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Discussione: Dostoevskij, Scrittore di Fantascienza (letto 1381 volte) |
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Dostoevskij, Scrittore di Fantascienza « data: 16 Gennaio 2011, 21:38:52 » |
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Ciao, Non so se avete mai letto il racconto breve di Dostoevskij:" Sogno di un Uomo Ridicolo" ...è tanto bello,è uno di quei racconti che mentre lo leggi dici "OH Come avrei voluto scriverlo io..." e secondo me si potrebbe tranquillamente catalogare come Fantascienza,che dite? :)
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Re:Dostoevskij, Scrittore di Fantascienza « Rispondi #2 data: 16 Gennaio 2011, 22:09:02 » |
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dhr
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Re:Dostoevskij, Scrittore di Fantascienza « Rispondi #4 data: 16 Gennaio 2011, 22:52:00 » |
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Loggato |
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Re:Dostoevskij, Scrittore di Fantascienza « Rispondi #5 data: 17 Gennaio 2011, 21:47:17 » |
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Loggato |
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Legge del tavolo e della cena: I gatti devono presenziare a tutti i pasti allorchè venga servito qualcosa di buono. |
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Re:Dostoevskij, Scrittore di Fantascienza « Rispondi #6 data: 31 Gennaio 2011, 21:58:41 » |
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Eccovi una pagina tratta dal libro: Citazione:Ed ecco che a un tratto la mia bara si spalancò. Ossia, io non so se essa fosse stata dissotterrata e aperta, un essere scuro e sconosciuto mi prese e noi ci ritrovammo nello spazio. A un tratto riacquistai la vista: era notte fonda e mai, mai prima di allora aveva fatto tanto buio! Noi volavamo nello spazio ormai lontani dalla terra. Non domandai nulla a colui che mi trasportava: attendevo con fierezza. Convincevo me stesso di non aver paura e venivo meno dalla gioia al pensiero di non avere paura. Non ricordo per quanto tempo volassimo e non ne ho alcuna idea: tutto avvenne come sempre avviene nei sogni quando attraversi con un balzo lo spazio e il tempo, sei al di sopra delle leggi dell’essere e della ragione e ti arresti soltanto sui punti dei quali sogna il tuo cuore. Ricordo che a un tratto scorsi nell’oscurità una minuscola stella. «È Sirio?», domandai, non riuscendo più a trattenermi, dato che mi ero proposto di non fare alcuna domanda. «No, è proprio quella stessa stella che hai visto in mezzo alle nuvole mentre ritornavi a casa», mi rispose l’essere che mi stava trasportando. Sapevo che esso aveva un aspetto simile all’umano. Cosa strana, quell’essere non mi piaceva, provavo anzi una profonda avversione per lui. Mi attendevo una totale inesistenza e a questo scopo mi ero sparato al cuore. Ed ecco invece che mi trovavo nelle mani di un essere, non umano, naturalmente, ma che c’era, esisteva: «Quindi, anche dopo la tomba c’è vita!», pensai con la strana leggerezza del sogno, ma la sostanza del mio cuore rimaneva con me in tutta la sua profondità: «E se occorre essere di nuovo», pensai, «e vivere di nuovo per l’inesorabile volontà di qualcuno, non voglio essere vinto e umiliato!». |
se questa non è Altissima Fantascienza...
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