclusivi. Insomma, potete cominciare da dove volete, avendo tutt’al più due accortezze. La prima: da ovunque decidiate di iniziare, considerate le parti che precedono come una sorta di prequel. Questo vi aiuterà a collocarvi al centro del libro che state leggendo senza la preoccupazione di esservi persi nulla di davvero fondamentale per comprendere le dinamiche della storia. La seconda, per i più meticolosi, è più un suggerimento che mi sento di caldeggiare vivamente: andate subito in calce ai libro che avete tra le mani e divoratevi per prima la “Miscellanea Enciclopedica di Mondo9” splendidamente illustrata da Franco Brambilla. Avrete così modo di prendere dimestichezza con la terminologia nautica, con la cultura, le tradizioni, le curiosità, gli habitat, la fauna e la flora di Mondo9 e più in generale con tutto quanto leggerete nelle pagine che precedono. In più, acquisterete subito il titolo di comandanti. Grazie della gradevolissima chiacchierata, UraniaMania. Per conoscermi un po’ di più, fate un giro veloce sul mio sito
www.dariotonani.it. And stay tuned…
Milano, 14 giugno 2022
Bibliografia italiana di Dario TonaniRomanzi:- La baracca degli angeli neri – 1991, La lampada di Alhazred n° 9, Solfanelli
- Infect@ – 2007, Urania n° 1521, Mondadori
- L’algoritmo bianco – 2009, Urania n° 1544, Mondadori
- Toxic@ – 2011, Urania n° 1574, Mondadori
- Mondo9 – 2012, Odissea Fantascienza, Delosbook
- Naila di Mondo9 – 2018, Oscar Fantastica, Mondadori (ripubblicato nel 2021 in Urania Jumbo n° 15, Mondadori)
- Mya di Mondo9 – 2022, Urania Speciale 70 anni, Mondadori [Di prossima pubblicazione]
Antologie personali:- Infected Files – 2011 Fantascienza.com n° 16, Delosbook
- Tutti i mondi di Mondo9 – 2014, Fantascienza.com, Delosbook
- Cronache di Mondo9 – 2015, Urania Millemondi n° 72, Mondadori
Illustrati:- The Art of Mondo9 (con Franco Brambilla) – 2013
- The Art of Mondo9 – Chronicles % Concepts (con Franco Brambilla) – 2016
- Naila di Mondo9 - The Art Book (con Franco Brambilla) – 2018
Racconti:Circa 120 racconti pubblicati sulle principali testate e riviste:
Urania, Urania Millemondi, Segretissimo, Il giallo Mondadori, Odissea Fantascienza, Robot, Horror & Weird, Wired, Ucronia, Delos Science Fiction, Cronache di un sole lontano, L’eternauta, Futuro Europa, Galaktika, Andromeda, Elle Italia, Inchiostro, Cose che voi umani, Short Stories, I narratori del buio, Multiversum Stories, Dimensione cosmica, Altri sogni, Oltre, Horror Stories, Pagine dal futuro, etc.