----------------------------------------------------------------------------------

Quest’anno, appena annunciato il vincitore del Premio Urania 2022, l'Illustre Umino Davide Del Popolo Riolo col romanzo Le ceneri dei padri, ai “piani alti” di UraniaMania ci siamo subito chiesti: e adesso?

Come si fa a intervistare nuovamente Davide quando la sua ultima intervista su Uraniamania risale solo a tre anni fa?

Cosa potremmo chiedergli di nuovo e interessante per i nostri lettori?

La faccio breve, eravamo in difficoltà.

D’altro canto non volevamo rinunciare a questo appuntamento ormai consueto col vincitore del Premio Urania.

Pensa e ripensa al da farsi è venuta fuori questa idea: se chiediamo a Davide, di raccontarci semplicemente come gli è venuta l’idea di scrivere il suo nuovo romanzo?

Di spiegarci di cosa parla e di quali difficoltà ha dovuto affrontare per scriverlo?

E siccome un idea tira l'altra ci siamo anche detti e se sentissimo il nostro Magnus artifex Franco Brambilla per qualche succosa anteprima della Cover di Le ceneri dei padri?

Detto fatto eccoci qui a presentare il risultato, delle nostre idee e della gentilezza e disponibilità dei nostri Davide Del Popolo Riolo, e Franco Brambilla, l'uno fresco vincitore per la seconda volta del Premio Urania che tra pochi giorni troveremo in edicola ed il secondo immaginifico illustratore che ogni mese rende unici e indimenticabili i nostri amatissimi Urania.

UM: Ciao Davide, ti va di raccontarci qualcosa su Per le ceneri dei padri?

a te la parola caro Davide

-

Davide: Ciao a tutti!

Prima di tutto vi ringrazio per l’occasione che mi date di fare una delle cose che più mi piacciono: parlare e scrivere dei miei libri, un argomento di cui sono uno dei maggiori esperti al mondo! Mi spiace avervi messo in difficoltà, prometto di non farlo più… E naturalmente un carissimo saluto a chi mi sta leggendo ora, e non solo perché ognuno di voi è un potenziale lettore di Per le ceneri dei padri e quindi devo tenervi buoni ma perché sono davvero affezionato alla comunità di Uraniamania i cui componenti, quando li ho incontrati di persona, mi hanno sempre accolto con tanto affetto.

-

Davide: Ma ora bando ai sentimentalismi e allacciatevi le cinture perché… si parte!

Anni fa, ricordo, lessi una notizia che mi impressionò molto, non so neanch’io bene il motivo: una figlia aveva saputo che il padre, da lei sempre ritenuto un uomo onesto e adorabile, era stato arrestato e sarebbe stato processato, in quanto era in realtà un criminale di guerra (era un serbo che aveva partecipato alla guerra in Bosnia? Un ex-ufficiale delle SS? Davvero non lo rammento). So però che quest’idea dello scoprire d’improvviso che una persona tanto importante per la tua vita ha un passato oscuro e nascosto, che distrugge l’immagine che si aveva di lui… la trovavo potente, e la accantonai in un angolo del cervello, come una cosa da usare, prima o poi.

Un’altra questione che ho sempre trovato interessante è quella del condizionamento sociale sui comportamenti individuali. Nel senso che ci sono situazioni in cui comportamenti che noi – giustamente – giudichiamo aberranti, appaiono del tutto normali a chi invece vive in quel contesto, in cui la stessa razionalità è diversa. Quanto è facile, per noi, giudicare e condannare chi vive in simili situazioni, e quanto è difficile sottrarsi alle pressioni di un’intera società? Può una persona buona e gentile commettere atti terribili perché è l’unico modo razionale per sopravvivere in una società del genere?

-

Davide: L’idea di scrivere Per le ceneri dei padri è nata da queste riflessioni. Mi è venuta poco prima del Salone del Libro di Torino. Ci sono andato con questa cosa che mi frullava insistente in testa e mi sono ritrovato a cercare disperatamente qualcuno con cui parlarne. Il primo con cui l’ho fatto è un amico, che ho trattenuto quasi con la forza e obbligato ad ascoltarmi mentre lui avrebbe voluto girare per gli stand. La seconda è stata Anna Pullia, la mia editor di Il Pugno dell’Uomo (e poi anche di Per le ceneri dei padri). Tutti e due mi hanno confermato che poteva venirne fuori una bella cosa (lui recentemente mi ha detto di essere curioso di leggere il libro per scoprire quanto è rimasto di quello che gli ho raccontato quel giorno!).

Così mi sono messo al lavoro. Io non sono di quelli che lavorano su schemi e progetti particolareggiati, non ne sono capace. Inizio quando ho chiaramente in mente da dove voglio partire, più o meno dove voglio arrivare e il carattere dei protagonisti. Soprattutto, mi è indispensabile avere chiaro quello che io chiamo lo spirito del romanzo, che è un qualcosa che non saprei definire con esattezza: è l’aria generale, l’umore, il carattere di ciò che scriverò, l’impressione e la sensazione che voglio destare nel lettore, tutto insieme. O ce l’ho o non ce l’ho e non inizio finché non ce l’ho.

Non ho incontrato particolari difficoltà nella scrittura, sinceramente, una volta che ne avevo afferrato lo spirito. E fin da subito mi sono accorto che mi sembrava un romanzo adatto a Urania, per cui ho deciso di ripartecipare al premio.

Non mi sono assolutamente posto la domanda (che alcuni poi mi hanno fatto) se fosse opportuno che un vincitore del premio partecipasse di nuovo. Prima di tutto, ci sono precedenti anche recenti di vincitori che hanno partecipato e vinto una seconda volta.

E poi hanno influito due mie idee un po’ bizzarre: in primo luogo, la volta che ho vinto con Il Pugno dell’Uomo eravamo in semi-lockdown e non mi sono goduto davvero la vittoria, avevamo troppi problemi di altro genere, per cui sin da allora ho coltivato la speranza di fare il bis in un momento meno angosciante (ci siamo, adesso? Il mondo forse no ma l’Italia direi di sì). In secondo luogo, non mi piacciono i pareggi: ero arrivato due volte in finale, la prima volta non vincendo e la seconda sì. Mi sembrava giusto provare a fare lo spareggio (lo so, è un pensiero un po’ stupido ma sono fatto così…).

Certo, avrei potuto semplicemente mandare il romanzo a Franco Forte e chiedergli se gli interessava pubblicarlo. In quel momento, però, mi è sembrato più leale non approfittare del mio status di precedente vincitore ma concorrere alla pari con gli altri, senza vantaggi.

-

Davide: Ed ecco la storia che racconto in Per le ceneri dei padri.

La protagonista, Olympias, vive in una specie di utopia spaziale, la Casa-tra-le-Stelle, una gigantesca astronave abitata da un numero incalcolabile di specie aliene, fondata su tolleranza reciproca, non-violenza e accettazione delle differenze, quando d’improvviso è richiamata al suo pianeta natio e precipita in un incubo.

Perché Abisso è un mondo davvero terribile: la superficie non è abitabile e gli insediamenti umani sono stati costruiti in grandi caverne sotterranee, buie, calde e polverose. Soprattutto, la società abissale è dominata da bande criminali che hanno creato un sistema fondato sulla violenza e la sopraffazione. I loro eserciti, composti da opliti in armatura, grandi mech combattenti e droni d’assalto si scontrano di continuo, incuranti delle vite innocenti che spezzano, i loro comandanti sono animati da un desiderio esasperato di gloria, di aristeia.

Tornata in questo mondo terribile, Olympias scopre la verità su suo padre e deve far fronte alle responsabilità che ha ereditato: la famiglia è sotto attacco e lei non può né fuggire né raggiungere accordi con i nemici. Solo la protezione della formidabile zia le impedisce di soccombere, ma deve prendere una decisione: continuare a praticare i principi di pace e non-violenza della Casa-tra-le-Stelle, che lei sa essere giusti, o accettare la logica terribile e assassina di Abisso, l’unica che razionalmente può salvare lei e la sua famiglia?

Anni dopo, anche l’uomo che Olympias amava, nella Casa-tra-le-Stelle, raggiunge Abisso, per cercarla. Sarà lui, del tutto fuori posto in quel mondo i cui valori non può comprendere, a scoprire quale decisione lei ha preso, e così a farci apprendere se Olympias ha accettato di combattere e uccidere “per le ceneri dei padri”.

-

Davide: Di più non voglio rivelare perché è un romanzo con tante sorprese e non mi piace rovinarvele. Spero di avervi stuzzicato la fantasia e di avervi incuriosito. Se così non è, la colpa non è del romanzo ma soltanto mia, significa che non sono stato abbastanza bravo a presentarlo.

Mi auguro comunque che vorrete dargli una possibilità e magari farmi sapere, qui o altrove, se vi è piaciuto. Garantisco che non sono permaloso e accetto le critiche senza protestare troppo. Ne soffro in silenzio ma evito di lamentarmene pubblicamente ;-)

Concludo ringraziando di nuovo i “piani alti” di Uraniamania: nonostante abbia avuto la scortesia di mettervi in difficoltà, vi siete inventati un modo per darmi la parola, ve ne sono davvero molto grato.

E naturalmente un ringraziamento a tutti coloro che mi leggeranno. Il fatto che, nonostante la vita complicata che tutti noi facciamo, i problemi e le preoccupazioni che ci attanagliano, ci siano persone come voi che si prendono la briga di acquistare e leggere un libro di fantascienza scritto da me… è una cosa che ogni volta che ci penso mi sorprende e quasi mi commuove!

Vi saluto con affetto, quindi, e con il motto di un grande curatore di Urania: pazienza e fantascienza, ora più che mai!  

-

UM: e noi ringraziamo a nome di tutta UraniaMania, Davide del Popolo Riolo e Franco Brambilla e nel dare a tutti appuntamento in edicola, vi lasciamo con l'immagine alternativa di Per le ceneri dei padri ed un piccolo scorcio ricco di aspettativa della cover scelta per l'Urania 1719