Ci risiamo... e ti pareva...
sempre lui, sempre dal solito sito...
...tal Antonio Dini, giornalista e saggista, purtroppo mio concittadino di nascita, tanto per non smentirsi da quel caro sito di Fumettologica sputa veleno sulla Fantascienza Italiana.
Vi ricordate la sparata: Urania con Corriere e gazzetta: ne vale la pena? ,io mica me la sono dimenticata, ne parlammo sul nostro Forum qui: 70° di Urania. Settanta anni di Critici invidiosi e rancorosi.
Ebbene ci risiamo, si avvicina la più importante Convention italiana di Fantascienza, Strani Mondi, la Italcon con il Premio Italia, il Premio Urania e tal Sig. Dini figuriamoci se non ne approfitta per concedersi cinque minuti di notorietà con il solito articolo pieno di veleno, astio e rancore:



l'ho letto.
Ho letto tutte le discussioni, gli interventi, le polemiche che sono fiorite in rete.
Non vi ho partecipato. Non ne ho parlato. Non penso che questo piccolo, piccolissimo personaggio così saccente ne meritasse lo sforzo.
Poi stamattina ho letto il Post che gli ha dedicato sul proprio account Facebook Alessandro Vietti, ed ho cambiato idea.
Grande persona Alessandro oltre che bravissimo autore di Fantascienza.
Il suo pensiero, quello si, merita di essere letto, condiviso e discusso come si augura l'autore stesso nelle prossime occasioni, come l'attuale BookPride e la prossima StraniMondi.
Ed è la miglior risposta che si possa dare a tal Antonio Dini.

Alessandro Vietti:
"Riprendo questo articolo già segnalato da altri, per evidenziare un mio breve commento, che certamente avrebbe bisogno di maggior articolazione e approfondimento, ma che per le modalità di FB basta e avanza. Spero che tra Bookpride e Stranimondi ci sarà la possibilità di approfondire dal vivo se qualcuno vorrà.
Innanzitutto consiglierei all'autore del pezzo di leggere almeno il saggio "L'età dell'oro della fantascienza italiana" di Silvio Sosio, posto in coda al Millemondi "Strani Mondi" uscito nel 2019, giusto per farsi una panoramica. Insomma, è già da qualche anno che la situazione non è (più) come dice lui. Forse per alcuni aspetti non lo è nemmeno mai stata proprio così. E poi che cosa diamine significa "proprio non va"? Confesso che ho l'impressione che qualcuno "goda" nell'ostinarsi a sostenere il contrario, perché fa (sempre) notizia, perché i luoghi comuni in fondo sono una comfort zone, perché fa figo, per rinverdire una discussione (o una polemica) in auge da decenni.
Al contrario la fantascienza prodotta da autori italiani è "viva & scalciante", gente, vi piaccia o no. Va eccome! E le uscite di questi ultimi anni stanno lì a dimostrarlo. Ovviamente con tutti i pregi, difetti e i saliscendi delle cose umane. C'è solo una cosa, a mio avviso, che noi - che ci bagniamo in questo fiume - dovremmo cominciare a fare per primi e impegnarci per indurre tutti quanti a seguirci.
Smettere di chiamarla "italiana".
Perché l'adozione anche un po' ostinata dell'aggettivo la pone già in un contesto differente, la emargina, la provincializza, la ghettizza. Esce un bel romanzo di un autore italiano? Ecco: dite "perdindirindina è un bel romanzo di fantascienza!". Non dite "perdindirindina, è un bel romanzo di fantascienza italiana", perché dentro quella frase si sente l'odore un po' spiacevole di un "è un bel romanzo per essere di fantascienza italiana". È bella? È brutta? È fantascienza. E basta. Abbiamo il coraggio. Siamo nell'età dell'oro: lo possiamo dire."