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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | La Fantascienza in Generale | Discussione: L’angolo delle letture di UraniaMania «prec succ»
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  Autore  Discussione: L’angolo delle letture di UraniaMania  (letto 108073 volte)
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #825 data: 18 Gennaio 2024, 14:12:08 »
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Ho fatto tesoro dei consigli e delle osservazioni e dell'amico Biblio e cercherò di essere meno indulgente sulle valutazioni, senza farmi trascinare di getto dalla prima impressione.
Questa ultima lettura mi ha davvero deluso. "Il lungo tramonto", ultimo romanzo della famigerata serie Academy di Jack McDevitt. Nonostante le aspettative create dalle opere precedenti, questo libro si è rivelato un amaro fallimento.
Innanzitutto, il concetto di un'umanità che decide di isolarsi intergalatticamente a causa della paura delle civiltà aliene avanzate sembra essere una trama poco originale e già ampiamente esplorata in molte altre opere di fantascienza. McDevitt sembra incapace di portare qualcosa di nuovo e stimolante a questa premessa stantia.
La protagonista, Priscilla Hutchins, che dovrebbe essere l'ancora di salvezza di questa storia, non riesce a sollevare il livello di noia e monotonia del romanzo. La sua caratterizzazione è piatta e stereotipata, e il tentativo di farla emergere come un'icona eroica risulta patetico e forzato.
La trama stessa è lenta e priva di suspense, con il cosiddetto "brano musicale extraterrestre" che si rivela essere un elemento banale e poco intrigante. Invece di portare una svolta emozionante alla storia, l'inclusione di questo elemento sembra solo un tentativo debole di rendere il libro più interessante di quanto in realtà sia.
Inoltre, la riflessione sulla paura degli isolazionisti risulta essere una ripetizione costante e fastidiosa, priva di profondità e originalità. McDevitt sembra avere poco da dire sulla natura umana o sulle implicazioni filosofiche di fronte a incontri extraterrestri, e il risultato è una narrazione piatta e senza spessore.
In conclusione, "Il lungo tramonto" è un romanzo che manca completamente il bersaglio, incapace di offrire una nuova prospettiva o una trama avvincente. È un'aggiunta deludente a una serie che, purtroppo, sembra aver perso completamente il suo splendore in questo capitolo finale.
Voto: 5,5
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #826 data: 20 Gennaio 2024, 20:02:49 »
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Ho riletto il romanzo di Luca Masali, I biplani di D'Annunzio, riproposto nell'edizione Urania Collezione.
Ero alla ricerca di un romanzo che mi dovesse piacere per forza, visto che l'anno, in questo senso, non era iniziato col piede giusto.
Per non rischiare altre delusioni mi sono deciso per un romanzo già letto. I candidati, recentemente ristampati, erano due, I biplani di D'Annunzio e Ph0xGen!
Del primo avevo un ricordo vago ma positivo, del secondo non avevo alcun ricordo che non è mai un buon segno, per questo la scelta è ricaduta sul primo.


I biplani di D'Annunzio, 01/2024
di Luca Masali
Collana Urania Collezione, n.252
Mondadori

Rileggere un romanzo di Fantascienza che ci ricordiamo con piacere, dopo molti anni dalla prima lettura, molti anni dopo la sua prima edizione, comporta molti rischi di cattive sorprese. Può succedere che la storia sia invecchiata male, che l'ambientazione futura, se presente nel testo, possa essere nel frattempo divenuta il presente del lettore e ciò che l'autore ipotizzava può risultare incoerente con la realtà presente, anacronistico, sbagliato o addirittura sorpassato dai tempi.
Anche il periodo trascorso tra una lettura e l'altra ha il suo peso, per esempio io non sono più il lettore che nel 1996 mi apprestavo a leggere per la prima volta I biplani di D'Annunzio, dell'allora sconosciuto Luca Masali. La mia sensibilità, i miei gusti di lettore in quasi trent'anni sono cambiati, le letture e le esperienze fatte nel frattempo li hanno modificati. Tutto questo ha comportato che rileggendo questo romanzo, ciò che ricordavo con più piacere, si è mutato in ciò che meno mi è piaciuto.
Intendiamoci, complessivamente la rilettura si è comunque rivelata piacevole ma con un retrogusto amaro, che mi fa riflettere e dubitare dell'opportunità di rileggere romanzi letti in gioventù.
I biplani di D'Annunzio è una Ucronia godibile, un romanzo ricco di avventura e azione e come tale la qualità della struttura e della scrittura narrativa è accettabile se pur con più di un difetto di gioventù che poi Masali nel proseguo della sua carriera di scrittore ha avuto tempo e modo di correggere.
Il romanzo, opera prima dell'autore, non è un romanzo perfetto, a tratti rileggendolo, l'ho trovato un pò debole, ingenuo in alcuni passaggi.
La trama è divisa in due differenti piani temporali, il 1921 e il 2021. Le vicende si alternano e si intrecciano tra passato e futuro. Una società la Belle Époque ha brevettato un sistema per viaggiare nel tempo e sotto traccia tenta di manipolare gli eventi che durante la Grande Guerra portarono alla sconfitta degli Imperi Centrali. Da questa premessa prende il via una storia ricca di colpi di scena, fatta di eroi, di assi dell’aria, di paradossi temporali, di personaggi inventati e di personaggi storici, in cui traspare tutto l'amore dell'autore per l'aereonautica e la storia, vere protagoniste del romanzo.
Purtroppo, alla luce dell'esperienza maturata, oltre ai pregi traspaiono palesi, tra le pagine lette anche i tanti punti deboli della storia.
Manca un solido approfondimento dei personaggi, l'idea di base per i viaggi del tempo ed il modo come questi sono condotti dalla società Belle Époque per cambiare il presente è del tutto illogico e irrealistico. Moltissimi passaggi narrativi sono affrettati e inverosimili, mentre viceversa, alcuni capitoli che sono vere e proprie lezioni di storia o di tecnica aeronautica della prima guerra mondiale, rallentano e appesantiscono il racconto pur risultando puntuali e precisi, in certe scene si ha addirittura l'impressione di essere in volo su un biplano col protagonista Matteo Campini.
Imperdonabile poi la fretta con cui l'autore porta a termine il romanzo, talmente tanta che il finale è addirittura sottinteso e non raccontato. Quest'ultima cosa che non ricordavo, è quella che più mi ha dato fastidio.
In conclusione il buon ricordo del tempo che fu non è andato del tutto perso, Masali con Evangelisti e Fambrini restano ad oggi i Maestri insuperati del "What If" della letteratura fantastica italiana, questo romanzo pur buono e piacevole da leggere non ne è il miglior esempio prodotto dal trio ma merita di essere letto e ricordato con affetto.
VOTO: 7  
« Ultima modifica: 20 Gennaio 2024, 23:14:48 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #827 data: 22 Gennaio 2024, 11:56:41 »
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OSCAR FANTASTICA MONDADORI
RYKA AOKI
LUCE DALLE ALTRE STELLE


Ho acquistato al buio questo romanzo, attirato dal titolo, dall'immagine di copertina e dal nome della scrittrice giapponese (che in realtà è americana e non parla giapponese).
Poi ho scoperto che un tema importante del libro è l'universo LGBTQ...(qualsiasi cosa significhi), a cui appartiene una protagonista del libro Katrina Nguyen e poi la stessa autrice si identifica in quel mondo e addirittura la traduttrice italiana appartiene ad esso (anche se non ho capito con quale sigla dell'acronimo). Così ho cominciato a borbottare con me stesso. Leggendo la trama, vedo che un'altra protagonista, Shizuka Satomi, insegnante di violino, fa addirittura un patto con un demonio, a cui offre le anime di sette sue allieve, per salvare la propria. A questo punto mi sono cascate le braccia, ma nonostante ciò ho iniziato a leggerlo.
Devo dire che è scritto in maniera perfetta , molto lieve, scorrevole e gentile. la storia raccontata appare decisamente credibile, nonostante le premesse (pur avendo l'aspetto di una fiaba a tinte variabili).
Katrina è vittima dei genitori che le fanno abbandonare la casa e vivere in maniera sbandata e squinternata, e poi dovrebbe diventare la settima anima sacrificale di Shizuka.
A parte Katrina e Shizuka si possono individuare i veri protagonisti speciali del racconto.
Il primo di questi è un violino, anzi IL VIOLINO: partendo da quello malandato, in riparazione, di Katrina, scopriamo tutti i dettagli costruttivi e musicali: Partiamo dal tipo di legno per la tavola armonica, le venature, le fasce, i processi di sgorbiatura, piallatura e verniciatura; e poi il filetto, la catena, L'ANIMA, il ponticello, i piroli, il riccio, le corde e, ovviamente l'archetto per fare in modo che il violino suoni; così si parla di diteggiatura, corde vuote, corde doppie, pizzicato, vibrato, colpi d'arco, ecc. Solo leggendo, lo sentiamo CANTARE, le note ci entrano in testa come se fossimo ad un concerto.
Un'altra protagonista è LA CIAMBELLA (sì proprio quella, uguale in tutti gli U.S.A. con le scatole rosa). Così entriamo in un negozio di ciambelle e... succede ancora: sentiamo il profumo dolcissimo di ciambelle che aleggia nel negozio, vediamo il colore e ASSAPORIAMO il gusto, che ci sembra paradisiaco. Poi vedremo che il negozio è gestito da... (vedere la trama se cerchiamo uno spoiler).
Un'altra protagonista è questa parte di città californiana, abitata esclusivamente da asiatici: cinesi, giapponesi, vietnamiti, coreani, thailandesi, ecc. ecc., e tutti i negozi alimentari, ristoranti e furgoni di street food propongono i cibi tradizionali asiatici (con qualche eccezione messicana). E così scopriamo un'infinità di sapori diversi con pollo, pesce, crostacei, alghe, riso, noodles, verdure e tante spezie, e SENTIAMO veramente profumi, colori e sapori.
E poi (ebbene sì) il/la protagonista Katrina, che all'inizio per vivere doveva accettare umiliazioni disgustose, per poi diventare alieva di Shizuka, per sacrificare la sua anima al demonio. La sua "diversità" sessuale ci appare molto coinvolgente, carezzevole e spesso commovente (per le reazioni degli altri). Si può piangere per un/una trans? Sì, certo, ma dobbiamo immedesimarci senza pregiudizi.
Il libro prosegue anche con momenti crudi e spiacevoli, ma l'autrice si destreggia bene per condurci al termine. Fra tante suggestioni (carpe Koi, archetti speciali, navi spaziali sul retro di un ciambellificio chiamato Starrgate), arriviamo al gran finalone, forse telefonato, ma anche molto sorprendente. E poi ci sono tanti "finalini", tutti divertenti, che completano l'atmosfera circense.
Ma soprattutto non manca un enorme omaggio a Stradivari, Guarnieri del Gesù, Amati e anche a Cremona e a tutta l'Italia.
VOTO: 10
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #828 data: 30 Gennaio 2024, 14:14:49 »
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NARRATIVA NORD N. 812
Christina Dalcher
LA CLASSE




Avevo già letto e ammirato questa scrittrice di talento per il romanzo "VOX", che aveva come tema il "sessismo": in pratica alle donne veniva impedito per legge, di pronunciare più parole al giorno di un numero fissato, pena gravi punizioni.
Proseguendo con i vari _ismi, in questo nuovo romanzo l'autrice parla di "classismo". Lo si capisce già nel titolo , dove "la classe" si può intendere come quella di una scuola e anche quella del "censo" sociale.
In estrema sintesi, a ciascun individuo, sin da bambino, viene assegnato un certo coefficiente "Q".
Questo coefficiente deriva (già intuitivamente) dal QI, cioè il livello di intelligenza, ma anche da un'infinità di altri fattori: il comportamento, l'attenzione, il modo di vestirsi e di apparire, la puntualità, le assenze per malattia, il risultato delle verifiche scolastiche. Ma anche l'appartenenza ad un livello sociale, cioè il mestiere ed il patrimonio familiare, la casa ed il quartiere di abitazione, il reddito dei genitori e degli altri familiari, l'origine etnica, ecc. ecc.
Alla fine il bambino o ragazzo, se l'indice Q supera un certo livello, merita di studiare nelle cosiddette "Scuole Argento", cioè le migliori, con i migliori insegnanti, le più belle e organizzate, per consentire al soggetto di arrivare ai migliori collage ed ambire ad un posto nella società di alto livello. Chi arriva ad un Q un poco inferiore può studiare nelle "Scuole Verdi", di grado lievemente inferiore, ma comunque apprezzabile. Dopo le periodiche verifiche, l'alunno Argento può perdere il livello e viene mandato nella Scuola Verde, o al contrario l'alunno Verde può salire di grado e passare all'Argento. Poi c'è il Q giallo, dedicato a quelli definiti idioti, deficienti, inferiori, ecc. che vengono destinati a "collegi" senza nome, distanti centinaia di chilometri dalle famiglie (che non potranno vederli più) e che sono delle vere e proprie prigioni, con stili di vita terrificanti.
Poi ci sono gli adulti, anch'essi giudicati con il loro Q, con criteri simili a quelli utilizzati per i ragazzi. Quelli con il Q elevato avranno posti di alta professionalità, responsabilità, guadagno e potere. In particolare i migliori insegnanti lavoreranno nelle Scuole Argento. Quelli con il Q molto basso potranno solo sopravvivere e dovranno accontentarsi di lavori di bassa qualità, umilianti, manualmente faticosi e comunque scartati dagli altri. Vivranno in case e quartieri degradati e non avranno diritti di alcun genere.
Il romanzo si dipana raccontando le vicende di una famiglia, padre, madre e due figlie, di alto livello (ma con tanti problemi fra i coniugi) che ad certo punto...
Gli eventi sono terribili, angosciosi, tragici. Veniamo colpiti da ciò che capita alla figlia minore ed alla madre e soffriamo maledettamente con loro. La tristezza ci avvolge e bisogna disporre di molti fazzoletti per piangere.

Non racconto il finale, ma dico che è indispensabile arrivare fino all'ultimo punto.

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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #829 data: 30 Gennaio 2024, 15:44:40 »
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Citazione da: Free Will il 30 Gennaio 2024, 14:14:49

NARRATIVA NORD N. 812
Christina Dalcher
LA CLASSE
...

@Free Will, mannaggia!
Mai che presenti un romanzo banale, sempre cose interessanti proponi e per di più i tuoi commenti finiscono sempre per intrigarmi ulteriormente.
Mi costringi a mettere pure questo in coda di lettura, ma chi sa quando riuscirò a leggerlo.
I libri che ho da leggere si accumulano inesorabilmente e come se non bastasse sono alle prese, come altri qui su UM, con la prima selezione dei testi inviato al Premio Urania.
Sono inesorabilmente indietro   
« Ultima modifica: 30 Gennaio 2024, 15:45:17 di bibliotecario » Loggato
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« Rispondi #830 data: 30 Gennaio 2024, 18:04:27 »
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Citazione da: bibliotecario il 30 Gennaio 2024, 15:44:40


Citazione da: Free Will il 30 Gennaio 2024, 14:14:49

NARRATIVA NORD N. 812
Christina Dalcher
LA CLASSE
...

@Free Will, mannaggia!
Mai che presenti un romanzo banale, sempre cose interessanti proponi e per di più i tuoi commenti finiscono sempre per intrigarmi ulteriormente.
Mi costringi a mettere pure questo in coda di lettura, ma chi sa quando riuscirò a leggerlo.
I libri che ho da leggere si accumulano inesorabilmente e come se non bastasse sono alle prese, come altri qui su UM, con la prima selezione dei testi inviato al Premio Urania.
Sono inesorabilmente indietro   



Sì, ti assicuro che è veramente intrigante. Se ci fai caso, a parte il lungo preambolo per descrivere l'atmosfera, non racconto mai la storia e soprattutto il finale, proprio per invitare a leggere. Volendo ci sarebbero innumerevoli sottotesti, ma sono già troppo prolisso  ed eventualmente se ne può discutere a parte.
Nella mia coda di lettura al momento c'è una cinquantina di romanzi: dico sempre che ci vorrebbero più vite.
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Free Will


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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #831 data: 03 Febbraio 2024, 13:46:59 »
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OMNIBUS - MONDADORI
George R.R. martin
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Dicono che questo romanzetto ( o racconto lungo) faccia parte di un ciclo in cui, fra l'altro, sarebbero compresi "La luce morente" e "Il viaggio di Tuf". Francamente non vedo alcuna attinenza con gli altri romanzi (peraltro molto apprezzabili), se non il fatto che è ambientato , come gli altri, nella nostra galassia: mi sembra veramente poco per inserirlo in un ciclo, a meno che non si voglia dargli un'importanza che non ha. Non sembra nemmeno uno scritto di Martin, che ha dato prova di ben altro.
Detto questo, il libro sembra una specie di riassunto scoordinato di altri scritti.
Ci troviamo a bordo di una strana astronave, partita da un pianeta, per andare chissà dove e chissà perché, alla ricerca di un fantomatico popolo alieno.
Con fatica scopriamo un piccolo equipaggio costituito da un uomo che ha preso in affitto la nave, e da vari specialisti, scienziati e tecnici, uomini e donne,decisamente male assortiti.
Il proprietario e capitano della nave è piuttosto misterioso e non si fa vedere, se non come ologramma, dall'equipaggio (poi verso la fine si scoprirà perché). La nave viaggia a velocità iperluce, come se tutti sapessero (chissà come) qual è il punto d'incontro.
Non accade praticamente alcunché per qualche settimana di viaggio, senza che qualcuno abbia un compito specifico, se non fare sesso, tutti/e con tutti/e, tanto per passare il tempo.
Poi ad un tratto succedono vari eventi tragici. Abbiamo una vaga idea  di chi o cosa sono gli alieni, ma poi finisce tutto e ci chiediamo cosa abbiamo letto. E soprattutto perché?
Voto: 4
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #832 data: 03 Febbraio 2024, 14:04:51 »
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Citazione da: Free Will il 03 Febbraio 2024, 13:46:59

OMNIBUS - MONDADORI
George R.R. martin
NIGHTFLYERS


Dicono che questo romanzetto ( o racconto lungo) faccia parte di un ciclo in cui, fra l'altro, sarebbero compresi "La luce morente" e "Il viaggio di Tuf". Francamente non vedo alcuna attinenza con gli altri romanzi (peraltro molto apprezzabili), se non il fatto che è ambientato , come gli altri, nella nostra galassia: mi sembra veramente poco per inserirlo in un ciclo, a meno che non si voglia dargli un'importanza che non ha. Non sembra nemmeno uno scritto di Martin, che ha dato prova di ben altro.
Detto questo, il libro sembra una specie di riassunto scoordinato di altri scritti.
Ci troviamo a bordo di una strana astronave, partita da un pianeta, per andare chissà dove e chissà perché, alla ricerca di un fantomatico popolo alieno.
Con fatica scopriamo un piccolo equipaggio costituito da un uomo che ha preso in affitto la nave, e da vari specialisti, scienziati e tecnici, uomini e donne,decisamente male assortiti.
Il proprietario e capitano della nave è piuttosto misterioso e non si fa vedere, se non come ologramma, dall'equipaggio (poi verso la fine si scoprirà perché). La nave viaggia a velocità iperluce, come se tutti sapessero (chissà come) qual è il punto d'incontro.
Non accade praticamente alcunché per qualche settimana di viaggio, senza che qualcuno abbia un compito specifico, se non fare sesso, tutti/e con tutti/e, tanto per passare il tempo.
Poi ad un tratto succedono vari eventi tragici. Abbiamo una vaga idea  di chi o cosa sono gli alieni, ma poi finisce tutto e ci chiediamo cosa abbiamo letto. E soprattutto perché?
Voto: 4

Credo, ma potrei sbagliarmi o ricordarmi male, che ne abbiano tratto un film o una serie TV, deludente quanto il romanzo.
« Ultima modifica: 04 Febbraio 2024, 15:44:46 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #833 data: 04 Febbraio 2024, 17:11:29 »
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Dopo qualche giorno di troppo lontano da questo Thread, rieccomi a recensire un romanzo, un ottimo romanzo.
Una libro, una storia, di cui avevo bisogno per riacquisire la giusta prospettiva nei confronti della Fantascienza italiana, quella scritta con la F maiuscola, quella pubblicata da Einaudi.
Prospettiva quanto mai necessaria dopo aver passato le ultime due settimane a leggere e selezionare storie per il prossimo Premio Urania che verrà. Storie, quest'ultime, certo non memorabili. Non sono stato fortunato con i testi da selezionare, ma questa è un altra storia... magari ne parleremo un altra volta.


L'anno dei dodici inverni, 09/2023 (2009)
di Tullio Avoledo
Collana Universale Economica
Feltrinelli

L'anno dei dodici inverni è un romanzo che ammalia il lettore sin dalle prime pagine e da cui è difficile staccarsi prima di quelle finali.
Racconta una storia familiare, quella dei coniugi Grandi e della loro figlia Chiara che nasce il 25 dicembre 1981. Storia famigliare che in un giorno di inverno, in una mattina di gennaio 1982 è attraversata da un anziano giornalista, Emanuele Libonati che presentandosi ai genitori di Chiara chiederà il loro permesso per scrivere un libro sulla vita di loro figlia per un suo progetto editoriale incentrato sulla vita dei bambini nati il giorno di Natale e per questo, per poter seguire la vita di Chiara, di poter fare visita alla famiglia una volta l'anno.
Libonati nasconde più di un segreto, le sue brevi visite, dilatate nel tempo influenzeranno se non proprio guideranno le scelte di vita della famiglia Grandi. Quale sarà il vero scopo che si nasconde dietro le visite di Libonati a casa Grandi sarà svelato solo nel finale del romanzo, anche se il lettore attento lo intuirà molto prima.
Non si può aggiungere altro sulla trama senza rovinare la lettura a tutti coloro che vorranno leggere questo sorprendente romanzo incentrato sui viaggi del tempo, nel quale per certi versi, riecheggia il lavoro di Audrey Niffenegger, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo.
L'anno dei dodici inverni, racconta una storia di intimità e nostalgia per il tempo che fu, una storia popolata da pochissimi personaggi, suddivisa in tre parti distinte.
Nella prima, lunga parte che scivola lenta e gustosa, quella che più mi è piaciuta, si viene introdotti nelle atmosfere del racconto da un personaggio costruito con attenzione, che si disegna pian piano nella mente di chi legge, il vecchio giornalista scrittore che si presenta alla famiglia Grandi come il sig. Libonati. Si è conquistati frase dopo frase da questo personaggio e la sua provenienza, nel quando e non nel dove, sarà suggerita al lettore da piccoli indizi sparsi nella trama e dai piccoli errori che il personaggio compie suo malgrado. Non sono meno intense le altre figure che popolano questa prima parte, quelle dei componenti della famiglia Grandi, che formano un quadro familiare che si regge su pochi basilari elementi, mostrati attraverso dialoghi efficaci e silenzi ancora più eloquenti.
Se nella seconda parte il ritmo della narrazione cede a tratti e in alcuni momenti mi ha lasciato disorientato, il sontuoso finale, ambientato principalmente nel futuro, è tornato a catturarmi con prepotenza.
Le citazioni, che avvolgono fin dall’inizio passando dalla musica alla poesia, dalla pittura alla storia, arrivano a toccare il mondo della fantascienza e dei videogiochi, traendo spunto dal mondo di Fallout 3 e dai racconti lisergici di Philip K. Dick, divenuto suo malgrado, personaggio. (un malgrado fondamentale per la chiusura del romanzo) sono continue e arricchiscono senza appesantire una trama costruita alla perfezione.
Questo libro si è rivelato un gran romanzo di Fantascienza, anche se non vi compaiono astronavi, robot o alieni. E' la storia di un viaggiatore nel tempo, una storia complessa, stratificata, umana e commuovente. Tullio Avoledo ha la capacità di scrivere Fantascienza rendendola viva, meno asettica e tecnologica, ma intrisa di sentimenti. la sua prosa è pregna di poesia. Le sue frasi sono pesate, eleganti, piene di significati. Questo libro è sicuramente un buon esempio del suo stile ricercato, della sua scrittura, del suo modo di narrare, raccontare vicende ricche di umanità.
Ci vuole il giusto stato d'animo per godersi L’anno dei dodici inverni, capacità per cercare la fantascienza nei dettagli e nelle piegature delle pagine, predisposizione per cogliere la bellezza di una storia d’amore, costruita tra cronomacchine e fotocamere Nikon che attraversano gli universi paralleli.
Se ne avrete vi attenderà una bellissimo racconto.
VOTO: 8    
« Ultima modifica: 04 Febbraio 2024, 17:39:02 di bibliotecario » Loggato
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« Rispondi #834 data: 09 Febbraio 2024, 11:54:28 »
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NARRATIVA NORD 861
Christina Dalcher
LA SORELLANZA


Conosco questa scrittrice di grande talento per il romanzo "Vox" incentrato sul sessismo, e per "La classe" dedicato al classismo. Con questo nuovo libro la Dalcher si dedica all'_ismo per eccellenza, cioè il femminismo.
Come al solito la scrittura è lineare, diretta ed efficace; non lascia molto spazio alla poesia ed alle descrizioni al contorno; a tratti il linguaggio è duro e incarognito, a volte è commovente.
Possiamo dividere il romanzo in tre parti più un epilogo.
Si parte da una distopia (ovviamente la madre delle distopie), cioè la visione di un mondo nel pieno della più grande crisi economica globale dall'epoca post-industriale: a confronto il 1929 è stato solo un piccolo disturbo.
Ci focalizziamo su una donna, Miranda, e sua figlia adolescente, Emma, che percorrono una lunga strada, a piedi o a tratti in bicicletta, per sfuggire alla fame, ai continui pericoli, reali o immaginari, ed alle varie aggressioni.
Finalmente, nella seconda parte, le nostre protagoniste giungono davanti al cancello di una "Femlandia" (titolo originale del libro), cioè una comunità, tipo kibbutz, entro cui sono ammesse solo le donne, che lavorano tutte con le loro peculiarità e capacità, per il bene comune, fra coltivazioni, allevamenti, cucina, costruzioni, medicina, ecc.
Femlandia è stata immaginata e fondata dalla madre di Miranda, un'iper-femminista che non ammette in alcun modo i maschi: gli uomini sono tutti idioti o stronzi o cattivi, o tutte e tre le cose insieme. La comunità è recintata perfettamente e ben protetta, mentre all'interno sembra di vivere in paradiso, con tutto ciò che serve per una vita tranquilla e armoniosa. Peccato che, essendoci solo donne, per non estinguersi la comunità deve rivolgersi a qualche speciale "banca" esterna che possa procurare, di tanto in tanto, qualcosa che ha a che fare con il cromosoma Y.
Nella terza parte Miranda comincia ad "annusare" e sentire che qualcosa non va, che ci sono segreti terribili: quel birichino del cromosoma Y gioca a dadi e nel 50% dei casi vince. Così le "cape" della comunità gestiscono la faccenda in maniera aberrante, in nome di questo femminismo malato. Per la sua curiosità e mancanza di uniformità, Miranda subisce conseguenze negative, ma vuole intervenire in qualche modo.
L'epilogo è ambientato molti decenni dopo, quando la comunità è molto diversa e sul cancello della stessa è scomparso il simbolo XX.

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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #835 data: 11 Febbraio 2024, 19:00:49 »
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Scorpius Claudio Vastano Urania Collana 1723

Vastano ci propone “ Scorpius”  un crudo racconto sui reciproci rapporti di un gruppo di uomini e donne, privati dei ricordi e della memoria naufragati su una luna acquatica senza mezzi od aiuti di sorta cercano di sopravvivere in balia di una natura sconosciuta e pericolosa, le persone diffidenti  l’uno dell’ altro a causa dell’ incertezza dovuta alla perdita di memoria,  sono costrette a restare uniti ed a collaborare .
Il gruppo si muove, in un lungo pellegrinaggio, in un ambiente formato da piccole isole tappezzate da lagune di acque basse e rigogliosa vegetazione, che sono sottoposte a un ciclo mareale piuttosto violento causato dalla vicinanza con un grande pianeta. Ad aumentare i pericoli le acque e le spiagge sono frequentate da una feroce e strana fauna che ricorda il periodo cambriano della Terra.
Durante la peregrinazione, scoprono di appartenere a in realtà a due gruppi diversi “carcerieri” ed “ergastolani”, che la luna ove sono naufragati chiamata Laguna è un pianeta coloniale con una piccola popolazione mista di ergastolani, carcerieri e scienziati, attualmente isolata dalle comunicazioni a causa di una esplosione cosmica e la relativa emanazione di raggi Gamma che hanno investito anche la Terra distruggendo i resti della civiltà tecnologica.  
Finale sorprendente, ove i protagonisti Ashley, Isac, Zepheniac s'impadroniscono di un flyer e fuggono per cercare di fondare una comunità libera per ricominciare nuovamente l’avventura umana.
Romanzo rigoroso dalla geologia alla biologia e nelle curate descrizioni degli ambienti, è tuttavia percorso da un ritmo lento ma ponderato, la trama pur avventurosa è a tratti ripetitiva, la scrittura è leggera scorrevole e senza fronzoli.
Personaggi ben definiti ma piuttosto freddi, non proprio all'altezza della drammaticità di parti del racconto, trasmettono poca empatia e sono molto finalizzati al ruolo.
In conclusione un buona lettura consigliata per chi ama una fantascienza immaginifica, d’azione, avventurosa e drammatica.


Voto 6,5


« Ultima modifica: 11 Febbraio 2024, 20:00:47 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #836 data: 11 Febbraio 2024, 20:05:54 »
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Citazione da: capricorno52 il 11 Febbraio 2024, 19:00:49

Scorpius Claudio Vastano Urania Collana 1723
...




Leo come al solito mi batti sul tempo, ma stavolta sei stato davvero velocissimo
io non riuscirò ad iniziarlo prima di martedì.
Mi ci vorrà ancora un paio di giorni per concludere "Canzone per un nuovo giorno", di Sarah Pinsker, bello e ammonitore, speriamo non profetico, ne riparleremo presto qui.
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #837 data: 13 Febbraio 2024, 19:24:18 »
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Annunciato se memoria non mi inganna, da fanucci per primi mesi del 2023 e poi scomparso dai radar, questo interessante romanzo è approdato nelle nostre librerie come prima uscita della Collana Narrativa Fanucci a fine Gennaio di quest'anno.
Meglio tardi che mai, visto la buona qualità di quanto siamo abituati a vederci offrire da Fanucci, ed anche in questo caso c'è da rimare più che soddisfatti da questo Premio Nebula 2020, stiamo parlando di...


Canzone per un nuovo giorno, 01/2024
di Sarah Pinsker
Collana Narrativa
Fanucci

Canzone per un nuovo giorno, è un romanzo dal ritmo calmo, riflessivo. All'apparenza la storia narrata è lontana dal centro dell'azione, dagli avvenimenti epocali che seguiamo solo di riflesso, per come influenzano la vita di ogni giorno delle due protagoniste della storia che vengono presentate al lettori a capitoli alternati.
La Pinsker in questo suo primo romanzo ci presenta una storia post-apocalittica, ambientata negli Stati Uniti, nei luoghi a lei familiari, che si è rivelata una delle più plausibili che abbia mai letto, a tratti addirittura profetica, visto che la sua prima edizione è del 2019, quindi antecedente al lockdown per la pandemia di Covid 19.
Plausibile perché non è il classico inferno distopico, post catastrofico a cui tanta narrativa di genere ci ha abituato ma piuttosto perchè è una rapida discesa verso una logica fase di isolamento sociale spinto alle sue estreme conseguenze e senza termine che nella realtà tutti noi abbiamo sperimentato nelle sue prime fasi durante il 2020.
L'autrice immagina che a causa dell'inasprirsi del terrorismo stragista interno, con annesse stragi di massa ,a cui siamo già ahi noi impotenti testimoni e di un contemporaneo evento pandemico forse non naturale ma provocato, lo Stato per la salvaguardia dei propri cittadini fermi del tutto la vita sociale e vieti ogni tipo di assembramento pubblico.
La storia è raccontata dal punto di vista delle due protagoniste: Luce, una giovane donna, una rock star che ricorda ancora la vita precedente al lockdown, definito nel testo il Prima e Rosemary, una ventenne, sfollata in giovane età, in una realtà rurale protetta le cui uniche opzioni nella vita sono lavorare per la SuperWally (un ibrido Walmart/Amazon sottilmente velato) o per la StageHalo Live, che vende esperienze di realtà virtuale di eventi musicali dal vivo vietati per legge.
Entrambe le protagoniste immaginate dalla Pinsker sono descritte con grande tenerezza.
L'autrice coglie e descrive perfettamente la solitudine di Luce, la donna forte, sempre inquieta, in viaggio o in fuga, eppure sempre gravata dal sentimento di amore e odio provato per la sua famiglia ebrea ortodossa che non ha mai accettato la sua omosessualità.
Di Rosemary rende palpabilmente reale il mondo del prossimo futuro, Il Dopo, in cui gli umanità si toccherà letteralmente a malapena e difficilmente uscirà all'aperto, poiché è cresciuta col mantra isolati e a casa è più sicuro, Un Dopo dove tutte le esperienze sono vissute in realtà virtuale, come se tutto ciò fosse la normalità e non una aberrazione.
Canzone per un nuovo giorno parla esplicitamente dell'importanza della connessione umana, dell'empatia, della necessità di vivere in comunità aperte.
Sebbene il romanzo riguardi e parli principalmente di musica, affronta sottilmente anche molti altri argomenti: il libero arbitrio, i diritti civili, i divari generazionali, di classe sociale, di accesso all'istruzione, della mercificazione dell'industria, insomma c'è molta carne al fuoco per essere un romanzo di debutto.
Gli elementi post-apocalittici e come sono trattati oltre allo stile lirico di scrittura mi hanno appassionato nonostante un ritmo lento, senza grandi colpi di scena, ed una spiccata propensione del testo verso un lettore avvezzo alla musica in tutte le sue declinazioni anche tecniche, cosa che io non sono.
Ma la cosa che più ho apprezzato in Una canzone per un nuovo giorno è che nonostante la tragicità degli scenari che propone le sue pagine sono pervase di un ottimismo e una dolce e irrefrenabile rabbia che incarnano perfettamente la sua atmosfera punk rock vecchio stile.
Voto: 7
« Ultima modifica: 13 Febbraio 2024, 19:24:31 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #838 data: 13 Febbraio 2024, 20:12:36 »
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Dopo la scorpacciata , per alcuni titoli un poco indigesta , dei romanzi da selezionare per il Premio Urania mi serviva una nuova lettura  per ripristinare un normale metabolismo.
Devo dire che il libro di Vastano non è stato proprio un digestivo ma avevo in corso delle letture per mio conto che si stanno rivelando non proprio interessanti.

Ecco spiegata una certa velocità dettata dalla curiosità;
In merito alle opere dell' autore (Vastano) ritengo migliore "Acquarius" dell' attuale "Scorpius"    

Sono intrigato dalla Tua recensione e mi sono procurato una copia di Canzone per un nuovo giorno che mi accingerò presto a leggere.

Saluto e Buone letture


Leo  alias Capricorno 52
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #839 data: 13 Febbraio 2024, 20:54:29 »
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Citazione da: capricorno52 il 13 Febbraio 2024, 20:12:36

Dopo la scorpacciata , per alcuni titoli un poco indigesta , dei romanzi da selezionare per il Premio Urania mi serviva una nuova lettura  per ripristinare un normale metabolismo.
Devo dire che il libro di Vastano non è stato proprio un digestivo ma avevo in corso delle letture per mio conto che si stanno rivelando non proprio interessanti.

Ecco spiegata una certa velocità dettata dalla curiosità;
In merito alle opere dell' autore (Vastano) ritengo migliore "Acquarius" dell' attuale "Scorpius"    

Sono intrigato dalla Tua recensione e mi sono procurato una copia di Canzone per un nuovo giorno che mi accingerò presto a leggere.

Saluto e Buone letture


Leo  alias Capricorno 52

Ci scambiamo
A me Scorpius a te Una canzone per un nuovo giorno.
Vedrai che non ne resterai deluso, l'autrice che è anche una provetta musicista, non solo ti farà letterermante entrare nel mondo delle band musicali, che evidentemente conosce in prima persona, ma ti lascierà anche molti spunti di riflessione sulla deriva autoritaria imperante in ogni aspetto della società statunitense e per estensione in quelle di tutte le democrazie occidentali.
Ben scritto, forse non adatto a tutti, per ritmo, tematiche e caratterizzazione dei personaggi principali, ma illuminate e profetico.
Mi ha colpito.  
Stiamo lasciando ai nostri figli sostanzialmente un mondo peggiore, nonostante i tanti progressi in molti settori, di quello che ci hanno lasciato le generazioni che ci hanno preceduto.
Essere messi davanti a questa sconfitta, è molto triste.  
« Ultima modifica: 18 Febbraio 2024, 21:22:26 di bibliotecario » Loggato
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